A Tor Bella Monaca Non Piove Mai di Marco Bocci
Regia: Marco Bocci; commedia, Italia/Spagna 2019
Interpreti: Libero De Rienzo, Andrea Sartoretti, Antonia Liskova, Lorenza Guerrieri, Fulvia Lorenzetti, Giorgio Colangeli.
Lunedì 17 gennaio, ore 22.15, Rai 5, canale 23; durata: 89′
Cattivi si nasce o si diventa? Mauro, un ragazzo poco più che trentacinquenne, sta per scoprirlo a sue spese. La sua ex fidanzata Samantha, bella e sensuale come poche, l’ha lasciato per un dottore, ma lui non si dà pace. Vuole trovare il modo di riconquistarla, ma anche di iniziare a “vivere”. Distrutto da lavoretti precari senza prospettive e dalla totale assenza di un proprio ruolo nella società, vuole ora andare incontro al futuro a testa alta. Ma tra i casermoni di Tor Bella Monaca, quartiere difficile delle periferia romana – dove Mauro è nato e cresciuto – la vita è una corsa a ostacoli e perfino un lavoro vero è un miraggio. Così, quando due suoi amici si mettono in testa di rapinare niente meno che la mafia cinese, la tentazione di lasciarsi coinvolgere è troppo forte. Improvvisarsi cattivi però non è cosa da poco: lo sa bene Romolo, fratello di Mauro, ex delinquente pentito che da anni lotta per conquistare una seconda opportunità. E mentre la famiglia di Mauro e Romolo, alle prese con un inquilino moroso e le mille ingiustizie dell’Italia di oggi, fa di tutto per restare unita e non soccombere, un destino crudele si prepara a giocare l’ennesimo tiro a Mauro e compagni.
Dopo una lunga carriera come attore cinematografico e televisivo Marco Bocci si sposta dietro la macchina da presa con questo suo esordio nel lungometraggio: A Tor Bella Monaca non piove mai, tratto dal suo omonimo romanzo, pubblicato nel 2016 per De Agostini.
Il quesito iniziale – Cattivi si nasce o si diventa? – nasce dalla disperazione del protagonista (Libero de Rienzo) che lo porta a compiere azioni innaturali per lui e a combattere contro la propria natura mite e tranquilla. La cattiveria di Mauro è infatti data da una serie di ingiustizie che rendono anche un tranquillo essere umano un uomo molto arrabbiato.
I riferimenti al cinema di Claudio Caligari sono evidenti, la periferia è ben fotografata e i volti degli attori sono giusti per il ruolo, con omaggi ai poliziotteschi degli anni 70. Tuttavia il film, pur nella varie scene riuscite, sembra non assemblarsi mai e non portare a quella deflagrazione rabbiosa – espressa meglio nel libro – che gli avrebbe permesso di andare al di là del risultato piacevole.
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