C’erano una volta, nella mitologia americana, gli eroi, che erano buoni e lottavano contro le forze del male. Queste erano rappresentate dai cattivi, che spesso erano creature tormentate, non prive di ambiguità, le quali, pur dibattendosi tra una natura benevola ed una malvagia, soccombevano per debolezza o per avidità al lato oscuro. Gli anti eroi, cioè i cattivi, ci sono sempre stati, taluni dotati di un fascino particolare, ma mai come nell’ultimo quinquennio abbiamo assistito ad una vera a propria glorificazione del cattivo, che ha iniziato ad avere ruoli da protagonista assoluto, pur non redimendosi minimamente, ma spiegando la sua eziologia (se è malvagio, ha delle ottime ragioni per esserlo) e puntando sull’alto grado del suo sex appeal.
Alcuni esempi lampanti sono il celebre Joker (2019) con Joaquin Phoenix, Maleficent – Signora del Male (2019) con Angelina Jolie, Birds of Prey, la serie TV Harley Quinn e The Suicide Squad (2021) in cui un gruppo di assassini galeotti dai super poteri, salva il mondo. Insomma, il cattivo piace, è in grande ascesa nel gradimento medio degli utenti, ed è passato dal target adulto a quello dell’intrattenimento infanzia-adolescenza.
In questo contesto, seguendo a ruota Venom di Ruben Fleischer (2018), che non rappresentava proprio il top come cattivo ma era dotato di un certo senso dell’umorismo, ecco arrivare nel 2022, tra strombazzamenti e presentazioni fantasmagoriche, Morbius per la regia di Daniel Espinosa, adattamento cinematografico dei fumetti Marvel creati da Roy Thomas e Gil Kane, apparsi per la prima volta nel 1971. Morbius è uno degli antagonisti dell’Uomo Ragno. Non a caso è il terzo film del Sony’s Spider-Man Universe dopo Venom e il suo sequel del 2021.
Morbius (Jared Leto) è un uomo particolarmente sfortunato. Non solo è nato con una malattia del sangue che lo rende claudicante e con una breve aspettativa di vita, ma la formula che elabora per guarire dal morbo che lo affligge, lo trasforma in un sanguinario vampiro. Inutile dire che la donna di cui è innamorato muore e il suo unico amico lo tradisce, cercando di ucciderlo ripetutamente. Questa sequela di disgrazie metterebbe alla prova i nervi di chiunque, ma Morbius ce la mette tutta per rimanere ben pettinato ed eticamente corretto, infatti inizia anche a non contare, nell’elenco dei morti dissanguati, quelli che erano “criminali”. Servirà a ben poco. Morbius rimane come uno dei cattivi più noiosi della storia cinematografica. E non sono perchè il film appare privo di ironia e non solo perchè la storia di Dracula l’abbiamo sentira declinare in mille maniere diverse e tutte più interessanti di questa.
La vera ragione è che il vampiro, esattamente come il licantropo, è una creatura maledetta. Che accetti la sua condizione e riesca a conviverci, oppure no, quello che lo sovrasta è la potenza di una natura incontrollabile, di un occulto inspiegabile e denso di mistero. Qualcosa che molto si avvicina al divino, soprattutto per il vampiro, tanto che, classicamente, le armi per distruggerlo sono la fede, la croce, l’acqua santa e la luce del sole. La sua natura è quella dell’ombra, è oscura e si smarrisce nella profonda e fitta notte dell’imponderabile.
Oggi, annullato qualsiasi dubbio mistico in favore della potenza del sapere umano, ucciso sostanzialmente Dio e tutto ciò che è divino, il vampiro si crea, anche poco furbescamente, da solo, con un esperimento da laboratorio. Ma Santo Cielo! Passi pure il siringone di Capitan America, il liquido verde di Hulk, il ragno geneticamente modificato, in vena di morsi pazzi, di Spiderman, ma il vampiro per provetta è inaccettabile. La citazione “arguta” della nave Murnau, che vorrebbe omaggiare il regista tedesco di Dracula, è un oltraggio, così come i capelli impomatati con la scriminatura ottocentesca e i vestitini neri con mantello del dottor Morbius. No. Il vampiro è di natura oscura e misteriosa, fa parte delle inesplicabili incognite della Natura e delle cose divine, sulle quali l’uomo non ha totale conoscenza. Persino la saga di Blade, con tutto che giravano provette e siringoni, ne sapeva di più di vampiri dell’esangue Morbius, che estrinseca i suoi incredibili poteri passando dal rachitico al palestrato. Sarebbero bastati i frullati iperproteici.
Rivendichiamo un cinema fantastico dalla trama originale e un cattivo che sappia stupire e commuovere, ma soprattutto far rabbrividire, col quale non ci si debba per forza identificare con compiacimento. Vogliamo buoni che possano andare al di là della calzamaglia e che non si facciano fregare il lavoro da anti-eroi piagnucolosi e furbetti che raccontano di essere stati picchiati da piccoli. Ma soprattutto auspichiamo una diminuzione del livello di siringoni, pasticche e formule scientifiche a favore di un ripristino del sacro, del magico, dell’ignoto, che possano rendere di nuovo il mondo un luogo fantastico, da scoprire, in cui credere, infinito in bellezza, sottoscale, bauli, tesori e misteri, nel quale il bambino e il ragazzo possano ancora tenere il fiato sospeso.
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