La veduta luminosa
Regia: Fabrizio Ferraro
Interpreti: Alessandro Carlini, Catarina Wallenstein, Freddy Paul Grunert.
Genere: Drammatico, Italia/Spagna, 2021
Lunedì 11 luglio, ore 22:15, Rai 5, Canale 23, durata 88′
Uno stanco autore, il sig. Emmer, e Catarina, l’assistente di un produttore assente, intraprendono un viaggio alla ricerca dei luoghi di Hölderlin, per un progetto impossibile sul poeta tedesco. Durante il viaggio le ispirazioni si rivelano però lontane, ostacolo per la realizzazione di qualsiasi opera. Un canto d’amore per la Natura sofferente. “Se io delirassi, mi strapperei le bende e allora scorrerebbe il mio sangue là dove deve, dentro questa terra di dolore. Questa terra di dolore! e nuda! che io volevo rivestire con i boschi sacri…”.
PRESENTATO AL 71° FESTIVAL DI BERLINO (2021) NELLA SEZIONE ‘FORUM’.
“Ecco, per scelta o per necessità, il cinema di Fabrizio Ferraro sembra votarsi al nomadismo perenne, se consideriamo, tra gli altri, i precedenti Quattro notti di un straniero, sul viaggiare da Berlino a Berchidda del trombettista Paolo Fresu in Quando dal cielo, sulla peregrinazione incessante della scultura “Il Battesimo di Cristo” in Colossale sentimento, sul già citato Gli indesiderati d’Europa. L’avanzare della mdp alle spalle dei protagonisti intervallata con l’uso della soggettiva, lasciano che si entri nel centro più riposto e inimitabile della soggettività, costituito dallo sguardo, dalla maniera di creare una relazione indissolubile tra naturale a antropico. Il poeta si firmava Scardarelli, nella sua quiete follia. La sua follia se l’era meritata, mentre oggi ce ne sono di pazzi che non la meriterebbero quella follia. Ferraro invita a guardare nell’aperto, cercando ciò che è nostro, per quanto lontano. Come il suo personaggio errante, Emmer, cerca ciò che nostro per quanto lontano, dormendo nel bosco, ai piedi degli alberi, attraversando trasparenze e immagini fuori fuoco.
Gli Dei sono fuggiti, il mondo è disertato dal divino, tuttavia un fuoco ci trascina, nonostante tutto, c’è questa urgenza, domanda che preme nel profondo, una domanda che ci impone a cercare ciò che è più propriamente nostro. Cercare il dove, il da dove. Quel domandare osa scavalcare l’ultimo orizzonte per porci all’aperto, nello spazio sconfinato. Figli del caso verso la dissipazione. Ma la verità è una sola? La verità va declinata. Emmer non incontra una pietra di inciampo, ma nel suo cammino si attende qualcosa, l’assurdo in cui lo sguardo naturalistico, ferocemente indifferente, si fonde con lo sguardo tragico, di boschi neri a rivestire una terra di dolore, una terra nuda, da una veduta luminosa” (Leonardo Lardieri per Sentieri Selvaggi)
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