Con Oscure presenze la Blumhouse centra ancora una volta l’obiettivo incubo, con il volto candido di Jessabelle in questo horror targato anno 2014, che porta la firma del regista statunitense Kevin Greutert.
Jessie (Sarah Snook) è una ragazza rimasta temporaneamente paralizzata in seguito ad incidente d’auto e quindi costretta a far ritorno nella vecchia casa paterna; qui si troverà faccia a faccia, oltre che con i ricordi, anche con una “ presenza”, decisa ad impedirle di andare via ancora una volta.
Grandangolo che impreziosisce la visione, dedicandosi con cura al risalto delle tinte fosche e nebbiose che deliziano gli occhi del cultore del brivido. Un romanzo noir a tutto tondo, caratterizzato da eloquenti silenzi sulle scene più preziosi a volte della parola, dove a tratti risulterebbe anche inutile.
Il volto, la mimica di Sarah Snook nei panni di Jessie la disarmante e indifesa (ma fino ad un certo punto) protagonista, si lascia leggere in tutte le sue sfumature emozionali, fatte di terrore ed impotenza, che attraversano come scariche folgoranti iridi cerulee. Passeggiate cariche di tensione per la macchina da presa di Greutert, che mescola con arte mesti colori, percorrendo gli interni violacei delle vecchie dimore della Louisiana dall’odore acre e polveroso della morte, serpeggiando poi fugacemente tra paludosi e neri boschi, impigliando lo spettatore tra gli arbusti della paura e dell’ignoto.
Maestria del regista ancora, che compiaciuto gioca a fare l’illusionista, confondendo realtà e non, tendendo intriganti tranelli al pubblico, dove tra credenze popolari e ritmi tribali, si gioca il gioco macabro che l’amante del genere attende. La parola d’ordine è oscurità dunque; tenebre nella mente e nei ricordi, dove chi guarderà rincorrerà le immagini sullo schermo, inseguendo forse l’ombra dei propri demoni…
Il film è visionabile in streaming su Amazon Prime Video.
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