Basato sulla magnifica sceneggiatura dello scrittore Ennio Flaiano (insieme a Ruggero Maccari, Antonio Pietrangeli ed Ettore Scola), Fantasmi a Roma, uscito nel 1961, si colloca al centro della della produzione di Pietrangeli, scomparso prematuramente solo sette anni dopo.
Flaiano, drammaturgo, umorista e critico cinematografico, fu anche storico collaboratore di Federico Fellini. Nella vicenda dei cinque fantasmi, vissuti in epoche diverse, che popolano antichi palazzi e passeggiano per le strade di Roma, ritroviamo le stesse atmosfere oniriche de La Dolce Vita, la stessa poesia delicata che sfiora la guancia come uno zefiro, accanto al graffiante sarcasmo dello scrittore.
Il regista Pietrangeli sa raccontare con grazia inarrivabile le debolezze e le miserie dell’animo umano, in contrappunto a una bellezza nobilitante che spesso, nei suoi lavori, è affidata al carattere e al volto di un personaggio femminile. Nel caso di Fantasmi a Roma è la stessa città la vera protagonista, soffusa e fatale, piena di incanto ma anche bettole e anfratti, coi suoi edifici, le sue strade, il suo fiume, sulle cui sponde si amoreggia ma ci si toglie anche la vita.
L’anziano Principe Annibale di Roviano (Eduardo De Filippo) vive, senza alcuna compagnia se non quella di un gruppo di fantasmi, suoi antichi parenti, nel palazzo di famiglia nel centro storico di Roma.
I fantasmi, biondi, argentati, velati, sono quelli di Poldino (Claudio Catania), il fratello maggiore di Annibale, morto bambino ad inizio ‘900 a causa dell’esplosione di un fuoco d’artificio, del pasciuto Frà Bartolomeo (Tino Buazzelli), un frate morto nel 1653 per aver mangiato polpette avvelenate lasciate come esca per topi, della bella e svampita Donna Flora (Sandra Milo), vissuta nell’Ottocento e morta suicida nel Tevere per una delusione d’amore. Ed infine c’è Reginaldo (Marcello Mastroianni), bisnonno di Annibale, un libertino del Settecento, che indossa una sola scarpa, l’altra l’ha persa cadendo da un balcone per sfuggire a un marito geloso.
Un goffo ingegnere, rappresentante di una grande società, vorrebbe acquistare il palazzo per demolirlo e costruire al suo posto un supermercato. Il principe rifiuta con garbo ma decisione l’offerta, vuol vivere il resto dei suoi giorni con dignità nella dimora avita. I fantasmi si prendono gioco del misero affarista rubandogli il cappello, che l’uomo crede portato via dal vento. Mescolati alle gente comune e ancora coinvolti nelle vicende umane, invisibili a tutti, tranne a coloro che stanno per morire, i fantasmi di Pietrangeli sono un soffio di polvere lunare che unisce gli eventi, che mostra come i sentimenti, ma anche l’avidità e la stupidità siano trasversali nel tempo.
Oculato nelle piccole cose e gran signore nell’animo, il principe Annibale morirà a causa di una scaldabagno aggiustato male. Suo unico erede è un nipote, Federico di Roviano (Mastroianni), che si accompagna alla venale attricetta Eileen (Belinda Lee), intenzionato a cedere il palazzo agli speculatori. Ma i fantasmi non si arrenderanno all’idea di perdere la loro casa, arrivando a chiedere aiuto all’irascibile spettro del pittore Gian Battista Villari, detto il Caparra (Vittorio Gassman).
Elegantissimo, fotografato da Giuseppe Rotunno, con le musiche indimenticabili di Nino Rota, che contribuiscono a quello straniamento onirico necessario per rendere naturale la convivenza tra i vivi e i morti, Fantasmi a Roma risulta un film senza tempo che non ci si stanca mai di vedere e rivedere, adatto a ogni età. L’unione di senso dell’umorismo che non è ancora pura commedia, e di una dolcezza nostalgica che non può ancora dirsi malinconia, rendono questo film una sapiente e mai didascalica lezione di vita, mostrata proprio dai trapassati.
Se denaro e le passioni possono essere passeggeri, così non è per quell’accudimento tenero, quel rispetto generoso, quella curiosità gentile e un po’ bambina che altro non è che la nobiltà dell’animo, vera immortale.
Di seguito il link al film completo su You Tube:
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