La nonna è morta da poco e la piccola Nelly, di 8 anni, si reca insieme ai genitori nella loro casa d’infanzia, per sistemarla e svuotarla. Durante quel breve viaggio nella casa immersa tra i boschi, la bambina vivrà un’esperienza magica e soprannaturale che la metterà in connessione col passato della sua famiglia e riannoderà con dolcezza i fili che legano tre generazioni di donne.
Infatti, mentre Nelly esplora il bosco che circonda la casa, incontrerà una bambina molto simile a lei che sta finendo di costruire una capanna fatta di rami e che sembra proprio quello stesso rifugio della quale le aveva parlato la madre. Nel frattempo la donna, Marion, si è dovuta allontanare e Nelly resta sola col padre, stringendo sempre più amicizia con quella bambina misteriosa.
La regista, dopo il meraviglioso Ritratto di giovane in fiamme, torna a raccontare una storia di relazioni ed emozioni profondissime che seguono un sentiero apparentemente quieto e silenzioso per poi afferrare il cuore dello spettatore all’improvviso. Sono spesso storie che descrivono, in modo originale e sincero, l’universo femminile e i suoi percorsi peculiari e raramente lineari che però delimitano quel territorio fatto di delicatezza e ariosa poesia che riesce a descrivere situazioni altrimenti ardue da portare sullo schermo. Il pensiero va alla maestra Jane Campion di Lezioni di piano ma anche del più recente ed enigmatico Il Potere del Cane.
In questo caso Petite Maman travalica il genere intimista ed entra a piccoli passi di bambina nel mondo del fantastico, riuscendo a parlare dell’elaborazione di un lutto e del senso di colpa e di abbandono vissuto dalla parte dell’infanzia, attraverso la semplicità apparente di un gioco. Se il gioco infatti è preparatorio alla vita reale, la vita stessa può essere spiegata attraverso un gioco, oppure un sogno. Difficile dire cosa sia reale e cosa no, essendoci inoltrati nel regno incantato della fanciullezza.
Quel che Petite Maman, presentato in anteprima al 71º Festival internazionale del cinema di Berlino, lascia è un senso di leggerezza e pacificazione interiore, come se viaggiare attraverso il tempo, perdonare, congedarsi dalle persone amate del nostro passato, diventasse improvvisamente semplice.
Petite Maman è un piccolo gioiello che in modo non tronfio e sensazionalistico, fatto di voci piuttosto che di grida, alle quali cinema e letteratura contemporanea ci hanno invece abituati, affronta temi importanti ed ancestrali con semplicità e grande delicatezza.
La regista, confermando una sensibilità fuori dal comune e il suo talento per raccontare i sentimenti, si serve di nuovo della natura e del suo linguaggio quieto ed impetuoso (mari, scogliere, boschi) per inserire l’uomo, ma soprattutto la donna, nel contesto che gli è più congeniale. Un film per molti, ma non per tutti.
Data di uscita: 21 ottobre 2021
Genere: Drammatico, Fantasy
Anno: 2021
Regia: Céline Sciamma
Attori: Joséphine Sanz, Gabrielle Sanz, Nina Meurisse, Stephane Varupenne, Margot Abascal, Guylaine Pean
Paese: Francia
Durata: 72 min
Distribuzione: Teodora Film e MUBI
Sceneggiatura: Céline Sciamma
Fotografia: Claire Mathon
Montaggio: Julien Lacheray
Musiche: Jean-Baptiste de Laubier
Produzione: Lilies Films
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