Disponibile su RaiPlay Il segno di Venere, un film del 1955 diretto da Dino Risi, con Sophia Loren, Franca Valeri, Vittorio De Sica, Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Raf Vallone, Tina Pica. Prodotto da Marcello Girosi, sceneggiato da Edoardo Anton, Ennio Flaiano, Franca Valeri e Dino Risi (con la collaborazione di Cesare Zavattini), con la fotografia di Carlo Montuori, il montaggio di Mario Serandrei, le scenografie di Gastone Medin e le musiche di Renzo Rossellini, Il segno di Venere fu presentato in concorso all’8º Festival di Cannes.
Trama
Cesira e Agnese sono due cugine che vivono insieme nella stessa casa: la prima è piuttosto bruttina, mentre la bella Agnese richiama su di sé tutti gli sguardi d’ammirazione degli uomini. Cesira continua comunque a sperare con convinzione nel “principe azzurro”. Il motivo di tanta speranza è che un’indovina, da lei consultata le ha detto che è nata “nel segno di Venere”.
Il segno di Venere è un film di grande interesse poiché, pur rimanendo all’interno della cornice di una commedia, tratteggiava, nel lontano 1955, una figura di donna alternativa (la Cesira Colombo interpretata dalla brava Franca Valeri), emancipata, autonoma lavorativamente, la quale, nell’Italia conformista di quegli anni, esce sconfitta dal confronto con un modello più convenzionale, quello della maggiorata e piuttosto banale Agnese Tirabassi (Sophia Loren). Il lungometraggio di Risi si sviluppa lungo una serie di incontri con uomini di diversa estrazione e personalità che, però, al dunque, non prendono mai davvero in considerazione la giovane donna milanese, poiché non sufficientemente attraente quanto la procace cugina partenopea, la quale, invece, convola, con qualche colpo di scena, a nozze con un tassista (Raf Vallone). Irrita e rammarica, quindi, l’epilogo, quando si vede Cesira sconsolata fuggire verso un avvenire incerto e cupo.
È molto presente lo sfondo dell’Italia degli anni ’50, che è una specie di luogo dello spirito: un mondo di sogni minuscoli, che oggi fanno tenerezza. Anzi c’è proprio un luogo fisico, che l’evoluzione della società ha fatto ormai sparire dal paesaggio urbano: l’albergo diurno dove Cesira lavora come dattilografa, un posto dove si poteva usufruire di vari servizi (doccia, barbiere, lavanderia, etc.) e che funzionava come piccolo centro di aggregazione.
Il film originariamente era basato su una sceneggiatura intitolata La chiromante, incentrata completamente sul personaggio interpretato da Franca Valeri, e avrebbe dovuto essere diretto da Luigi Comencini. Il regista abbandonò tuttavia il progetto quando esso fu stravolto dalla politica hollywoodiana della casa di produzione Titanus, che volle riunire nel cast il meglio del cinema italiano del momento per garantirsi il successo, riducendo a co-protagonista la Valeri, pur centrale nella narrazione, e affiancandole divi del livello di Sophia Loren e Vittorio De Sica, oltre ad Alberto Sordi e Peppino De Filippo nei ruoli secondari.
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