Va’ dove ti porta il cuore di Cristina Comencini
Regia: Cristina Comencini; drammatico, Italia/Francia/Germania 1996
Interpreti: Virna Lisi, Margherita Buy, Massimo Ghini, Galatea Ranzi, Valentina Chico
Lunedì 27 dicembre, ore 22.15, Rai 5, canale 23; durata: 110′
Il film di Cristina Comencini Va’ dove ti porta il cuore è ispirato all’omonimo romanzo di Susanna Tamaro, pubblicato per la prima volta nel 1994.
Si tratta del terzo libro dell’autrice. I primi due (La testa fra le nuvole e Per voce sola) avevano ricevuto apprezzamenti dalla critica, ma le vendite erano state molto modeste. Va’ dove ti porta il cuore, invece, fu un fenomeno travolgente, sia di critica che di pubblico. Venne tradotto in quarantotto lingue e ha avuto decine di milioni di lettori in tutto il mondo. É un romanzo che parla della crisi adolescenziale della crescita e delle conflittualità generazionali e, in particolare, si focalizza su un aspetto: la ricerca, in ogni essere umano, della verità nei rapporti d’amore. A ispirare la Tamaro, come ha spiegato lei stessa nelle interviste, era stata in parte la scomparsa della nonna materna, ma soprattutto un evento molto più tragico: la notizia del suicidio del suo migliore amico, Pietro.
“Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e frutti”. É questo, secondo la Tamaro, uno dei passaggi del libro che meglio sintetizzano il senso profondo di una storia che, come suggerisce il titolo, parla del cuore.
Virna Lisi, nel ruolo della protagonista Olga, si aggiudicò il Globo d’oro e il Nastro d’argento come miglior attrice.
Olga, un’anziana donna di famiglia bene, vive da sola in una villa confortevole appena fuori Trieste. Dopo un’esistenza segnata da contraddizioni, ambiguità e drammi familiari, sentendo di non avere più molto da vivere decide di affidare alla stesura di un diario le proprie riflessioni sulle vicende di cui è stata protagonista. In forma di flashback, dunque, ripercorriamo le tappe salienti della sua vita.
Cresciuta nel benessere di una famiglia borghese, ha un rapporto arido con i genitori, per assenza di dialogo e di comunicazione. Si sposa con scarso entusiasmo con Augusto, un ricercatore. Recatasi per un periodo di cure e riposo a Porretta Terme, Olga incontra Ernesto, un medico per il quale prova un’irresistibile passione e riesce a nascondere al marito l’adulterio, che si protrae anche al termine della cura. Frutto dell’adulterio è l’arrivo di una figlia: Ilaria, che cresce in casa di Olga e Augusto come figlia legittima, ma viene irrimediabilmente segnata dal disagio e dall’incomunicabilità con il genitore ufficiale, che le è estraneo, e con lei, che istintivamente la rifiuta perché dopo la nascita della bambina il suo amato Ernesto è morto in un incidente d’auto. Quando anche il marito Augusto muore, nel corso di un diverbio Olga confessa tutta la verità alla trentenne Ilaria – a sua volta madre senza marito della piccola Marta – che, sconvolta, si lancia in una folle corsa suicida in automobile. Marta viene cresciuta amorevolmente dalla nonna, ma anche con lei non tarderanno ad emergere dissapori. Dopo la morte di Olga, di ritorno dall’America (dove si era ormai trasferita da tempo) Marta scopre attraverso il diario il dramma della propria famiglia.
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