Regia: Francesco Ghiaccio; drammatico, Italia 2015
Interpreti: Marco D’Amore, Matilde Gioli, Giorgio Colangeli.
Lunedì 1 maggio, ore 21.15, Rai 5, canale 23; durata: 102′
Trama: “Luca è un giovane di appena trenta anni che guadagna qualche soldo travestendosi da clown per far divertire i bambini nelle feste di compleanno. La sua vita, però, non fa altro che continuare a decadere miseramente quando scopre che suo padre sta per morire a causa di una patologia insorta con l’utilizzo di materiali tossici sul posto di lavoro”
“Polvere d’amianto, i tetti di Casale Monferrato, il Po malinconico e invernale e la gente dell’Eternit. Ma non solo. Un posto sicuro, il film di Francesco Ghiaccio ora in programmazione su Sky Primafila non è solo un film sulla vicenda giudiziaria incredibilmente conlcusasi con la prescrizione dei reati che causarono e continuano a causare centinaia di morti per mesotelioma da amianto. E’ anche un lungometraggio sulla difficoltà di comunicazione tra due generazioni, ed è arduo affermare quale dei due temi sia il vero protagonista della pellicola. L’opera prima di Ghiaccio non ha un taglio documentaristico, è una storia coinvolgente e melanconica che bene si intreccia con i fatti reali e drammatici di Casale. Merito della sceneggiatura scritta dal regista stesso con il protagonista, quel Marco D’Amore che si è fatto conoscere al grande pubblico con il personaggio di Ciro in “Gomorra-La serie”.
Qui la sua recitazione è più intima, e del napoletano rimane solo una impercettibile inflessione utile a spiegare la storia della famiglia, quando emigrare al Nord per lavorare all’Eternit era un privilegio, o, come racconta il padre Eduardo al figlio Luca (non sembrano scelti a caso questi nomi), la promessa di “un posto sicuro ”. Sicuro come la gente di Casale vorrebbe che fosse ora la sua città dopo la bonifica, e come desidererebbe essere il Paese tutto.
Luca sognava di fare l’attore, ma è rimasto un mesto clown di provincia che si trascina da una festa all’altra con un’unica amica, la bottiglia. Finché non trova l’amore proprio durante una delle sue esibizioni da pagliaccio emulo di Totò, ma non potrà viverlo senza aver prima risolto il nodo della sua anima e ritrovato il rapporto con il padre. L’anziano Eduardo è ormai prossimo alla fine, il mesotelioma pleurico provocato da una vita di lavoro tra le polveri di amianto gli lascerà solo il tempo di ritrovare il figlio e di aiutarlo a ricostruirsi la possibilità di un futuro.
C’è tanto in questo film. Ci sono la rabbia dignitosa dei casalesi che per anni hanno chiesto invano giustizia, tre caratteri uniti da un filo complesso, una vicenda dolorosa narrata con pudore. C’è l’insanabile incompatibilità dell’economia attuale tra salute e diritto al lavoro. E ancora, tra salute e avidità.
Dopo un percorso durato due anni, dalla progettazione alla lavorazione, alla lunga trafila d’incontri in giro per l’Italia, “Un posto sicuro ” è arrivato sugli schermi di Sky. E per il regista Francesco Ghiaccio “è come se per la prima volta il film fosse davvero di tutti”.
(Bianca Ferrigni per Inside The Show, 6 agosto 2016)
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