Disponibile su RaiPlay Durante l’estate, un film del 1971 diretto da Ermanno Olmi. Prodotto dalla Rai, con il soggetto e la sceneggiatura di Ermanno Olmi e Fortunato Pasqualino, la fotografia di Ermano Olmi, il montaggio di Ermanno Olmi e Maria Enrica Siena e le musiche di Bruno Lauzi e Claudio Fabi, Durante l’estate è interpretato da Renato Paracchi, Rosanna Callegari, Carlo Pozzi, Bruno Grossi, Gabriele Fontanesi, Mario Cazzaniga, Mario Barillà. Il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1971 ed è andato in onda il 17 Ottobre del 1971. È uscito solo nelle sale dei cineclub nel 1974.
Trama
In una svuotata Milano estiva, un illustratore di carte geografiche per case editrici sbarca il lunario inventando titoli nobiliari e stemmi araldici per delle persone comuni, orgogliose di sfoggiare un albero genealogico nuovo di zecca. Incurante delle possibili conseguenze, l’uomo continuerebbe la sua attività di “ricercatore” che però per la legge è un reato.
“Fedele a un suo mondo profondamente poetico, umanista e cristiano, Olmi scopre nella metropoli estiva semideserta delle figure capaci di librarsi al di sopra di una società materializzata e anticonformisticamente votate alla ricerca di una vera nobiltà d’animo. La musica, i fiori, i colori, il rombo di un aereo nel cielo, la storia e la geografia vitalmente intese, non sono per il regista lombardo scampoli di un romanticismo decadente, bensì i segni di incoercibili esigenze dell’uomo, il ‘re del creato”. Diogene del 2.000, egli ‘cerca l’uomo’ non dove credono di individuarlo i mass media, la pubblica opinione, il cinema viziato dagli aforismi ciecamente accettati di dottrine esclusivamente di demolizione. L’uomo di successo, il divo, l’affermato, l’affarista, non sono autentici, anche se appaiono tronfiamente paghi, se suscitano invidia per quanto posseggono all’esterno della persona, se ci squadrano con alterigia dall’alto dei loro lauti conti in banca, dagli appartamenti ricolmi di costosi comodi, dall’interno di vetture di lusso. Neppure in questa ricerca di un’essenza della nobiltà umana dicono qualcosa i rappresentanti ufficiali di un sistema che giudica con il metro di articoli ambigui qualora vengano applicati solo all’apparenza delle persone o all’esteriorità dei fatti. L’uomo vero è reperibile nell’anonimato della strada o della vettura pubblica, nella guardiola di un palazzo qualunque, nel silenzio di un appartamento popolato di anticaglie o di povere memorie: ovunque, senza classismi o razzismi; là dove si scopre la persona sensibile al bisogno altrui, pronta alla comunione spirituale, disposta a testimoniare l’amore con la parola semplice o con il gesto disinteressato e umile. I personaggi di Olmi sono, nonostante la loro timidezza, non dei residuati di un passato esecrabile, bensì le anticipazioni di un futuro che sarà migliore solo se si recupereranno dignità e libertà nella loro più vera essenza. La nobiltà, la dignità dell’uomo non deriva dalla carne né dal sangue né da quello che egli si trova ad essere nella commedia sociale; ma da quello che egli è dentro e da un dono completamente gratuito e immeritato.”
(Segnalazioni Cinematografiche, vol. 77, 1974)
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