Il 14 settembre del 1982 moriva, in seguito a un incidente d’auto, Grace Kelly. La sua straordinaria vita è stata paragonata a quella di una principessa delle favole, ma nel suo caso la favola è finita male, interrotta tragicamente sulle strade della Costa Azzurra all’età di soli cinquantadue anni.
Grace Patricia Kelly era nata il 12 novembre del 1929 a Philadelphia. Proveniva da una famiglia benestante di origini irlandesi e cattolica. Suo padre, John Brendan Kelly Senior, era un ricco industriale, fratello del commediografo George Kelly, e fu una figura di uomo intraprendente e carismatico che si ritiene ebbe un ruolo importante nella vita di Grace. Ma anche la madre, Margaret Maier, prima donna ad allenare squadre sportive femminili all’Università della Pennsylvania, fu senz’altro un esempio di determinazione e successo, nel più puro (e discutibile) spirito dell’american way of life.
Contro il volere della famiglia, Grace Kelly iniziò come indossatrice mentre studiava all’Accademia di Arti Drammatiche di New York. Data la sua straordinaria bellezza, il passo verso il mondo del cinema fu breve. Dopo l’esordio a teatro nel 1949, due anni dopo debuttava sul grande schermo nel film 14° ora di Henry Hathaway (1951). Nei primissimi anni Cinquanta prese parte a diverse serie televisive, tra cui I segreti della metropoli, e ai film Mezzogiorno di fuoco di Fred Zinnemann (1952), con Gary Cooper, e Mogambo di John Ford (1953), con Clark Gable e Ava Gardner.
Nel 1955 si aggiudicò l’Oscar come miglior attrice protagonista per il film La ragazza di campagna di George Seaton (1954), dove aveva recitato al fianco di Bing Crosby. Tra le altre candidate nella stessa categoria quell’anno figurava niente meno che Judy Garland con E’ nata una stella. Per quel ruolo la Kelly vinse anche un Golden Globe e un New York Film Critics Circle Award.
Nella sua breve carriera cinematografica, prima di diventare la moglie del Principe Ranieri III di Monaco nel 1956 e di ritirarsi dalle scene, Grace Kelly ha lavorato anche con i registi Charles Vidor, Mark Robson, Charles Walters, Andrew Marton. Ma è soprattutto per i tre film girati con il maestro Alfred Hitchcock che l’attrice viene ricordata in tutto il mondo: Il delitto perfetto (1954), La finestra sul cortile (1954), Caccia al ladro (1955). Al fianco di Ray Milland, James Stewart e Cary Grant, la Kelly ha saputo disegnare una di quelle figure femminili hitchcockiane che “stuzzicano l’intelligenza e l’immaginazione prima di provocare l’emozione e il desiderio”. Il biografo Donald Spoto ha scritto che la bellezza delle attrici di Hitchcock era eguagliata “solo dalla loro freddezza, una qualità che è diventata sinonimo di donna hitchcockiana. Nessuna di loro, per esempio, ha le doti terrene di Ava Gardner o Rita Hayworth nei film degli anni ’40 e ’50, o delle dive della seconda metà degli anni ’60”. Ma come non ricordare quei momenti in cui Grace Kelly era riuscita ad essere anche provocante seduttrice capace di eccitare il personaggio maschile in Caccia al ladro o La finestra sul cortile ? Ecco spiegato il senso dell’ossimoro scelto per lei come soprannome: “ghiaccio bollente”.
Hitchcock aveva un debole per Grace Kelly. Si racconta che sul set del film Il delitto perfetto il regista, dopo essersi rivolto all’attore Ray Miland con parole di rimprovero alquanto dure, si girò verso di lei chiedendole, con una punta di sadismo, se era rimasta turbata da quella scena. L’attrice disse con nonchalance: “No, sono andata a scuola dalle suore, signor Hitchcock, e a 13 anni ho sentito di tutto”. Una risposta spiazzante, il tipo di risposte che lui adorava.
Grace Kelly è stata una delle donne che più hanno affascinato e ispirato Hitchcock nel suo lavoro di regista, nonostante insieme abbiano girato solo tre film. Negli anni Sessanta l’avrebbe voluta ancora per il film Marnie, tratto dall’omonimo romanzo di Winston Graham. Quando il regista aveva acquistato i diritti letterari dell’opera, lo aveva fatto pensando proprio a Grace Kelly come protagonista. Come ha raccontato François Truffaut nel libro Il cinema secondo Hitchcock e come viene mostrato anche nel film biopic di Olivier Dahan Grace di Monaco (2014), la Kelly, ormai diventata Principessa di Monaco, era molto tentata di tornare sul set e Ranieri sembrava ben disposto all’idea, perché aveva sempre amato i film di Hitchcock. Ma il Principato stava attraversando un momento di crisi, minacciato dalle rivendicazioni del generale Charles De Gaulle che, mal sopportando i vantaggi fiscali riservati a certi facoltosi uomini d’affari francesi, ne mise in discussione l’autonomia stessa. Nell’esigenza di modificare quell’immagine un po’ frivola comunemente associata all’enclave monegasca, prevalse la ragion di Stato e Grace Kelly rinunciò definitivamente al cinema. Il ruolo pensato per lei andò alla fine a Tippi Hedren. Ma Hitchcock non conservò mai rancore, solo qualche rimpianto. Dopotutto il ritiro dell’attrice non era stato in parte anche colpa sua? Fu in Costa Azzurra, dove era stato girato il film Caccia al ladro, che Grace Kelly conobbe il principe Ranieri.
L’American Film Institute l’ha inserita al tredicesimo posto nella lista delle più grandi star nella storia del cinema. Artisticamente, data anche la brevità della sua carriera, è inevitabile che Grace Kelly si collochi qualche passo indietro rispetto ad altre grandi attrici di Hollywood, ma in fatto di stile, bellezza e charme risulta ancora oggi un modello quasi irripetibile, come ha osservato Alberto Castelvecchi, “perfetta combinazione di fattori diventati fondamentali per la femminilità contemporanea”.
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