Disponibile su RaiPlay Sulla infinitezza, un film del 2019 scritto e diretto da Roy Andersson. Il film è stato presentato in anteprima il 3 settembre 2019 in concorso alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, vincendo il Leone d’argento per la migliore regia. Con Martin Serner, Jessica Louthander, Tatiana Delaunay, Anders Hellström, Jan Eje Ferling, Bengt Bergius, Thore Flygel.
Trama
Nel film si susseguono momenti di vita vari tra passato e presente: una coppia vaga nella città di Colonia afflitta dalla guerra, un padre e una figlia si dirigono a una festa di compleanno, delle adolescenti ballano fuori da un bar, dei soldati marciano verso un campo di prigionia. Tra gli altri personaggi: un prete, una direttrice marketing, una donna che ama lo champagne, Adolf Hitler e Ivan il Terribile.
“L’esistenza umana è inesauribile e come tale ho voluto che fosse la composizione delle varie scene. nella mitologia greca c’è un oggetti che è meglio noto come il corno dell’abbondanza o, semplicemente, cornucopia. Si tratta di un corno di capra pieno di oggetti che simbolizzano ricchezza e abbondanza. Di solito, è rappresentato come traboccante di ortaggi e frutta di ogni genere, di una generosità che, come vorrebbe il mito, non finisce mai: è dunque un’incarnazione fisica di quella che è l’infinita inesauribilità. Penso che l’arte e la storia dell’arte abbiano oggi lo stesso ruolo della cornucopia e che racchiudano al loro interno l’intero significato dell’umanità stessa. Confesso che spesso ho provato una certa invidia per la ricchezza delle belle arti. Naturalmente, ci sono film che sono quasi alla pari con i grandi capolavori delle belle arti ma, secondo me, sono pochissimi”.
(Roy Andersson)
Cinque anni dopo il Leone d’Oro vinto con Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza lo svedese Roy Andersson torna a vincere a Venezia, questa volta come miglior regista. Sulla infinitezza (Om det oändliga) è un caleidoscopio di tutto ciò che è umano, una storia infinita sulla vulnerabilità dell’esistenza. Una riflessione sulla vita umana in tutta la sua bellezza e crudeltà, splendore e banalità. Una sovrapposizione poetica di quadri che catturano momenti di vita.
Alcuni dei personaggi ritratti sono Adolf Hitler, una direttrice marketing, una donna che ama lo champagne e un prete. Momenti insignificanti assumono lo stesso significato degli eventi storici: una coppia fluttua su una Colonia devastata dalla guerra; sulla strada per una festa di compleanno, un padre si ferma a legare i lacci della figlia sotto la pioggia battente; le ragazze adolescenti ballano fuori da un bar; un esercito sconfitto marcia verso un campo di prigionia. La narrazione è guidata dalla voce calda di una donna, una sorta di Scheherazade (delle Mille e una notte) che racconta la storia dell’umanità e invita gli spettatori a riflettere sulla preziosità e la bellezza della nostra esistenza.
“In perfetta continuità con le opere che lo hanno preceduto, il nuovo tassello della carriera registica di Andersson utilizza il rettangolo cinematografico come una finestra affacciata su frammenti di vita quotidiana. Questi vengono contrapposti a brevi interludi estrapolati dalla storia del Novecento, quasi a voler evidenziare l’aura di insignificanza che accarezza allo stesso modo avvedimenti e temporalità apparentemente distanti.”
(Andrea Pedrazzi, Cinefilia ritrovata)
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