Storia d’amore? Western? Epopea con grandi attori di richiamo che mescola passione e faide familiari per attrarre il pubblico sulla falsariga di Via Col Vento? David O. Selznick ne fu produttore e co-sceneggiatore. Forse, ma non soltanto.
Duello al Sole, girato da King Vidor nel 1946 è un film perverso e morboso, un saggio di psicanalisi sull’impossibilità di amare e di essere amati senza la persistenza del dolore, reciprocamente inflitto e culminante in una morte orgasmica e ineluttabile.
Solo il regista spagnolo Pedro Almodovar, quarant’anni dopo, saprà essere più esplicito, mettendo in scena un thriller dal contenuto prettamente sessuale e vagamente esoterico: Matador.
Duello al Sole è anche ammantato da un cupo pessimismo da vera tragedia greca, perchè la maledizione passa di padre in figlio, come la licantropia: “oh, pene vane e vane speranze, solo una cosa è certa: passa la vita. Una cosa è certa, il resto è menzogna. Appena nato, il fiore comincia a morire” – recita in prigione il padre di Perla Chevez (Jennifer Jones), pover’uomo sfortunato sia in amore che al gioco. Infatti, la donna amata, Laura Bell (Lillian Gish) ha preferito sposare il senatore Jackson McCanles (Lionel Barrymore), ricco proprietario terriero. Per non scordarsi di soffrire, Chavez è convolato a nozze con una bellissima danzatrice indiana a cui piace amoreggiare con altri uomini. L’unico modo per possederla è ucciderla.
Condannato al patibolo per l’omicidio della moglie infedele, lascia la figlia adolescente Perla, mezzosangue, alle cure della sua antica innamorata, Laura Bell, non prima di essersi fatto promettere che lei sarà una brava ragazza, a differenza della genitrice, e che lo sarà ad ogni costo: la lezione è appresa e ben riposta.
Perla infatti appena giunta nella sua nuova dimora, conosce l’affettuosa Laura, il marito cattivo e paralitico e i loro due figli: uno gentile, Jesse (Joseph Cotten) e l’altro che segue le orme paterne, il fascinoso e arrogante Lewton (Gregory Peck). Entrambi i ragazzi sono attratti da Perla, che pur desiderando con tutta sé stessa una vita onesta e tranquilla, cade nei tranelli tesi da Lewton e si fa sorprendere dal fratello fra le sue braccia. I dissidi e i pessimi esempi genitoriali si trasferiscono anche al rapporto tra i fratelli, non solo caratterialmente molto diversi ma ora anche divisi dalla gelosia per Perla.
La ragazza, pur buona e bella, verrà denigrata, sedotta, perfino esorcizzata da un prete, poi illusa, ingannata e da agnello sacrificale, fiore bianco di innocenza, diventerà un angelo della vendetta, grazie a un fucile e alle sue abilità ancestrali di idiana.
Il mondo dei “normali”, che di tanto in tanto si affaccia, soprattutto nella persona di Jesse, trova ovvio che la ragazza detesti il suo amante e persecutore, cioè Lewton. Perla con candore afferma che, certo, lo odia, le ha ammazzato il marito, rovinato la reputazione, la usa a suo piacimento, è un fratricida, la scalcia via (letteralmente) ma non è certo quello il problema, perchè se lui arrivasse ora, lei lo seguirebbe anche in capo al mondo.
C’è altro da aggiungere? Sia Perla che Lewton sono a loro volta figli nati da amori malati che hanno saputo dispiegarsi solo nel rapporto sopraffatorio e che confondono e fondono l’amore con l’odio, la passione con la morte. I due amanti non conoscono altro modo di vivere e di amare, perchè per loro vivere è amare e quindi ineluttabilmente amare è anche morire.
Quando Perla, nella sua stanza, compreso di aver perso ogni chance con “il buono”, Jesse, prende la decisione di darsi volontariamente a Lewton, sperando di farne il marito, le sue movenze fatali ed eccessive sono da cinema muto espressionista, somigliano a quelle di Nosferatu il Vampiro di Murnau.
Perla è infatti una vampira, si nutre d’amore per sopravvivere, a qualsiasi costo, perchè ogni vittima è anche un potenziale carnefice, come insegnava il Marchese De Sade o più banalmente Just Jaeckin in Histoire D’O.
Duello al Sole è un film dell’orrore nè più ne meno de I Vivi e i morti (La Caduta della Casa degli Usher) di Roger Corman, tratto dal romanzo di Poe, perchè narra di una famiglia sulla quale grava una maledizione, di una casata destinata a disgregarsi, di errori dei padri che ricadono sui figli e di un destino al quale è impossibile sfuggire, nonostante gli amuleti e le benedizioni grottesche di una religione che nulla può di fronte alle potenze della morte.
La lunga sequenza finale durante la quale i due innamorati, armati di fucile, si colpiscono nel deserto, ferendosi a morte fino a quando, compresa la fine imminente, invocano l’uno il nome dell’altro, con Jennifer Jones che si trascina moribonda lungo le rocce, lacerandosi, strisciando, pur di raggiungere l’amato per un ultimo bacio, è tra le più strazianti e commoventi della storia del cinema. Anche nella realtà l’attrice si graffiò a sangue sulle pietre appuntite.
Duello al Sole è una fiaba oscura, erotica e tetra, una leggenda custodita da quella terra arida e assolata che ha dato i natali ai suoi protagonisti. Come racconta la voce narrante all’inizio del film:
“Tra le vette bruciate dal sole del Texas sorge ancora solitaria e battuta dalle intemperie la roccia conosciuta come Testa d’Indiana. Il tempo non muta il suo aspetto, nè offusca la leggenda dei disperati amanti che alla sua ombra confusero l’amore e la morte”
Di seguito il link per vedere gratuitamente il film completo su YouTube:
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