Disponibile on line Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, un film del 1970 diretto da Elio Petri ed interpretato da Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan. È considerato uno dei migliori film del regista e uno dei migliori in Italia, tanto che venne inserito nella lista 100 film italiani da salvare. Il film vinse il Grand Prix Speciale della Giuria al 23º Festival di Cannes e il Premio Oscar al miglior film straniero 1971, nonché una candidatura per la migliore sceneggiatura originale agli Oscar dell’anno dopo. Prodotto da Marina Cicogna e Daniele Senatore, scritto e sceneggiato da Elio Petri e Ugo Pirro, con la fotografia di Luigi Kuveiller, il montaggio di Ruggero Mastroianni, le scenografie di Carlo Egidi e le musiche del maestro Ennio Morricone, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è interpretato da Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Salvo Randone, Sergio Tramonti, Arturo Dominici, Aldo Rendine, Massimo Foschi, Fulvio Grimaldi.
Trama
Il capo della sezione omicidi della polizia, conosciuto da tutti come “il dottore”, viene nominato dirigente dell’ufficio politico della questura; ma proprio il giorno della sua promozione, il funzionario uccide la sua amante Augusta Terzi. Forte della posizione che occupa, “il dottore” non si preoccupa neppure di sviare le indagini; finché una bomba deflagra nella centrale di polizia e vengono fermati alcuni contestatori.
“Come ricorda lo sceneggiatore Ugo Pirro, all’epoca della sua uscita in Italia nel gennaio 1970 il film provocò uno shock: «Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto ha rappresentato un fenomeno incredibile nel nostro paese, qualcosa di difficile da dimenticare. L’affluenza del pubblico nelle sale era enorme e in alcuni casi fu necessario interrompere la circolazione dei veicoli data la lunghezza delle file alle biglietterie. La gente si accalcava perché non credeva ai propri occhi. Credo si debba apprezzare il coraggio civile di un’opera che ha aperto la strada a tutti nel cinema politico. Ci avevano detto che saremmo finiti in carcere: era una tale bomba. Ma il film non fu bloccato dalla censura perché tutti si resero conto che la cosa avrebbe provocato uno scandalo enorme. Il particolare contesto politico del momento ‒ una crisi di governo e la volontà della Democrazia Cristiana di trovare un accordo con i socialisti dopo le bombe di Milano ‒ rese possibile l’uscita del film». Certo il contenuto di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto non era tenero nei confronti delle autorità, mostrate nella loro arroganza. «La polizia della Repubblica italiana ‒ ricorda Elio Petri ‒ nei venticinque anni successivi alla caduta del fascismo, nono-stante l’abolizione della pena capitale, ha perpetrato nelle strade e nelle piazze decine e decine di condanne sommarie contro masse indifese di operai e di contadini colpevoli unicamente di lottare contro la miseria e l’ingiustizia. Nessun poliziotto ha mai pagato per tutti questi morti. Io provavo, e provo tuttora, un odio profondo nei confronti dei mandanti ‒ appartenenti alle classi dominanti ‒ e degli esecutori di questi assassinii. Tuttavia nel film mi interessava soprattutto descrivere il meccanismo che garantisce l’immunità ai servi del potere. Volevo fare un film contro la polizia, ma a modo mio».
All’interno del cinema politico i registi hanno spesso intrapreso una strada didattica, indicando con precisione tutti gli elementi del caso e procedendo sulla base di ragionamenti irrefutabili. Petri, cineasta barocco e immaginifico, sceglie un registro completamente diverso, ricorre all’invenzione brechtiana e alle risorse del grottesco, confonde le piste servendosi degli insegnamenti di Marx e di Freud ma anche di Reich, si muove in direzione dell’onirico e sconcerta con immersioni kafkiane nei meandri del potere. Petri disturba laddove altri rassicurano. Il suo stile trompe-l’oeil si serve dell’artificio per circoscrivere meglio il reale. Freddy Buache, attento studioso del cinema italiano, nel libro Le cinéma italien 1945-1990 nota: «Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è un affascinante esercizio di stile al servizio di una sorta di sferzante racconto filosofico, che assume a tratti accenti da pamphlet contro l’ipocrisia del potere nei regimi in cui la democrazia è soltanto una comoda etichetta, un alibi che giustifica ogni tipo di repressione. Per l’atmosfera e la psicologia, la sceneggiatura potrebbe a volte far pensare al miglior Simenon; ma per ispirazione e scrittura, per la sua verve nonostante i riferimenti diretti a Kafka, essa ricorda piuttosto la cattiveria dell’intelligenza voltairiana. E dimostra anche senza alcuna ambiguità come, all’interno del sistema commerciale, sia ancora possibile realizzare film fondamentalmente anticonformisti che, attraverso il cinismo, l’umorismo o il paradosso, svolgono un eccellente lavoro di demistificazione». Il film fornì inoltre a Gian Maria Volonté (che Petri diresse anche in A ciascuno il suo, 1967, La classe operaia va in paradiso, 1971, e Todo modo) l’occasione per dare prova del suo talento multiforme. Oscar come migliore film straniero nel 1970 e Premio speciale della giuria al Festival di Cannes nello stesso anno”.
(Jean A. Gili, Enciclopedia del Cinema, 2004)
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