Disponibile su RaiPlay Jeannette, l’enfance de Jeanne d’Arc, un film del 2017 scritto e diretto da Bruno Dumont. Adattamento in musica del primo atto de Il mistero della carità di Giovanna d’Arco (1910) di Charles Péguy, è stato presentato in anteprima alla Quinzaine des réalisateurs del 70º Festival di Cannes per poi venire trasmesso su Arte. È risultato 2º, dietro al revival di Twin Peaks, nella lista dei dieci migliori film dell’anno stilata dai Cahiers du cinéma. Con la direzione della fotografia di Guillaume Deffontaines, i costumi di Alexandra Charles e le musiche composte da Igorrr, Jeannette, è un musical elettro-pop interpretato da Lise Leplat Prudhomme, Jeanne Voisin, Lucile Gauthier, Victoria Lefebvre-
Trama
Bruno Dumont si confronta con il mito di Giovanna d’Arco partendo dalla pièce “Il mistero della carità di Giovanna d’Arco” di Charles Péguy, pubblicata nel 1910. Con una messa in scena originale, L’autore di P’tit Quinquin trasforma il testo di Péguy in un musical contemporaneo, impregnato di ironia quanto attento a lasciar emergere il paesaggio e i corpi degli attori, scelti tra gli abitanti della Loira.
“Non ci sono grandi spiegazioni per la mia scelta. Molto semplicemente volevo cimentarmi con qualcosa di cinematografico per me ancora da esplorare: il musical. Tutti sanno come la musica possa essere una forma di espressione intensa, infinita e istantanea: ho pensato solamente che sarebbe stato interessante metterla al centro di un mio film. Jeannette: The Childhood of Joan d’Arc si basa sui romanzi di Charles Péguy e in particolare su Il mistero della carità di Giovanna d’Arco. L’idea di adattare il suo lavoro per me è stata quasi spontanea, dato l’uso che l’autore fa di prosa e versi in termine di genere e di stile. La sua versione della storia di Giovanna d’Arco mi ha attirato ma non senza riserve: ho dovuto infatti modernizzare la poesia letteraria, ostile alla modernità, per renderla accessibile a tutti e, soprattutto, all’insensibilità della gioventù di oggi. Senza musica, la poesia passerebbe inosservata, sembrerebbe abbandonata, perduta e difficile. Non avrei mai potuto affrontare cinematograficamente Péguy e la sua poesia vertiginosa se non avessi avuto il sostegno di un’altra arte come la musica, in grado di dare vita al testo.
Ho scelto di raccontare i primi anni di vita di Giovanna d’Arco, quelli prima di divenire una soldatessa e una martire. Tale scelta mi ha portato a confrontarmi con una figura storica già scelta da numerosi registi tra loro molto diversi: Dreyer, Besson, Bresson e Preminger. Come ha scritto Bernanos, Giovanna d’Arco è la “meraviglia delle meraviglie” per la letteratura e la mitologia francese. Rappresenta, con i suoi tormenti, il simbolo dell’identità francese e del miracolo della riconciliazione nazionale. La sua adolescenza rimane però un mistero ancora oggi. Di lei bambina si conosce poco. Nella sua prima opera su Giovanna, scritta a 23 anni, Péguy racconta l’adolescenza e l’infanzia dell’eroina fino alla sua partenza per salvare Orleans. Lo stesso Péguy è poi ritornato sullo stesso racconto in un momento diverso della sua vita, a 37 anni, rileggendo in maniera più lirica e poetica la storia regalandoci Il mistero della carità di Giovanna d’Arco. La mia versione di Giovanna d’Arco, seguendo il lavoro di Péguy, termina là dove altri film invece cominciano”.
(Bruno Dumont)
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