Il mangiatore di Pietre
Regia: Nicola Bellucci; drammatico, Italia 2018
Interpreti: Luigi Lo Cascio, Elena Radonicich, Peppe Servillo, Vincenzo Crea, Bruno Todeschini, Ursina Lardi, Leonardo Nigro.
Lunedì 14 marzo, ore 22.10, Rai 5, canale 23; durata: 90′
Cesare, vedovo di una moglie bella ed amata, ex contrabbandiere e spallone di clandestini, trova in una valle remota il corpo del figlioccio Fausto assassinato. Cesare aveva introdotto Fausto al contrabbando. Ma i due uomini avevano perso i contatti, dal momento in cui Fausto aveva deciso di accettare di occuparsi anche del trasporto di droga. Cesare aveva rifiutato di essere coinvolto in questo e da allora in poi aveva preferito vivere di lavori occasionali. L’unico suo amico del paese è Ettore, un piccolo imprenditore, anche lui un ex contrabbandiere. Cesare è sotto sorveglianza quando la polizia inizia ad indagare sull’omicidio. Presto il solitario vedovo acquista la fiducia dell’investigatore, il commissario Sonja di Meo. Lei invece sospetta il brigadiere di polizia locale di essere in combutta con la rete di trafficanti di droga. Tratto dal romanzo omonimo di Davide Longo. PRESENTATO AL 36° TORINO FILM FESTIVAL (2018), NELLA SEZIONE ‘FESTA MOBILE/TPFC’.
Il regista e le sue parole: Nicola Bellucci (Arezzo, Italia, 1963) studia filosofia all’Università di Firenze. Nel 1988 si diploma in regia all’Istituto di scienze cinematografiche della stessa città. Nel 1996 si trasferisce in Svizzera e lavora come montatore e direttore della fotografia. Nel 2010 gira il documentario Nel giardino dei suoni, che ottiene numerosi riconoscimenti e premi internazionali. Grozny Blues, il suo secondo lungometraggio, girato in Cecenia nel corso di tre anni, viene mostrato nei più importanti festival internazionali ed è scelto tra i quindici migliori documentari del 2015 dall’Efa. Il mangiatore di pietre è il suo primo lungometraggio di finzione.
«Sono state le forti sensazioni suscitate in me dalla lettura del romanzo di Davide Longo a convincermi di voler realizzare Il mangiatore di pietre. Nella storia del “mangiatore” si rivelano i lati opachi delle cose, la duplicità dell’agire umano che mi affascina e spaventa, e che da tempo volevo “cinematograficamente” raccontare, arrischiandomi in un territorio affascinante e pericoloso, quello tra romanzo di formazione e film di genere. Il confine, territorio di mezzo, indeterminato e ambiguo: linea reale, convenzionale o culturale, che separa, sempre, ciò che è altro da sé è il luogo simbolico per eccellenza di questo film».
Il Mangiatore di pietre è un giallo dai ritmi lenti e frammentati, ma anche un noir decostruito, ambientato fra i ghiacci, opera prima di un regista che viene dal documentario. Il protagonista è un uomo tormentato dai sensi di colpa che sarà costretto a fronteggiare i suoi fantasmi.
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