Il film di fantascienza cyberpunk Matrix (The Matrix), uscito nel 1999, di Andy e Larry Wachowski, vinse quattro Oscar, meritandosi gloria imperitura ed una sfilza di sequel, tra i quali il più recente è il discusso Matrix Ressurrection del 2021.
La domanda che il film si pone è se il mondo in cui noi viviamo sia quello reale, se non esistano piani paralleli o una realtà virtuale e ingannevole che ci fanno credere la nostra e l’unica possibile, mentre il vero mondo è altrove.
Interrogativi e dubbi simili a quelli che aveva nel 1635 lo scrittore Pedro Calderón de la Barca scrivendo il dramma filosofico e teologico La Vita è sogno. Il sogno oggi può essere inteso, per il moderno modo di concepire le cose, la realtà virtuale, nella quale siamo sempre più immersi, anche solo tramite i social che sempre più si sovrappongono alla nostra identità reale.

The Matrix
Molto prima di Matrix, si era occupato dello stesso identico argomento l’insospettabile regista drammatico Rainer Fassbinder, nel suo primo ed unico film di fantascienza, fatto apposta per la televisione tedesca: Il Mondo sul filo. Chissà, se una morte prematura non lo avesse colto, se quel filone sarebbe stato ancora indagato.
La TV non è sempre sinonimo di qualità inferiore rispetto al grande schermo, sia in termini produttivi che qualitativi, o almeno, in passato non è stato così. Lo possono testimoniare alcuni grandi registi del cinema come Roberto Rossellini, Edgar Reitz, David Lynch, Hayao Miyazaki, Lars Von Trier e proprio il tedesco Rainer Fassbinder, che calcarono la strada del racconto di serie destinato al piccolo schermo. Il Mondo sul Filo di Fassbinder, fu trasmesso dalla televisione tedesca nel 1973 e dalla Rai nel 1979.

Il mondo sul filo
Il film è tratto dal romanzo di Daniel F. Galouye “Simulacron-3”, che si ritiene abbia ispirato anche il film dei Wachowski.
Simulacron è un programma di realtà virtuale ancora da perfezionare, ma la sua applicazione, che altera la concezione tradizionale di spazio, tempo e identità, potrebbe essere utile a fini commerciali per studiare le tendenze del futuro, l’evoloversi della tecnologia e dei gusti umani. Quando il creatore del programma scompare in circostanze misteriose, la direzione di Simulacron passa a Fred Stiller (Klaus Löwitsch), il quale non tarda ad accorgersi che, all’insaputa di tutti, il progetto è saltato dalla fase sperimentale alla sua attuazione. Ma alcuni fatti nella vita del bel Stiller – un attore che sarebbe stato perfetto nei panni di James Bond – cominciano a non quadrare: personaggi che svaniscono all’improvviso davanti ai suoi occhi, a un passo da una rivelazione, strade che non si trovano più dove dovrebbero essere, proprio come lui stesso fosse all’interno di un mondo simulato, di un gioco. Bionde bellissime ed enigmatiche, feste in psicina, inseguimenti, svenimenti, pistolettate. Il film di Fassbinder è un poliziesco che segue i percorsi tortuosi della coscienza e che alla fine fa trovare il protagonista di fronte alla scoperta del vero sè stesso.

Il mondo sul filo
Come fu definito su “Der Spiegel” in occasione della proiezione alla Berlinale nel 2010: “una vera e propria meditazione sulla paranoia individuale e collettiva nell’era dell’informazione, nata in un momento in cui l’era dell’informazione non era neppure cominciata”.
Il grande regista, perfettamente a suo agio anche con la fantascienza e nel format televisivo, non rinuncia alla sua cifra stilistica e non scende a compromessi, perseguendo, come ha sempre fatto, la propria ricerca sull’identità umana, smarrita in mille simulacri e finzioni. In modo magistrale e profondamente drammatico, prendendosi la libertà di beffarsi un po’ del genere e non senza ironia, Fassbinder mette in scena un autentico dramma, che pone questiti profondissimi non solo sull’identità, ma sull’autonomia e sul libero arbitrio umano. Il suo diventa un mondo dominato da divinità implacabili dell’antica Grecia, che perseguono i loro fini ed usano gli uomini come semplici pedine, la cui vita è appesa ad un filo, ad un capriccio. La follia che irrompe nella vita degli uomini, è spesso segno di improvvisa scoperta della verità, di vera saggezza.

Il mondo sul filo
Alla ricerca del massimo realismo proprio attraverso gli intoppi e gli eccessi della finzione, il regista non amava girare troppe volte la stessa scena. La fissità e la rigidità degli attori, in certi momenti, ci introducono in un mondo delle bambole, dei robot, dal quale il nostro eroe riuscirà a fuggire solo grazie al suo sacrificio e soprattutto all’amore, sentimento capriccioso e divino che apre la porta della vita vera ai suoi iniziati. La morte di Fred Stiller è, letteralmente, il trapasso ad un’esistenza migliore e la sua immagine in quell’istante, fortemente emblematica, ricorda il dipinto “Il 3 maggio 1808” di Francisco Goya.
Il Mondo sul Filo è disponibile in dvd (doppio disco masterizzato in digitale 2K + booklet), riscoperto da parte della Ripley’s Home Video, impegnata anche nella riedizione dei suoi film più celebri insieme a quelli di altri autori del Nuovo Cinema Tedesco (Edgar Reitz, Wim Wenders, Werner Herzog).
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