Erlingur Thoroddsen, regista islandese al suo terzo lungometraggio horror, ha raccontato di aver avuto l’ispirazione per The Piper ritrovandosi coinvolto casualmente, a Berlino, in una conversazione riguardante la fiaba letta da bambino, Il Pifferaio Magico. Riconsiderandola da adulto ne ha colto le sfumature e le implicazioni più inquietanti. Anche perchè, per quanto possa apparire incredibile, si tratta di una storia vera.
La fiaba
Il Pifferaio magico fa parte delle antiche favole raccolte dai fratelli Grimm. Der Rattenfänger von Hameln, letteralmente “l’accalappiatore di ratti di Hameln”, è il soggetto di una leggenda tedesca ambientata nella città di Hameln o Hamelin, in Bassa Sassonia. È anche nota come Il pifferaio magico. Essa narra di una città, Hamelin, in preda alla piaga dei ratti. Il sindaco, dopo averle provate tutte, si rivolge a un misterioso straniero, il quale assicura, tramite lauta ricompensa, che libererà a città da ogni topo. Lo straniero, suonando una melodia col suo piffero, attira tutti i roditori della città, che iniziano a seguirlo fino a saltare dentro a un fiume e morire annegati. L’avaro e disonesto sindaco però, in accordo coi cittadini, si rifiuta di pagare il pifferaio. L’uomo, di notte, per vendicarsi, suona ancora il suo strumento magico, ma stavolta saranno tutti i bambini della città a seguirlo, tranne una piccola bimba sorda, che spiega ai genitori quello che è successo. Il sindaco paga il suo debito e i bambini, nascosti in una grotta, vengono riportati a casa.
Un episodio realmente accaduto?
Ad Hamelin, sul muro di una casa del centro storico, troviamo un’iscrizione:
ANNO 1284 NEL GIORNO DI SAN GIOVANNI E PAOLO, IL 26 GIUGNO, UN PIFFERAIO CON ABITI VARIOPINTI HA ADDESCATO 130 BAMBINI NATI IN QUESTA CITTÀ CHE SONO SCOMPARSI AL CALVARIO DEL KOPPEN.
La famosa fiaba del Pifferaio Magico, dunque, è ispirata a fatti realmente accaduti, purtroppo tragici, a prescindere da quale sia la vera storia. L’antica iscrizione sembra testimoniare che questi bambini siano davvero scomparsi, molte ipotesi sono state formulate ma senza nessuna risposta certa.
Un altro episodio storico dall’autenticità comprovata che riguarda il potere ipnotico di certa musica è quello della piaga del ballo (o epidemia del ballo) che fu, molto probabilmente, un caso di isteria di massa che avvenne a Strasburgo, Alsazia (allora parte del Sacro Romano Impero) nel luglio 1518. Circa 400 persone iniziarono a ballare per giorni, e, dopo all’incirca un mese, alcune di loro morirono di attacco cardiaco, ictus o affaticamento.
The Piper
Sembra che il protagonista preferito del film del terrore contemporaneo sia la mamma single. Proprio quando la giovane donna sembra avercela fatta, ha una casa, un lavoro ed un rapporto soddisfacente col pargolo, mettendocela tutta per quadrare i conti, ecco che arriva l’imprevisto sovrannaturale: Babadook docet, ma anche The Monster e infiniti altri, fino ad arrivare all’italiano Pantafa, tutti i mostri amano fare lo sgambetto alle mamme sole.
Melanie (Charlotte Hope: The spanish princess e Game of Thrones) è una giovane flautista che vorrebbe diventare compositrice, sia per ragioni di carriera che di denaro. Il direttore d’orchestra Gustafson (Julian Sands) non sprizza simpatia, ma ugualmente le affida il compito di completare il concerto al quale stava lavorando la sua vecchia mentore, morta in circostanze misteriose. Noi la vediamo in apertura che tenta di bruciare uno spartito, dopo aver confidato a un interlocutore telefonico che la musica non può essere rappresentata perchè malvagia, ma rimane lei stessa avvolta dalle fiamme.
Melanie si impegna anima e corpo nell’impresa di terminare il concerto, nonostante un collega invidioso le metta i bastoni tra le ruote, nonostante apparizioni inquietanti, la sparizione di un amichetto della figlia e la ragazzina stessa, sorda, che inizia ad avere strani incubi. Il demone dell’ambizione la possiede e quando la donna realizzerà cosa sta davvero accadendo, sarà, forse, già tardi.
Il regista maneggia una materia fervida e affascinante, riesce a sfruttare bene la sua suggestione e mitologia, ma non sfugge ad alcuni cliché che rendono il film meno coinvolgente di quanto avrebbe potuto essere. Tuttavia, nel complesso, The Piper avvince e spaventa, grazie all’originalità dell’argomento trattato e alla buona sceneggiatura, che si avvale anche di alcune scene oniriche.
Mostrare troppo, in un film di questo tipo, non è mai una buona idea, e quando il Demonio appare scarmigliato come Freddy Krueger, il livello di paura, inesorabilmente, cala. Non ci sono amori romantici o cavallereschi, non ci sono amici di nessun genere per Melanie, che lo script vuole completamente sola, ma ci sarà l’amore della figlia, una bambina, ad aiutarla. Figlio dei nostri tempi, è il bambino a supportare l’adulto, quando l’adulto non riesce ad essere una figura protettiva.
Julian Sands, la sua ultima interpretazione prima della scomparsa e della morte
The Piper è anche l’ultima interpretazione sul grande schermo di Julian Sands, celebre e talentuoso attore di Urla del silenzio, Camera con vista, Vatel, Il pasto nudo e molti altri capolavori (Boxing Helena, il più brutto e controverso) al quale il film è stato dedicato.
La musica satanica: dalle origini ad oggi
Le sinistre melodie del film sono affidate al compositore Christopher Young, già autore delle colonne sonore di numerosi film horror, tra cui The Grudge, The Exorcism of Emily Rose e Sinister.
Ma le credenze che riguardano l’esistenza di una musica satanica sono antiche e molteplici, e toccano varie epoche, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Nessuno sa da dove provenga la musica, la sua origine è così remota, i sentimenti che ci suscita sono così difformi tra loro e intensi che abbiamo anche smesso di chiedercelo. Se una certa musica viene attribuita agli angeli, un altro tipo di musica si ritiene appartenga alle forze oscure.
Con l’espressione “Diabolus in Musica”, coniata nel Medioevo, si designa il “tritono”, cioè l’intervallo musicale formato da tre toni interi, equivalente a 6 semitoni. La Chiesa, nel periodo medievale, lo considerò la “dissonanza delle dissonanze”, qualcosa da proibire, perché l’orecchio umano non avrebbe mai provato piacere nell’ascoltarlo e suonarla avrebbe potuto evocare il demonio stesso.
Il tritono è anche la metà esatta di una ottava. Questo intervallo è una delle maggiori dissonanze della scala diatonica.
Nei secoli a venire il tritono fu usato dai grandi della musica: Monteverdi, Liszt, Beethoven, Mussorgsky, Tartini, Bach, Berlioz, Grieg, per suscitare in alcune opere una atmosfera infernale o inquietante.
Il brano più famoso in Tritono è Black Sabbath dei Black Sabbath, contenuto nel primo e omonimo disco del 1970. Proprio nel metal l’uso del tritono è particolarmente utilizzato.
Ma quali sono i brani più famosi che utilizzano il tritono? Led Zeppelin (Dazed And Confused), Metallica (Enter Sandman), Marilyn Manson (Beautiful People), Jimi Hendrix (Purple Haze) ed alcuni altri…
Per la sua natura fastidiosa, dissonante e di richiamo immediato all’attenzione, il tritono è usato nei suoni delle sirene di polizia e ambulanza.
A livello simbolico ed esoterico il tritono, attraverso la rappresentazione grafica-geometrica porta all’Esagramma e al numero 666, appunto il numero del Diavolo.
Data di uscita: 18 gennaio 2024
Genere: Horror
Anno: 2023
Regia: Erlingur Thoroddsen
Attori: Julian Sands, Charlotte Hope, Kate Nichols, Alexis Rodney, Oliver Savell, Philipp Christopher, Pippa Winslow, Boyan Anev, Aoibhe O’Flanagan
Paese: USA
Durata: 90 min
Distribuzione: Vertice360
Sceneggiatura: Erlingur Thoroddsen
Fotografia: Daniel Katz
Montaggio: Michael J. Duthie
Musiche: Christopher Young
Produzione: Millennium Media
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