Disponibile su RaiPlay La lucida follia di Marco Ferreri, un film documentario del 2017 diretto da Anselma Dell’Olio. Nel 2018 conquista il David di Donatello nella sezione documentario. Prodotto da Nicoletta Ercole e Mauro Cappelloni, con la regia di Anselma Dell’Olio, la cinematografia di Ennio Guarnieri, la fotografia di Alessio Iuso, il montaggio di Stuart Mabey, il suono di Gilberto Martinelli, effetti speciali di Augusto Lombardi e le musiche di Philippe Sarde, La lucida follia di Marco Ferreri vede la partecipazione di Hanna Schygulla, Roberto Benigni, Ornella Muti, Andréa Ferréol, Sergio Castellitto, Isabelle Huppert, Dante Ferretti. Ricerche d’archivio di Nicola Marzano.
Trama
Ritratto del meno glorificato tra i grandi registi italiani, il documentario di Anselma Dell’Olio, che di Ferreri è stata aiuto regista e dialoghista, chiama a raccolta un coro di voci e di memorie (da Isabelle Huppert a Dante Ferretti a Roberto Benigni) ed evoca un irriducibile mondo d’autore attraverso sequenze dei film e materiali d’archivio.
“Nicoletta Ercole, incontrata come costumista su un set di Ferreri, mi ha chiesto nella primavera del 2016 se avessi voglia di girare un docufilm per rilanciare il cinema di Marco Ferreri, ormai caduto in un oblio che sa di rimozione, e sconosciuto alla generazione successiva alla sua scomparsa. L’occasione era il ventesimo anniversario della sua morte avvenuta a Parigi. Ho detto subito sì. Lavorare a stretto contatto con Ferreri è stata una delle esperienze più sconvolgenti e decisive nella mia formazione professionale ed esistenziale. Fare il critico mi ha permesso di approfondire l’esperienza pratica acquisita su tanti set. Se La lucida follia di Marco Ferreri invoglia a scoprire o riscoprire il suo cinema, il nostro compito è fatto”.
(Anselma Dell’Olio)
La lucida follia di Marco Ferreri è un viaggio nel cosmo unico – insieme sovrannaturale e terragno – dell’autore. Un uomo che abbandona gli studi di veterinaria ma mai gli animali, scegliendo di occuparsi principalmente dell’essere umano nella sua essenzialità corporea e desiderante. Per avvicinare al mondo frastagliato e organico, per alcuni ostico di Ferreri, il film offre clip dei suoi film spagnoli, italiani e francesi, tra cui El cochecito, La cagna, L’ultima donna, Dillinger è morto, La grande abbuffata, Chiedo Asilo, Ciao maschio, Storia di Piera, La donna scimmia. Ascoltiamo il controverso regista riflettere sulla nomea di “provocatore” che l’ha sempre seguito, perennemente accompagnato da censure, scandali, contestazioni, accuse velenose. Vi sono le risposte ironiche e taglienti, sue e dei suoi sostenitori più celebri e affezionati: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Philippe Noiret, e Ferreri stesso. Li ritroviamo in pieno vigore nei materiali d’epoca e backstage dell’Istituto Luce, RaiTeche e archivi francesi, alcuni inediti in Italia. Ci sono testimonianze nuove, illuminanti sul suo modo di dirigere gli attori, offerte dai protagonisti che hanno dato il soffio della vita ai suoi personaggi (Roberto Benigni, Hanna Schygulla, Isabelle Huppert, Andréa Ferreol, Ornella Muti), i collaboratori più stretti (il musicista Philippe Sarde, il regista Radu Mihaileanu) lo scenografo Dante Ferretti, un forbito luminare del mitico Cahiers du cinéma (Serge Toubiana). Arguta, mirabile, penetrante è la poesia che fa da prologo al film, dedicata a Ferreri, scritta e recitata da Benigni. Il film compone, come in un mosaico, l’arte, il carattere, la poesia, il pensiero e la visionarietà di un autore inclassificabile. Il film prova a consegnare alcune chiavi per accedere all’universo prodigioso e carnale di un Mago Merlin con lo sguardo laser e una compassione rovente che scandaglia senza ipocrisia il nostro accidentato viaggio terrestre.
Lascia un commento