Cupo, malinconico, dai tempi dilatati e le sequenze lunghe, ricco di un fascino oscuro, non si direbbe proprio che il noir italiano indipendente Cattivo Sangue sia solo l’opera prima del giovane regista Simone Hebara.
La storia inizia con un antefatto che sarà alla base delle vicende successive e che segue Sergio – Claudio Camilli, appena visto ne I Predatori e perfettamente aderente al ruolo – un sicario romano in pensionamento volontario e che vive a Malta, gestire la sua nuova vita con noia e crescente solitudine. Chiamato “il muto” per la scarsa loquacità, Sergio accoglie con una diffidenza di mestiere i due fratelli (Francesco Braschi e Giulia Paoletti) che vengono a richiedere i suoi servigi. Ma il ragazzo, visibilmente sofferente, è un ex poliziotto e suo amico. Le persone da eliminare sono i famigerati fratelli Ventura della malavita romana, di cui uno particolarmente efferato negli omicidi e nelle crudeltà (Matteo Quinzi), un villain sadico e fuori di testa che eccentricamente ricorda nel look Michael Douglas di Un Giorno di Ordinaria Follia.
Che Sergio accetti o meno quel “lavoro”, il suo destino è già scritto. E’ un destino che insegue la vendetta, il sangue che chiama il sangue e non ci sono sconti per nessuno. Il ritmo cadenzato e il cresente senso di ansia ed oppressione verso quell’unica strada possibile, lontanissimo dai revenge movie americani, ricorda i film coreani e la lezione di Takeshi Kitano. Il taglio di un dito, come nella tradizione della yakuza, al malcapitato Riccardo Camilli, anche lui naturalissimo e bravo, ed una scena di danza, confermano l’intenzione di riecheggiare quelle particolari atmosfere.
La prima sopresa è che tutti gli attori, nessuno escluso, recitano benissimo, in modo spontaneo e credibile, lontano dal sopra le righe o dalla medietà di troppo cinema italiano, in questo film ricco di ruoli minori e camei (Fabio Massenzi, Gianluca Tocci, Simone Destrero). La fotografia segue i desideri e le indicazioni della macchina da presa, mostrandosi asciutta e sicura.
La pellicola è stata girata d’inverno, in un clima rigido ed inospitale che corrisponde bene a quel freddo che prende i pensieri e attanaglia lo spettatore per tutta la durata del film. I pensieri di Sergio, i suoi appunti, sono frammenti di memorie, speranze, destinate a svanire in un nulla che inghiotte ogni cosa, soprattutto le vite umane.
Il film è stato presentato questo autunno in anteprima assoluta al FIPILI Horror Festival di Livorno, un contenitore di film noti e opere prime, sia letterarie che cinematografiche, di genere orrorifico ma anche dark, in occasione del quale ha riscosso parecchio successo. Come mai un film così ben girato e ben interpretato, una storia lineare ma elegante ed accattivante nel suo dipanarsi, non viene ancora distribuito nella sale italiane? Questo è il vero mistero, il vero noir che coinvolgerà lo spettatore, che meriterebbe di vedere il prima possibile un bel film di genere italiano: Cattivo Sangue.
Mommi dice
ho visto il film 2 volte per dare un giudizio giusto. Il regista ha scelto di narrare gli avvenimenti della storia molto bene.
Sceneggiatura, dialoghi e interpretazione sono originali e ben fatti,
il montaggio risulta fluido e Il film scorre a volte lento ma bene,
utilizzo di luci ed effetti ambientali in generale molto buoni , effetti di computer e grafica sembrano realistici.
all’inizio sembra lento , ma poi aspetti con ansia il seguito .
ottimo lavoro!! voto: 9
complimenti a Simone Hebara