Il film e un libro su David Cronenberg
Dal libro “David Cronenberg. Estetica delle mutazioni” (di Rudy Salvagnini, Roberto Lasagna, Massimo Benvegnù, Benedetta Pallavidino) – un libro estremamente completo e appassionante sul cinema di Cronenberg appena edito da Weirdbook – presentiamo un estratto del capitolo di Roberto Lasagna dedicato a Crimes of the future, il nuovo film del regista canadese nelle sale cinematografiche italiane dal 24 agosto.
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“Con Crimes of the Future Cronenberg torna nuovamente a scrivere un suo film, il cui titolo originario è Painkillers, poi sostituito dall’omonimo titolo del suo lungometraggio del 1970, con il proposito di riprendere il filo denso di quel cinema sulla “nuova carne” che sin dai tempi di Videodrome è un motivo di rivendicazione di senso per l’opera del cineasta, pur nella consapevolezza che anche i film strettamente incentrati sulle mutazioni del corpo sono film di psicologia, come lo sono propriamente alcuni lavori recenti del cineasta tra cui A Dangerous Method (…)
In Crimes of the Future, la celebre coppia di artisti performativi Saul Tenser (Viggo Mortensen) e Caprice (Lea Seydoux), anche legati sentimentalmente, si impegnano in pubbliche esibizioni in cui portano alla visibilità interventi chirurgici; la loro opera, al centro di grandi attenzioni, li porta a modificare gli organi interni di Saul, nonché a generarne di nuovi dalle funzioni inedite. Il futuro disegnato dal film ha contorni imprecisati, allorquando la soglia del dolore fisico si è innalzata pericolosamente, tanto che persino l’idea di corpo è mutata, con l’organismo ritenuto un sistema psichico per la body art. Saul, durante un vernissage, viene avvicinato da un individuo il cui figlio è stato ucciso dalla madre, e quest’uomo chiede una performance, cioè un’autopsia showcase. In un futuro oscuro e marcio, il corpo diventa anche un modo per affrontare come si sviluppano gli scenari criminali (…).
l’esibizione degli organi, e della bellezza dei corpi, in Crimes of the Future contempla il desiderio dei gemelli Mantle di Inseparabili di “realizzare un concorso di bellezza sugli interni dei corpi”, ma al contempo schiude, in un racconto in cui il nuovo sesso prende le forme della chirurgia, l’evoluzione allarmante e patologica di una sensualità che porta a un’esperienza disturbante. La mostruosità è una forma di seduzione, e a tutto ciò non è affatto estraneo il performer di Viggo Mortensen il quale è una figura al contempo arcana e futuribile, espressione del cinema fantasy del passato ma anche di visioni del futuro, dottor Frankeinstein e insieme il suo mostro, sorta di presenza divina che riassume la sintesi di biologia e tecnologia nell’attraversare il rito delle esibizioni narcisiste dando visibilità alle mutazioni che Crimes of the Future propone tessendo un’ineludibile continuità con l’opera del cineasta di Toronto.
Il lungometraggio conferma una volta di più l’importanza della riflessione sull’arte nell’opera di Cronenberg, ed è nell’ambito dell’esibizione che le performances chirurgiche di Saul e Caprice risuonano con la clandestina e sinistra ineluttabilità delle corse automobilistiche (in omaggio a James Dean e alla pulsione di morte) di Crash. La sconvolgente metamorfosi degli organi di Saul, trasformata in spettacolo d’avanguardia, affascina i censori del Registro Nazionale degli Organi, Timlin (Kirsten Stewart) e Wippet (Don McKellar), permettendo un setting postapocalittico dove le difficoltà di deglutizione di Saul o il nudo di Caprice si declinano con un’attenzione fisica minuziosissima e chirurgicamente consapevole, prima ancora che estetica (…). Per il cineasta si tratta di un’esplorazione filosofica, che trae spunto dall’escalation di inquinamento ambientale (…) I nuovi organi che si producono nei corpi, come in quello di Saul, certificano la mutazione anche delle nuove modalità di nutrimento, e questa condizione coniuga horror e fantascienza, ma soprattutto impressiona e fa riflettere.
Il soggetto del film risale a circa vent’anni prima e in effetti contiene domande a cui il regista non offre risposte ma che appartengono al cinema dell’utopia capovolta di cui il cineasta porta in scena le istanze estreme, nel segno di una continuità con il cinema del passato che ridesta l’intento pedagogico dedicandolo alla nuova platea di giovani. Il racconto è insieme attraente e repulsivo, e l’avvio con un infanticidio – la madre soffoca il figlio con il cuscino – pone il via a una dimensione che vede in rassegna le ossessioni dell’autore assieme ad allevamenti di organi tatuati, poltrone vertebrali, letti nutritivi, nella direzione di una rinnovata kermesse di performance dove “chirurgia è sesso” e si dipanano interrogativi inquietanti, come quello relativo alla crescita dei tumori cui corrisponde una bellezza interiore ritenuta manifestazione artistica. Di fatto, una mostruosità, assieme a quella dei nuovi modi di nutrirsi, che genera la minaccia di chi trama per guadagnare in maniera spaventosa dalle degenerazioni corporee, laddove l’arte dei due performer porta proprio in scena le paure anticipando i risultati delle possibili trasformazioni, con la figura di un danzatore che sprigiona un’immagine in cui la bocca e gli occhi hanno smesso di assolvere alla loro funzione originaria e li ritroviamo, spostati e disseminati, sul corpo pieno di orecchie e cicatrici”. (…)
Cronenberg in realtà è qui meno profetizzante di quanto si sia disponibili a riconoscere, perché con un film di fantascienza par-la per provocazione di quello che siamo già in parte diventati, scandendo un racconto sulla perdita dell’identità nelle attitudini alla fluidità, al dissolvimento dei generi, a quelle cicatrici che da sole fanno divampare un desiderio che, come il gusto del bambino in apertura, minaccia una componente di perversione derivante dalle manipolazioni dell’ambiente. E nell’esplorare le carni del suo attore feticcio, Cronenberg ritrova anche il suo stile nell’estasi per l’orrore delle lacerazioni che rivelano segreti disturbanti, dove tuttavia c’è ancora posto per l’autentico romanticismo di Saul e Caprice. Nel personaggio interpretato da Viggo Mortensen e nel rapporto tra i due individui inseparabili Cronenberg mette molto di se stesso, il suo stato d’animo e forse anche una riflessione sulla sua età, regalando versioni delle sue identità di artista mutevole che qui si rivolge al passato come in una seduta psicanalitica sconcertante che continua a prospettare la sublimazione delle pulsioni…” (continua nel libro “DAVID CRONENBERG. ESTETICA DELLE MUTAZIONI”, di Roberto Lasagna, Rudy Salvagnini, Massimo Benvegnù, Benedetta Pallavidino, con la prefazione di Danilo Arona, Weirdbook, 2022).
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Francia, Grecia, Canada, Regno Unito
Anno: 2022
Durata: 107 min
Genere: fantascienza, orrore
Regia: David Cronenberg
Soggetto: David Cronenberg
Data di uscita: 24 agosto 2022
Distribuzione: Lucky Red
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