Ben interpretato, ben diretto, con una spendida fotografia, una trama accattivante, scene di nudo e di sesso e l’iconica ambientazione con tanto di musica e look anni 70, X: A Sexy Horror Story è un film noioso, prevedibile e abbastanza inutile, che nulla aggiunge al panorama horror contemporaneo. Se la tematica bellezza/sensualità contrapposta a vecchiaia/bruttezza sembra prevalere nella prima parte del film, per sfociare un un abbraccio mortifero, in un delirio di sangue che è desiderio erotico frustrato, è solo un fuggevole inganno. La morte e la fanciulla è una suggestione mai raggiunta, un’illusione lontana.
Il corpo adolescenziale e levigato di Maxine (Mia Goth) accarezzato da una vecchia cariatide dalle dita insanguinate (la stessa Goth) è l’immagine perfetta di eros e thanatos che si avvincono, ma l’orrore lì inzia e lì finisce. Quale raccapriccio splatter e una quasi totale mancaza di ironia coronano un film di effetto glamour e di scarso contenuto, che molto suggerisce e promette, ma ben poco dice.
L’incipit è coinvolgente: Texas, 1979: mentre un televisore trasmette il sermone di un esaltato pastore contro la perversione della società e la perdita dei valori, dei poliziotti fanno una terrificante scoperta nella cantina di una casa di campagna nella quale sono avvenuti dei delitti. La natura è placida e silenziosa, la campagna assolata, c’è un lago: la location ideale di un massacro americano. I coccodrilli si muovono silenziosi e invisibili come i folli protagonisti: marionette maneggiate a piacimento dal regista Ti West per uno spettacolino da tunnel del terrore.
Solo ventiquattro ore prima, una troupe costituita da tre pornoattori, cioè l’aspirante attrice e sex symbol Maxine (Mia Goth), l’ex marine nero Jackson e la ballerina di burlesque Bobby-Lynne, un produttore quarantenne molto ambizioso, un regista e la sua poco loquace fidanzata, è in viaggio per girare un nuovo film hard: le figlie del fattore. Cercano una fattoria in cui ambientarlo e sceglieranno, fatalmente, quella appartenente a un vecchio scorbutico e sua moglie Pearl.
Siamo nel territorio di Rob Zombie, il regista e cantante statunitense che elabora una sua estetica gloriosa ed eroica della malvagità, mentre qui ad emergere è solo e soprattutto la forma, che a dispetto dell’ambientazione anni 70, è molto contemporanea e si rivolge agli amanti delle serie TV. Infatti, dopo X: A Sexy Horror Story, è stato girato il prequel (Pearl) che racconta la giovinezza e delle avventure psicopatiche di Pearl, e a breve sarà anche girato un sequel: MaXXXine, per ora solo in produzione.
Gli ingredienti per divertire – sesso, sangue, orrore, sesso, orrore e sangue – ci sarebbero tutti, compresa la protagonista, Mia Goth, che ha davvero quel fattore X, un po’ speciale, di cui si vanta il personaggio principale, ma tutto è così grossolanamente orchestrato e già visto che fa sembrare X: A Sexy Horror Story una bella rivista patinata da sfogliare nella sala d’attesa del dentista, tanto per aggiungere un pizzico di autentica paura.
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