Disponibile su RaiPlay Amori in corso, un film del 1989 diretto da Giuseppe Bertolucci. Con la sceneggiatura di Lidia Ravera, Mimmo Rafel e Giuseppe Bertolucci, la fotografia di Fabio Cianchetti, il montaggio di Fiorella Giovanelli, le scenografie di Paolo Biagetti, i costumi di Elisabetta Fazio e le musiche di Carlo Mayer, Amori in corso è interpretato da Amanda Sandrelli, Francesca Prandi, Stella Vondermann. Stella Vordemann venne scelta grazie ad una sua fotografia che Bertolucci vide ad una mostra fotografica. Amanda Sandrelli invece aveva già lavorato con il regista in Strana la vita. Francesca Prandi è alle prime armi ma dimostra una grande capacità recitativa che ci trasmette le grandi emozioni del film.
Trama
Bianca e Anna sono due studentesse di medicina che, alla vigilia di un esame, decidono di trascorrere qualche giorno nella villa in campagna dei genitori di Bianca. Arrivate a destinazione, le due ragazze inizieranno ad avere qualche screzio, causato sia dalle loro diversità caratteriali, sia dall’amore di entrambe per Cesare, anche lui frequentante medicina e prossimo a fare loro visita. L’arrivo alla villa di Daniela, la fidanzata del ragazzo, porterà Bianca e Anna a riavvicinarsi e a confidarsi; arriveranno a capire qual è il vero motivo che le ha spinte in quel luogo.
“Forse il mio film più felice. Quella di Amori in corso resta per me un’esperienza unica e molto vicina al mio modo di sentire, per la logica produttiva nella quale è stato realizzato e per il tipo di cinema che lì vi si esprime. Un film che corrisponde in pieno a come vorrei essere. Ma per fortuna i film (così come i nostri sentimenti e le nostre azioni) ci sorprendono, se ne vanno per conto loro, ci portano spesso in luoghi diversi da quelli previsti e desiderati, rivelano parti segrete e nascoste di noi”.
(Giuseppe Bertolucci)
“Amori in corso propone una schermaglia elegante e reticente, fra l’infantile e il morbido, resa più sapida da una punta di voyeurismo in un contesto ambientale che leva il respiro: la fotografia incantata è di Fabio Cianchetti, al montaggio ha provveduto Fiorella Giovanelli. Qualche impaccio iniziale, come l’insulsa chiacchiera in ferrovia di fronte a un graffito osceno, si dimentica presto. Mentre si appropria per la prima volta dei paesaggi di famiglia, come in un’affettuosa sfida al babbo Attilio e al fratello Bernardo Bertolucci junior affermano la sua piena maturità di autore con un film che ha già vinto il Festival di Salsomaggiore ma avrà molti altri premi. Un film tenero e malinconico, non provinciale, non friabile, vissuto più che recitato da un’attrice poco più che esordiente (Francesca Prandi, Anna), da un’attrice naturale (Stella Vordermann, Bianca) e da un’Amanda Sandrelli che colorisce il personaggio di Daniela con una carineria di matrice materna.”
(Tullio Kezich, Il Corriere della Sera, 23 Giugno 1989)
“È un film carino, dicono. Molto carino, insiste qualcuno. Qualcosa di più, dico io. Più di trent’anni fa un giovane critico francese che nelle lettere agli amici si firmava Trufo o François (leggete, leggete Autoritratto, edito da Einaudi) scriveva: ‘Il cinema è un’arte della donna, cioè dell’attrice. Il lavoro del regista consiste nel far fare delle belle cose a delle belle donne e per me i grandi momenti del cinema sono la coincidenza tra il talento di un regista e quelli di un’attrice da lui diretta’. Commedia gaia e leggera, con sottofondi gravi e improvvisi trasalimenti del cuore, tutta giocata sul comportamento delle due ragazze (e la loro alleanza rispetto all’intrusa) e sui dialoghi, qua e là verbosa, scandita in voce off da commenti in rima che arieggiano la poesia di Giorgio Caproni, Amori in corso è anche un film sul paesaggio e sui colori dell’ottobre. Le colline della Val Pessola non sono lontane in linea d’aria da quelle di Casarola dove Bertolucci passava le vacanze da bambino e che suo padre Attilio ha cantato soavemente nel romanzo famigliare in versi La camera da letto, una delle punte alte della poesia italiana nel secondo Novecento.”
(Morando Morandini, Il Giorno, 23 Giugno 1989)
“Niente di scabroso, comunque, nonostante il finale, Solo un ricamo di sguardi, alla Truffaut, e un intreccio raffinato di dialoghi, alla Rohmer: in atmosfere in cui, mentre tutto è detto, tutto è anche sottilmente taciuto, privilegiando i momenti interiori e i movimenti più segreti del cuore, evitando ogni accento romantico ma dando egualmente rilievo alle passioni, alternando le note calde a quelle ironiche, la piccola cronaca alla piccola poesia e con una mano delicatissima nel traspone poi tutto questo in immagini: evitando la calligrafia e il prezioso, ma puntando sempre sull’armonia, giocando sugli effetti plastici di tutte quelle scene in interno, ma riuscendo sempre ad adoperare quelle in esterno – quasi liriche – come un contrappunto che spesso, oltre ad essere visivo, è anche emotivo: in atmosfere che, anche solo con il sussidio di musiche di sfondo suscitano contrasti di effetto intensissimo. Concorre alla compiutezza del quadro la recitazione. A Bianca e a Maria danno volto due esordienti, Stella Vordermann e Francesca Prandi: acerbe ma già pronte a risplendere di colori pieni. Daniela è Amanda Sandrelli: felicissima nel fingersi ordinaria.”
(Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 24 Giugno 1989)
Lascia un commento