Disponibile su YouTube Aguirre, furore di Dio, un film tedesco del 1972 scritto e diretto da Werner Herzog e interpretato da Klaus Kinski. È uno dei film più famosi e importanti del regista. La storia ha luogo nel XVI secolo e racconta di una spedizione di conquistadores spagnoli guidati da Lope de Aguirre che discendono, a bordo di zattere, il Rio delle Amazzoni, in cerca della leggendaria città di El Dorado. Questa spedizione ebbe realmente luogo ma Herzog ha rielaborato liberamente i fatti storici, ispirandosi anche alle memorie di Gaspar de Carvajal, il frate del film, il quale in realtà non prese parte alla spedizione. È uno dei 100 migliori film di tutti i tempi secondo la rivista Time. Prodotto, scritto e sceneggiato da Werner Herzog, con la fotografia di Thomas Mauch, Francisco Joán e Orlando Macchiavello, il montaggio di Beate Mainka-Jellinghaus, gli effetti di Miguel Vazquez e Juvenal Herrera e le musiche di Popol Vuh, Aguirre, furore di Dio è interpretato da Klaus Kinski, Helena Rojo, Ruy Guerra, Peter Berling, Cecilia Rivera, Edward Roland, Armando Polanah, Alejandro Repulles, Julio Martinez, Daniel Farfán, Justo González, Alejandro Chavez, Antonio Marquez.
Trama
La notizia di un territorio ricchissimo d’oro – battezzato anticipatamente con il nome di El Dorado – induce Gonzalo Pizarro, fratello di Francisco, ad inviare una spedizione di conquista oltre le Ande. Il comando viene affidato a Don Pedro de Ursua e il suo vice è Don Lope de Aguirre. Partita alla fine del 1560, la spedizione si trova ben presto in difficoltà dovute all’ostilità della natura e alla guerriglia feroce condotta da invisibili indios. Approfittando dei momenti di demoralizzazione, Aguirre fa destituire e poi uccidere Don Pedro e ottiene una dichiarazione collegiale di ribellione a Filippo II di Castiglia. Pazzo, senza più un uomo o una donna, il sedicente Furore di Dio muore alla fine del febbraio 1561, chiudendo tragicamente l’assurda conquista.
«Sono il furore di Dio, la terra che io calpesto mi vede e trema».
L’idea del film venne a Herzog quando un amico gli prestò un libro di avventure storiche. Dopo aver letto una mezza pagina su Lope de Aguirre venne ispirato e iniziò subito a progettare la storia. Inventò buona parte della trama e dei personaggi, anche se inserì alcune figure storiche in modo libero. Scrisse la sceneggiatura “di getto”, impiegandoci solo due giorni e mezzo. Buona parte di essa venne scritta durante un viaggio in autobus di 200 miglia con la sua squadra di calcio. La sceneggiatura fu girata più o meno come era scritta, senza l’uso di storyboard, con alcune piccole differenze. Il finale fu notevolmente cambiato rispetto alla sceneggiatura originale. Il regista ha affermato: “Ricordo solo che la fine del film era completamente diversa. Finiva con la zattera che arrivava nell’oceano e veniva poi respinta indietro, poiché per molte miglia c’è una contro-corrente, il Rio delle Amazzoni va all’indietro. Veniva spinta avanti e indietro, e un pappagallo gridava: “El Dorado, El Dorado”.
Il film segna l’inizio del sodalizio tra Herzog e Klaus Kinski, suo “attore-feticcio”, con il quale ha girato altri quattro film e al quale ha dedicato, dopo la morte dell’attore, il documentario Kinski, il mio nemico più caro. Con questo film hanno anche inizio i violenti litigi tra i due; loro stessi raccontarono che il regista arrivò a minacciare di uccidere Kinski e se stesso, quando l’attore espresse la volontà di abbandonare la lavorazione del film. Fu girato con soli 370.000 dollari, dei quali un terzo era la paga di Kinski. La troupe era formata da sole otto persone. La macchina da presa usata per il film fu rubata da Herzog alla scuola di cinema di Monaco. Le riprese furono particolarmente difficili e pericolose; durarono cinque settimane, tra il gennaio e il febbraio del 1972 (dopo nove mesi di pre-produzione) ed ebbero luogo in Perù, nella foresta amazzonica della regione Ucayali e sui fiumi Huallaga e Nanay, affluenti del Rio delle Amazzoni. La navigazione avvenne su zattere costruite dai nativi. Il film fu girato in ordine cronologico, perché Herzog voleva che la maturazione del cast e della troupe lungo il viaggio riflettesse quella dei personaggi.
Stando a quello che Herzog ha scritto nel libro La conquista dell’inutile, dopo essere arrivato sul set con mucchi di attrezzature da montagna (non rassegnato all’idea che la scena iniziale sul ghiacciaio era stata eliminata), Klaus Kinski dichiarò di essere pronto a immergersi nella natura e che niente lo avrebbe scoraggiato. Dopo la prima notte di piogge, tuttavia, iniziarono le sue proverbiali sfuriate. Herzog allora fece costruire un tetto di foglie di palma sopra la sua tenda, ma anche così non fu sufficiente per Kinski, che si trasferì furibondo all’hotel “Machu Picchu” (con solo otto stanze all’epoca).
Tutti gli attori recitarono in inglese. I membri del cast e della troupe venivano da sedici paesi diversi e l’inglese era l’unico possibile linguaggio comune; inoltre Herzog sperava che girare il film in inglese ne facilitasse la distribuzione internazionale. Ma il responsabile della post-sincronizzazione fuggì dal Perù con la piccola somma di denaro messa da parte per quel procedimento. La traccia audio inglese fu poi sostituita da una traccia in tedesco di migliore qualità durante la post-produzione. Herzog afferma che Kinski chiese un milione di dollari per fare il doppiaggio in tedesco, così la sua parte fu doppiata da un altro attore. Herzog pagò diverse persone del luogo per catturare le 400 scimmie utilizzate nel finale; diede loro metà della paga in anticipo e avrebbe dovuto completare il pagamento alla consegna, ma essi le vendettero a qualcuno a Miami o a Los Angeles. Herzog arrivò all’aeroporto appena prima che le scimmie fossero caricate su un aereo per essere portate fuori dal paese. Disse di essere un veterinario che doveva vaccinare gli animali prima della partenza; così caricò le scimmie sulla Jeep e le portò via, effettuò le riprese e poi le liberò nella giungla.
Aguirre era stato in parte finanziato dall’emittente televisiva tedesca Hessischer Rundfunk, che trasmise il film lo stesso giorno in cui uscì nei cinema in Germania, il 29 dicembre 1972. Herzog ha lamentato questo fatto come la causa dello scarso successo commerciale del film in Germania. Nonostante questo ebbe un grande successo di critica e acquistò la fama di cult movie. Venne premiato ai Deutscher Filmpreis del 1973 per la miglior fotografia; nel 1976, invece, venne premiato dal sindacato francese dei critici cinematografici come miglior film straniero e ottenne una nomination per il premio César, sempre come miglior film straniero. Nel 1977 ricevette il premio per la miglior fotografia dall’associazione nazionale dei critici cinematografici degli Stati Uniti (NSFC). È uno dei 100 migliori film di tutti i tempi secondo la rivista Time ed è il 46° dei “Top cult movies” secondo Entertainment Weekly. Francis Ford Coppola ha dichiarato di essersi ispirato ad Aguirre per la realizzazione di Apocalypse Now e secondo alcuni critici ha avuto un’importante influenza anche sul regista Terrence Malick. In Italia il film fu proposto su piccolo schermo nel 1979, sulla scia del successo cinematografico di Nosferatu, il principe della notte. Infatti i due film sono stati realizzati dallo stesso regista, con gli stessi interpreti ed esecutori della colonna sonora. In DVD è stato pubblicato dalla Ripley’s Home Video con La ballata del piccolo soldato.
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