Il fine e sottile gioco della seduzione nell’arte, è arte esso stesso; la macchina da presa di Peter Webber, con piacevole e morbido incanto si destreggia tra ampolle di dorato olio di lino e materiali preziosi per consentire agli occhi di comporre ciò che ultimato, diventa un intrigante lasciapassare, recante un segreto messaggio per chi è in grado di decifrarne la lettura. L’arte da sempre è portatrice di missive celate e Johannes Vermeer audacemente le invia. La Ragazza con l’ orecchino di perla, dipinto olio su tela (1665- 1666) è una prova che l’anima può essere messa a nudo e in una connessione di spiriti, tra artista e destinatario di tale ambasciata discreta, si palesa.
Scarlett Johansson si reincarna nella tela con le sue comunicative espressioni facciali, che non necessitano di parole. I silenzi del suo personaggio, carichi di una sensualità dimessa e pura, anche se sfrontata a suo modo, catturano lo spettatore, così come il pittore. Dal
canto suo, Colin Firth si fa Maestro nel velato gioco dell’ inganno seduttivo, padrone dell’arte cinematografica.
Complici di tale giocondità le musiche, che accarezzano le tele dipinte di lussureggiante maestosità, conferendo preziosa ricchezza ai panorami olandesi, che fanno volare gli sguardi dello spettatore riempiendoli d’arte decorativa, ovunque egli li posi. Gli archi sonori, ampiamente utilizzati dal compositore Alexandre Desplat, scivolano come seta dentro le scene, arricchendo di intenso phatos la fotografia. Una pennellata piena di destrezza per l’ opera di Webber, che trasforma il grande schermo in una cornice dinamica, in cui ognuno di noi può fornire un significato soggettivo, attraverso i cromatismi della propria personalità.
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