Dal libro Sul Ciglio di una vita – intervista impossibile a Pier Paolo Pasolini scritto da Pietro Annicchiarico è stata tratta l’opera teatrale omonima con Alfredo Traversa e Nestor Saied per la regia di Nestor Saied.
Un’azione teatrale in cui Pasolini torna a parlare con la sua voce più poetica e libera, nel tentativo di scoprire, attraverso il suo pensiero profondo, chi e cosa siamo diventati oggi.
Pietro Annichiarico è autore di racconti e romanzi, regista e fotografo di respiro internazionale, sempre volto alla ricerca dell’inusuale, di quello che c’è sotto la superficie delle cose, dietro le apparenze.
Sul Ciglio di una vita – intervista impossibile a Pier Paolo Pasolini ha debuttato a teatro a Milano il 5 marzo 2022 presso la Cineteca Meet, il 6 novembre al Teatro del Lido di Ostia e approderà alla Galleria d’Arte Moderna di via Crispi a Roma il 1 dicembre 2022.
Pietro Annicchiarico: “Nestor Saied e Alfredo Traversa mi hanno chiesto di scrivere il testo di una intervista “impossibile” tra un giornalista latino-americano e Pier Paolo Pasolini. Chiaramente è un’operazione molto rischiosa dal punto di vista intellettuale, che chiunque sano di mente rinuncerebbe a fare. In Italia l’unica cosa “impossibile”, da non fare assolutamente, è toccare i mostri sacri, perché comunque vada pioveranno critiche feroci.
La sfida l’ho invece accettata naturalmente, come se fosse già pronta in superficie: avere la possibilità di esternare, di far emergere ciò che era insito in me, senza preoccuparmi dell’eventuale critica e dell’eventuale diagnosi psichiatrica. Sono nato nel 1968, ho conosciuto letterariamente Pasolini da adolescente, contemporaneamente alla mia militanza nella Federazione Giovanile Comunista Italiana (da cui sono stato presto epurato). Da allora è come se ne sentissi la voce poetica, che meglio di tutte incarnava la mia inquietudine esistenziale. Spesso in questi anni, in tanti, ci siamo chiesti: cosa avrebbe detto Pasolini?
È il destino di chi non riesce a morire, di chi in vita ha vissuto intensamente, di chi ha sempre detto la sua verità, cercata nelle viscere della propria esistenza e, per riflesso, nell’esistenza dei suoi simili. Pasolini è stato un Maestro ed è riuscito a penetrare i meandri più nascosti della mente, dell’anima, interrogando continuamente la coscienza. Il valore maggiore della sua Opera sta nel tentativo (riuscito) di insegnare a pensare. Pasolini non ci chiede mai di pensare come lui, di vedere le cose che vedeva lui, anche perché sarebbe stato impossibile emularlo, trattandosi di un genio unico. Da vero insegnante, da vero educatore, ci ha dunque insegnato a pensare. Quella che noi chiamiamo provocazione pasoliniana, che arriva a noi come una provocazione del solito Pasolini-scandalo, altro non è che un metodo di pensiero. Per esempio quello di non dare per scontata l’ideologia, mettere in discussione cioè qualsiasi di tipo di ideologia, non importa se di destra o di sinistra. Pasolini ci ha trasmesso addirittura il valore della contraddizione, il valore della sconfitta, la messa in discussione profonda dell’essere umano. Un individuo teso tra sè e l’altro, che si auto-scarnifica, attraverso lo studio e la messa in scena del proprio corpo nel “teatro capitalista”. Solo attraverso una sincera autocritica è possibile avvicinarsi alla verità, che il potere con tutti i suoi potenti mezzi riesce a celare. Non vi sembra un paradosso che i potenti siano adulati e i ribelli, invece, siano additati come pazzi da non seguire, censurare, annientare? Questo è il capolavoro, il più grande capolavoro di tutti i tempi del capitalismo, essere riuscito a mettere l’uno contro gli altri, ha diviso le masse fin dentro le famiglie, il più antico nucleo sociale e culturale.
Con questo testo vado incontro a critiche pesanti, lo so, io stesso sono ipercritico su questa operazione, ma con il lavoro filologico, prendendo cioè frasi pronunciate da Pasolini, estrapolate dalle interviste, avrei raggiunto lo scopo di un’intervista “possibile”, ma forse ancora meno credibile. Qui lo scopo è di giungere alla voce più poetica di Pasolini, più libera, non condizionata, oserei dire sapendo di essere presuntuoso, di giungere alla sua voce più profonda, ovvero a quella voce insegnata, che a noi è giunta. Si vuole mettere in atto un’intervista “impossibile”, che non stia né in cielo né in terra, che sia fuori dallo spazio e dal tempo, in quella zona onirica, dimensione sconosciuta che, paradossalmente, possa farci capire chi e cosa siamo diventati oggi”
Un lavoro senza dubbio coraggioso, difficile, ambizioso, quello di Annicchiarico, ma al contempo semplice e limpido, come sono puliti e semplici i sogni in cui immaginiamo di parlare con qualcuno che abbiamo amato, di cui ammiriamo profondamente il pensiero, e della cui voce sentiamo ancora il bisogno, oggi più che mai.
Sul ciglio d’una vita, intervista impossibile a Pier Paolo Pasolini
Luogo
Giovedì 1 dicembre 2022
ore 18.00
Biglietto d’ingresso
Ingresso libero fino ad esaurimento posti (n.40)
Durante l’ incontro non è possibile visitare le mostre.
Informazioni
Tel 060608 tutti i giorni 9-19
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