L’8 Settembre, la piattaforma Disney+ ha finalmente rilasciato Pinocchio, il tanto atteso nuovo live action che riporta in vita uno dei racconti più amati di sempre.
I classici Disney hanno fatto la storia del cinema di animazione e hanno trasmesso ad intere generazioni valori importanti. Attraverso i live action si cerca di portare un valore aggiunto al cartone animato per coinvolgere anche il nuovo pubblico che è sempre più esigente a causa del veloce progresso tecnologico e Pinocchio ha centrato l’obiettivo.
La storia del burattino di legno ha avuto tante reinterpretazioni nel corso degli anni, e Robert Zemeckis ha portato sullo schermo la sua versione caricandola di grande sensibilità e nuovi importanti messaggi da trasmettere al pubblico. La morale di Collodi era un avvertimento per i bambini dell’epoca, essere sempre se stessi, seguire la propria coscienza e saper distinguere il bene dal male imparando dai propri errori. Zemeckis a tutto questo aggiunge il tema dell’accettazione sociale e dell’inclusività.
Pinocchio non è sciocco e bugiardo ma onesto e desideroso di comportarsi bene per non deludere il Babbo. Le sue disavventure iniziano infatti quando viene cacciato dalla scuola perché è diverso, non perché fa le scelte sbagliate che all’apparenza possono essere più allettanti di quelle giuste. Il piccolo burattino qui deve imparare ad essere coraggioso e meno ingenuo. Grande enfasi è data a questi insegnamenti dal finale alternativo, diverso da quello del cartone del 1940, in cui non è importante il premio finale (diventare un bambino vero), ma aver raggiunto i propri obiettivi morali. Non vediamo infatti Pinocchio trasformarsi, lo vediamo solo allontanarsi con il suo Babbo.
La fotografia è ineccepibile, i colori brillanti utilizzati soprattutto nella bottega di Geppetto scaldano il cuore.
Tante inoltre sono le novità che rendono la storia attualizzata e migliorata. Ad esempio nel paese dei balocchi i bambini non fumano e ci sono tre nuovi personaggi che aiuteranno Pinocchio nel suo viaggio: il gabbiano Sofia, la marionetta Sabina e la sua burattinaia Fabiana.
Mentre nel film di animazione del 1940 Geppetto era solo una figura marginale, qui è un gran valore aggiunto a tutta la storia, un coprotagonista che questa volta non viene lasciato in disparte ma approfondito e seguito. Tom Hanks con il suo grande carisma riesce a mostrarci un personaggio tragico e comico al tempo stesso bilanciando questi due estremi con la maestria che lo contraddistingue.
Unica nota che stona in tutto il film: la fata che di turchino ha ben poco e che risulta essere poco credibile dato che ci troviamo in un piccolo paesino italiano dell’Ottocento, riesce a far distogliere l’attenzione anche da una delle canzoni disneyane più belle e iconiche.
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