Alla Conferenza stampa, svoltasi dopo la proiezione dell’anteprima di Koza Nostra, erano presenti, oltre al regista Giovanni Dota, gli interpreti Irma Vitovska (Vlada), Giovanni Calagno (Fredo), Giuditta Vasile (Francesca), Lorenzo Scalzo (Luca) e Gabriele Vitello (Gianni). Sono stati toccati molteplici aspetti della pellicola, fino ad affrontare una tematica delicata ma necessaria, quella della guerra, oggetto appunto rilevante di conversazione, essendo anche il film una co-produzione Italo-Ucraina.
Com’è stato costruito l’equilibrio tra action e comedy?
Dota: ho conosciuto la commedia quando frequentavo il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. La mia idea sin dall’inizio è stata accompagnarla al genere gangster, cercando di replicare quel preciso atteggiamento ed equilibrio tra comicità e non, già usata nel cortometraggio “Fino alla fine”.
Il percorso verso l’opera prima com’è stato? Ponticelli, il suo luogo natio a Napoli, è coinvolto in questo suo progetto?
Dota: Sì assolutamente! Il mio percorso parte proprio da Ponticelli; proprio lì ho capito come creare un compromesso per arrivare a ciò che voglio realizzare e uno dei miei obiettivi è di fare satira con la cattiveria, tramite la comicità.
Insidetheshow chiede: questo film è donna. La centralità dei personaggi di Francesca e Vlada, risalta. È stata una scelta voluta? E se sì, com’è nata l’idea di fare spiccare un lato morbido su un film, a prima vista, di stampo più maschile?
Dota: Guardi, all’inizio ero molto incerto e spaventato nel voler mettere al centro del film una donna. Vista la tematica, pensavo ad un soggetto più duro; poi, quando ho capito che il personaggio di Vlada era come un ariete, sfondava, non ho più avuto dubbi. È il valore aggiunto che dà la giusta emozione al film.
La donna è sicuramente centrale pur senza sovrastare tutto il resto.
Irma Vitovska (nel ruolo di Vlada): in effetti ho avvertito subito la centralità del mio personaggio: il ruolo femminile, soprattutto quello della madre, nella vita reale è molto simile al modello italiano.
Giuditta Vitale (nel ruolo di Francesca): il ruolo della figlia del capo mafioso è caratterizzato dall’ansia di non essere mai abbastanza all’altezza del padre, in una famiglia dove la comunicazione è inesistente, con due fratelli sempre inl lotta per ricevere l’attenzione paterna. Vlada è la figura materna che in quella famiglia è mancata.
Il tema guerra è inevitabile; com’è cambiata la vita in questo periodo per l’interprete di Vlada?
Irma Vitovska: sono sempre in contatto con il popolo ucraino; la voce di un personaggio conosciuto è fondamentale per la gente di lì, in qualche modo, dona coraggio. Si è ascoltati. Tantissimi civili, anche registi e attori, hanno dovuto cambiare il loro mestiere per andare a combattere; ma tutti i miei colleghi sono rimasti in Ucrain per aiutare il popolo e far passare anche le giuste informazioni. Se invece vogliamo parlare di me personalmente, posso dirvi che all’ inizio non volevo partire, lasciare l’Ucraina; il mio lavoro ora lì e stare accanto alle madri, ai bambini, alle persone fragili, aiutando a procurare anche i medicinali dove serve. Da quando è iniziata la guerra in maniera totale, il nostro Presidente ha iniziato a parlare con i Governi di altri Paesi; ogni giorno vediamo quanti aiuti arrivano e l’Italia ha donato due ambulanze. Quando si vede questo, credetemi, ci ha la speranza che tutto possa risolversi. Per favore, non stancatevi!
Giovanni Dota, quanti provini ha fatto prima di arrivare al cast definitivo?
Dota: ne abbiamo fatti un bel po’. Ma appena ho visto loro (cenno della mano indicando i presenti interpreti), ho fatto di tutto per ottenerli. Abbiamo fatto provini anche in Ucraina ovviamente e mi avevano messo solo un compromesso: prendere Irma (ridendo) quando non sapevano che io già la volevo! Lei, nonostante la difficoltà della lingua italiana, ha saputo dare il giusto tono e le giuste intenzioni a ciò che diceva, anche se non le era perfettamente chiaro il significato reale.
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