Il tuttofare
Regia: Valerio Attanasio; drammatico, Italia 2018
Interpreti: Sergio Castellitto, Guglielmo Poggi, Elena Sofia Ricci, Clara Alonso, Tonino Taiuti.
Lunedì 26 settembre, ore 21.15, Rai 5, canale 23; durata: 96′
Una vicenda italiana quella di Antonio Bonocore, praticante in legge, che sogna un contratto nel prestigioso studio del suo mentore, il principe del foro Salvatore “Toti” Bellastella: fine giurista, è il non plus ultra tra gli avvocati italiani. Per lui Antonio fa tutto: assistente, portaborse, autista e perfino cuoco personale. Il problema è che lo studio è di proprietà di Titti, la moglie di Bellastella. Quando Antonio supera brillantemente l’esame di stato, ha la possibilità di diventare socio dello studio con un compenso eccezionale. Eppure c’è ancora un favore da fare: Antonio dovrà sposare Isabel, l’amante argentina di Toti per assicurarle la cittadinanza italiana. In fondo si tratta solo di una firmetta in Comune. Così il ragazzo accetta: niente di più sbagliato! Ora si troverà davvero in un mare di guai.
CANDIDATO AI NASTRI D’ARGENTO 2018 PER: MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE, MIGLIOR ATTORE COMMEDIA 2018 (SERGIO CASTELLITTO).
Il tuttofare è l’opera prima dell’ottimo sceneggiatore Valerio Attanasio (Gianni e le donne, Smetto quando voglio), che ha come protagonista Sergio Castellitto. La storia raccontata è, secondo il regista, di ispirazione letteraria, fa riferimento all’antico testo “Lazarillo de Tormes (1554)”, il primo romanzo picaresco, di autore ignoto, che narra le vicende di un giovane vagabondo disposto a utilizzare mezzi leciti e illeciti per sopravvivere nella Spagna del XVI secolo sconvolta da una grave crisi economica.
Il critico Michele Anselmi su Cinemonitor definisce Il tuttofare «un film adrenalinico, satirico, survoltato, a tratti davvero divertente, che rilancia continuamente sul piano delle trovate e delle trovatine sceneggiatorie, quasi a non far prendere fiato […] sembra un episodio allungato dei “Mostri” di Risi, o dei “Nuovi mostri” se preferite, naturalmente riveduto e corretto alla luce dell’odierna “lotta per la sopravvivenza»
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