Dopo aver deliziato i fan con la primissima trilogia sullo Spider-Man di Tobey Maguire, Sam Raimi ha deciso di tornare alla guida di un cinecomic, dirigendo il sequel di Doctor Strange e prendendosi il pieno controllo creativo. Sin dai primi frame si può notare lo stile del regista, che mette da subito in chiaro una cosa: si tratta di un film horror nonchè molto, ma molto violento. Procediamo con ordine.
Dopo gli avvenimenti di Loki e Spider-Man No Way Home, che hanno di fatto sdoganato il multiverso, Stephen Strange non è più quello di un tempo. Lo stregone inizia ad avere degli incubi ricorrenti su realtà alternative che ben presto si dimostrano veritieri. Il film inizia proprio con questa sua visione: una variante del Doctor Strange e una misteriosa ragazza, America Chavez, intenti a scappare da una mostruosa creatura che vuole impossessarsi del potente artefatto noto come Libro di Vishanti. La ragazza possiede la capacità di aprire portali per gli universi alternativi, poteri magici che fanno gola a tutti, soprattutto a Wanda Maximoff, ormai in uno stato psicologico devastato dopo gli eventi di WandaVision.
Non ci dilungheremo troppo sulla trama per evitare il rischio di incorrere in spoiler, ma il film diventa ben presto una caccia al topo tra Doctor Strange e Wanda. Elizabeth Olsen riesce a dare ancora una volta prova delle sue grandi capacità attoriali, rendeosi protagonista di scene emotive molto personali e forti. Pur non superando mai il rating PG-13, Doctor Strange nel Multiverso della Follia si configura come un horror a tutti gli effetti: mutilazioni, morti viventi, sangue e jump scares. Sam Raimi sembrerebbe non essere sceso a compromessi, rifacendo in alcuni frangenti un Evil Dead in salsa Marvel. Ovviamente non mancano dei momenti comici per bilanciare il tono del film, ma i fan che temevano in un Sam Raimi col freno a mano legato potranno dormire sogni tranquilli.
Purtroppo non è tutto oro quel che luccica in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Alcuni momenti confusionari e una narrazione fin troppo sbrigativa rendono il film un ottimo sequel di Doctor Strange, ma non il tassello di un grande puzzle per il futuro del MCU. I tanto agognati e desiderati cameo sono presenti, ma si riducono a una manciata di personaggi, smorzando le aspettative di milioni di fan che avrebbero voluto vedere di più. Anche in questo caso la durata di sole 2 ore e 6 minuti sembra essere non coerente con tutto quello che le conseguenze del Multiverso avrebbe dovuto portare. Promemoria: per la visione del film si consiglia caldamente l’aver già masticato WandaVision e la serie animata What If?.
Plauso alla colonna sonora del film con un Danny Elfman in forma strepitosa. Ciò che veramente colpisce di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è l’aver saputo superare l’aspetto visionario legato alle arti oscure. Incantesimi, malefici, utilizzo del Darkhold, tutto viene portato in scena con maestria. Si vede che Kevin Feige e Sam Raimi hanno voluto osare, spingendosi ben oltre i classici canoni di un film Marvel, ma inciampando lungo il cammino. Per dare un nostro giudizio definitivo, il sequel di Doctor Strange convince, ma non stupisce. Occhio (letteralmente parlando) alla prima scena post-credits, che sembra stuzzicare una nuova avventura mistica per lo Stregone. La seconda, invece, è soltanto una gag comica.
Data di uscita: 4 maggio 2022
Genere: Azione, Fantasy
Anno: 2022
Regia: Sam Raimi
Attori: Benedict Cumberbatch, Elizabeth Olsen, Benedict Wong, Rachel McAdams, Bruce Campbell, Xochitl Gomez
Paese: USA
Durata: 126 min
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
Sceneggiatura: Jade Halley Bartlett
Fotografia: John Mathieson
Montaggio: Tia Nolan
Musiche: Danny Elfman
Produzione: Marvel Studios
Lascia un commento