Dopo anni di servizio ai piedi di una high-tech corporation e un progetto presentato e respinto in cinque secondi, il giovane Adam (Liam Hemsworth) decide di averne avuto abbastanza. Una notte di ribellione gli costa però la libertà e nel giro di poche ore si trova ricattato e costretto a infiltrarsi nella società rivale della sua. È l’entrata nella lussuosa vita che ha sempre sognato, ma anche una sorta di iniziazione alla corruzione e al crimine.
Il successo. Il solletico di farne parte. L’occasione. Il ricatto. Fino a che punto un giovane ambizioso può spingersi? Fino alla fine, verrebbe da dire. Perché l’ambizione non ha tempo, non ha argini, tracima in lungo e in largo pur di soddisfarsi. Così Luketic (La rivincita delle bionde, 21) se la immagina e così Adam non fa una piega. Un po’ di titubanza e stop: tuffo di testa nella piscina dello sfarzo, dei soldi e dello champagne. Ma anche nel mare di squali più svegli e subdoli di lui. Harrison Ford e Gary Oldman, navigati industriali di telecomunicazioni pronti a tutto pur di essere i primi. Adam si adatta. Seguono la psicologia dell’atteggiamento giusto, l’orologio firmato, la macchina status simbol (l’ibrida Fisker su tutte) e l’arredamento Armani. Improvvisamente viene notato da una donna che la stessa mattina lo aveva buttato fuori dal letto ed entra nel club dei potenti. Lo ha sognato per una vita intera, lo immaginava al di là del ponte di Brooklyn, lo desiderava ogni volta che guardava suo padre. Non si biasima, si segue la storia. Solo che nel Potere dei soldi resta nascosta nelle micro telecamere piazzate dovunque a mo’ di grande fratello e sulla faccia di Ermsworth si vede appena. La sua è soprattutto ansia, di non capire dove si sia cacciato davvero, di aver messo in pericolo i suoi cari, o forse, di prestazione attoriale. Tratto dal romanzo di Joseph Finder, la Paranoia qui non ha volto, ma un viso impietrito che occhieggia lanciando poche altre emozioni. Dunque l’attenzione si sposta sugli antagonisti, Ford che da ex padre incanala la sua rabbia nell’impietoso uso di persone come burattini, riuscendoci, e Oldman che però a un certo punto smarrisce la foga iniziale. De Il potere dei soldi si ricorda il ruolo del papà Dreyfuss, che ha sgobbato una vita intera conservando i propri valori, ma che il regista ritaglia in un angolino del suo gioco.
Non è un film brutto, solo superficiale, ostacolato da una trama già sentita e da un thriller di poca tensione. Luketic si muove nell’attualità di aziende tritacarne e mangiasoldi per mettere in pratica un confronto (e contrasto) generazionale. Da un lato le buone intenzioni incenerite di un giovane promettente e dall’altro il fianco oscuro del potere e della ricchezza. Nessuna ramanzina sullo stato delle multinazionali, ma un faccia a faccia con la tentazione, con la scelta e con il credo del successo immediato. Forse per coerenza si affretta anche nella conclusione e ciò che rimane è un’annusata generale dentro la corruzione, dentro la poca interiorità della vita stravolta di un ragazzo e le relative conseguenze. Con una domanda che tuttavia resta in calce: se le cose gli fossero andate diversamente?
“Al mondo tutti mentono. Non c’è giusto e sbagliato, solo vittoria o sconfitta”.
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Scheda film
Titolo: Il potere dei soldi (Paranoia)
Regia: Robert Luketic
Sceneggiatura: Jason Hall, Barry L. Levy
Cast: Liam Hemsworth, Gary Oldman, Amber Heard, Harrison Ford, Lucas Till, Embeth Davidtz, Julian McMahon, Josh Holloway, Richard Dreyfuss
Genere: thriller
Durata: 106’
Produzione: Gaumont, Demarest Films, EMJAG Productions, Kintop Pictures
Distribuzione: Moviemax
Nazione: Usa
Uscita: 12/09/2013
Tratto dal romanzo Paranoia di Joseph Finder.
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