Quasi orfano, commedia ambientata tra la frenetica metropoli meneghina e Monopoli, ridente cittadina della Puglia, narra la storia di Valentino (Riccardo Scamarcio), pugliese di origine, sposato con Costanza (Vittoria Puccini), che pur di raggiungere la vetta del successo, si dichiara orfano e addirittura cambia cognome. La sua famiglia però si presenta all’improvviso a Milano, dando il via ad una serie di avvenimenti clamorosi che faranno scaturire tantissimi ricordi ormai dimenticati…
Fotografia d’altri tempi quella in cui la cinepresa fa poggiare l’occhio allo spettatore: una masseria pugliese, dall’aria romantica e allo stesso tempo rustica, che suggerisce un senso di pulito, sincero, genuino.
Quasi orfano di Umberto Carteni è una commedia agrodolce che mette a confronto la società moderna e frenetica improntata al successo, contro un’esistenza semplice ma fatta di valori spontanei e profondi; la cinepresa fa arrivare al pubblico tutta la diversità di due mondi così contrastanti e apparentemente lontani poggiandosi sugli esterni di architetture così astiose tra loro proprio per ricalcare quella frattura visiva e quella divergenza di priorità. Un disegno liquido, impersonale, quasi asettico, contro un paesaggio bucolico, profumato di sincerità; in effetti è come se guardando il primo vi sia l’intenzione di cacciare o rimuovere tutti i lati più emotivi, sacrificandoli per la corsa al potere che non lascia spazio a spontaneità a dispetto del secondo, che richiama agli abbracci rassicuranti, alla famiglia, ad una vita che chiede poco ma dà affettivamente tanto.
Riccardo Scamarcio è chiamato ad indossare un ruolo di non facile interpretazione, sebbene si tratti di una commedia, ma forse è proprio per questo che lo rende così difficile: passare da un’incarnazione del suo personaggio, in prima battuta glaciale, ad una dimensione calorosa, umana, ha comunicato la capacità espressiva nel saper saltare attraverso i diversi stati d’animo. Degna compagna di set è Vittoria Puccini, che con la sua mimica facciale centra perfettamente il messaggio di quasi buffa paura nei confronti delle emozioni vere che non appartengono al podio del trionfo sociale.
Umberto Carteni ha esordito con le candid camera per Rai Tre e il suo primo lungometraggio, nel 2009, Diverso da chi gli ha consentito di ricevere diverse nomination al David di Donatello e ai Nastri d’argento, vincendo il Globo d’oro alla Miglior Opera Prima. In Quasi Orfano il regista conferma la stessa impronta ironica di Diverso da chi, mettendo a confronto i rapporti affettivi con il successo e per il pubblico amante dell’umorismo mordace, quindi è una piacevole sorpresa ritrovare in questa sua ultima opera lo stesso filone umoristico.
Quasi orfano è un intrigante remake di una commedia francese, che non toglie nulla al suo originale, ma anzi sa regalare alla platea, risate, riflessioni e tanto calore familiare.
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