Oppenheimer, nelle sale dal 23 agosto 2023 è l’ultimo capolavoro del regista britannico Christopher Nolan, candidato al premio Oscar per la miglior sceneggiatura con Dundirk nel 2018 e Memento antecedentemente nel 2002.
Nolan ispiratosi all’opera premio Pulitzer “ Oppenheimer, trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica”( 2005), scritta a quattro mani da Kai Bird e Martin J. Sherwin, è la storia del fisico J. Robert Oppenheimer, che con un team di eccellenze scientifiche, scelte con meticolosa attenzione, danno il via alla creazione della bomba atomica, generata per il Progetto Manhattan. Intrisa di contrastanti emozioni, il regista mostra al pubblico la sua opera sì piuttosto impegnativa alla visione, caricata forse da un eccesso dialogico, ma contraddistinta da atomica e selvaggia bellezza emotiva, che tiene incollata la sala allo schermo per una visione di tre ore, di gradevole scorrevolezza per la maggior parte del tempo dall’ inizio della proiezione.
Ogni frame trasuda passione, che Nolan riproduce in impetuose inquadrature mirando sul pubblico con sostanziose molecole filmiche, terminando nell’espressione della più pura e totalizzante forma di energia, che si rappresenta in ogni sua sfaccettatura proiettata sullo spettatore, rapito dal denso impatto con le immagini. Le location esterne, allestite nel New Mexico e nella reale Los Alamos, riportano in vita la Storia così piena di vigore figurativo. L’ Oppenheimer di Nolan, interpretato da un carismatico Cillian Murphy è una carica di passione e vitalità che viene sprigionata dalla cinepresa del regista, sprofondando in insistenti primissimi piani ,dettagliando sugli occhi del fisico, le quali iridi, tono cromatico dell’ Universo,non sembrano conoscere i confini della profondità. La glaciale compostezza mimica di Cillian Murphy, unita al suo timbro vocale quasi monotonico, contrasta fortemente con l’eccitato dinamismo dei contorni, creando in chi guarda una forte dissonanza seduttiva, che arricchisce la diegesi filmica. Accurata scelta anche nel cast, partendo da Robert Downey Jr. che dà vita a Lewis Strauss, Tom Conti nei panni del genio di Albert Einstein e Matt Damon nel Gen. Leslie Groves a capo del Progetto Manhattan,per citare alcuni degli interpreti maschili; in alcuni dei ruoli femminili troviamo Florence Pugh nella sensuale Jean Tatlok e Emily Blunt come Kitty Oppenheimer, la moglie del fisico; l’attenzione data sia al personaggio della Pugh che a quello della Blunt, si connotano però integrati nello schema visivo e narrativo solo marginalmente ,quando in realtà sono essere invece il centro gravitazionale su cui ruota la quasi totale emotività del Professore: una mancanza di dettagli che forse raccontati in maniera più incisiva e accurata, avrebbero completato il cerchio di una completezza filmica già di alto livello.
Ciò da cui l’ occhio non può che trarre piacere è la fotografia di Hoyten van Hoytema, i cui scatti spingono sullo schermo l’energia brillante e passionale del pensiero di Nolan; tinte infuocate e bagliori elettrici danno risoluzione alle scene, concludendo in un forte impatto sensoriale sullo spettatore e portando a compimento la drammaticità degli elementi visivi del regista , secondo i canoni di desiderata per l’intrattemimento.
La fisica quantistica per Cristopher Nolan va oltre il mero obiettivo teorico; attraverso gli occhi del regista, britannico J. Robert Oppenheimer è un propulsore emozionale assemblato per coinvolgere definitivamente; tra passione, dolore e rimorso, come nell’ingegno della quantistica, l’arte filmica di Nolan trova la formula perfetta per entrare nella mente del pubblico, conquistandolo con la sua esplosiva creatività.
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