Il Green Deal europeo, annunciato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è un insieme di iniziative politiche finalizzate a raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. Il piano è quello di innalzare ad almeno il 50% la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione europea entro il 2030 e al 55% rispetto ai livelli del 1990.
Secondo i più recenti studi le emissioni di gas serra degli allevamenti intensivi rappresentano il 17% delle emissioni totali dell’UE, più di quelle di tutte le automobili e i furgoni in circolazione messi insieme. Numeri che preoccupano, e che spingono i politici ad inserire la parola green ed ecosostenibile in ogni loro discorso, medici e scienziati a trovare alternative alimentari alla carne (insetti e carne sintetica), ma non a cambiare i metodi produttivi…
Ma le parole della von der Leyen, le promesse dei nostri leader politici, i piani e i patti che hanno come scopo quello di salvare il nostro pianeta e la vita di chi lo abita sono sincere? E’ davvero questa la direzione verso cui stiamo andando?
Secondo il lavoro investigativo, durato 5 anni, della giornalista Giulia Innocenzi, sembrerebbe proprio di no.
Infatti alcuni politici, conniventi e corrotti, per dirla senza mezzi termini, si fanno foraggiare dalla potente lobby delle carni per sostenere proprio quegli allevamenti intensivi che dovrebbero disincentivare e che invece, orrore degli orrori, vengono finanziati e sostenuti proprio dai soldi destinati al Green Deal, ovvero da noi cittadini, dalle nostre tasse. Noi paghiamo, per sostenere quegli allevamenti intensivi – che sono ben il 90% della carne consumata in Italia e il 99% di quella americana – che distruggono il pianeta, che inquinano l’aria e l’acqua, che che cancellano biodiversità e comunità umane, che sfruttano i lavoratori, pagandoli in nero o tiranneggiandoli, che sono il cantiere potenziale per nuove pandemie, e che ci fanno ammalare fino a morire.
In Food for Profit, grazie a una squadra di investigatori che ha lavorato sotto copertura – chi si è fatto assumere come operaio negli allevamenti e chi si è finto un lobbista nei palazzi della politica europea – i coraggiosi Giulia e Pablo raccontano tutto quello che hanno visto, attraverso un viaggio ben documentato attraverso l’Europa.
Ciò che non vediamo, non esiste. Ciò che è nascosto ai nostri occhi, non ci sembra reale. Gli allevamenti intensivi sono tutti ben coperti e protetti da alte mura impenetrabili allo sguardo. Per questo è importante. anche se molto doloroso, guardare quei filmati e quelle immagini.
Le immagini di Food For Profit, riprese anche nei più noti allevamenti italiani, quelli “di eccellenza”, raccontano di pavimenti non lavati e disinfettati da anni, colmi di batteri e virus, sui quali gli animali cadono e giacciono, ammalandosi: maiali, polli, tacchini, mucche, molti dei quali sono feriti o mutilati, uccisi in modo brutale, privi di cure veterinarie, che ricevono, solo per sopravvivere abbastanza per essere macellati, continue iniezioni di antibiotici.
Quegli antibiotici passeranno nel loro latte, nelle loro carni, di cui noi ci nutriremo. L’antibiotico resistenza miete migliaia di vittime umane, ed è aggravata dal consumo di animali a loro volta riempiti di medicinali. La resistenza agli antibiotici, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, rappresenta ormai una priorità di sanità pubblica sia per il nostro Paese che a livello globale. L’Italia è particolarmente colpita da questo fenomeno, che la pone ai primi posti in Europa in termini di elevata prevalenza di ceppi batterici resistenti e mortalità attribuibile all’antibiotico-resistenza (fonte: ISS)
Di fronte alle domande poste dalla giornalista Innocenzi, i vari politici, presidenti e dirigenti di alto profilo, si dileguano, oppure mentono spudoratamente, contraddetti dalle loro stesse parole registrate in altri contesti. I proprietari e i lavoratori delle fabbriche negano l’evidenza delle fotografie. Si arriva perfino a dire che gli allevamenti intensivi, in Italia, non esistono.
In una località della Polonia gli allevamenti intensivi sono talmente numerosi che la gente del posto ha visto deprezzare vertiginosamente il valore delle proprie case, per via della puzza nauseabonda che proviene dagli enormi container. L’aria è inquinata e i cittadini ed il sindaco protestano, del tutto inascoltati.
I pesci muoiono in massa, a causa delle feci degli animali sversate nelle acque. Le stesse acque che dovrebbero servire per la vita umana, gli stessi pesci di cui ci dovremmo nutrire.
I 90 minuti di Feed For Profit sono un viaggio lungo i pericoli sanitari di cui sono costellate le nostre tavole e il mondo in cui viviamo, tutti, ogni giorno, e questi argomenti non sono appannaggio – come molti ancora pensano, di ristrette cerchie di animalisti o di fissati con gli animali o l’alimentazione, ma dovrebbero essere oggetto di interesse, rabbia e scandalo per ognuno di noi. Perchè siamo stati presi in giro, perchè quello che vediamo – maltrattamenti, uccisioni brutali e gratuite – nei confronti degli animali, non è solo la cifra di quanto vale la vita animale, ma anche il valore che viene dato alla nostra di vita e a quella dei nostri figli. Per molte delle persone che sono al potere in questo momento, ha valore solo il profitto, solo ed esclusivamente il profitto e la parola “etica” è del tutto sconosciuta.
E’ giusto, è naturale di nutrirsi di animali? Ognuno è libero di scegliere. Ma negli allevamenti intensivi non c’è nulla che rappresenti il ciclo della vita, nulla di naturale, per questi animali che sopravvivono solo pochi mesi, imbottiti di sostanze che ne accelerano la crescita, considerati non esseri viventi, ma pezzi di carne da sbattere contro un muro, calpestare, picchiare e uccidere nei modi più crudeli. I politici, di fronte alle grottesche proposte di modifiche genetiche fatte dal giornalista che si finge lobbista della carne, del tutto inventate (maiali con sei zampe, mucche che si nutrono delle proprie feci o con doppi organi riproduttivi), non battono ciglio. Va bene, si può fare, tutto è possibile, basta che l’opinione pubblica non lo sappia, o ne venga a conoscenza nel modo più adatto. Ci buttiamo dentro i bambini africani? Lo facciamo in Africa? Così se qualche “mostro” scappa, chi se ne importa… No, non è un film dell’orrore questo, ma è la realtà.
Questa è la realtà del cibo che troviamo nei nostri supermercati e consumiamo ogni giorno. Questa è la realtà dei soldi dell’Unione Europea, che sono anche nostri, che vanno a finanziare anche questi orrori.
Insieme al bellissimo documentario del 2005, Earthlings, disponibile su YouTube, scritto, prodotto e diretto da Shaun Monson e narrato dall’attore ed animalista Joaquin Phoenix, Food For Profit rappresenta un coraggioso atto di denuncia nei confronti di una certa politica che si traveste di parole ingannevoli e immagini di campi fioriti ma nella realtà si muove in modo opposto alla salute e al benessere della collettività, del tutto accecata da soldi e potere.
Gli allevamenti non intensivi di un tempo permettevano all’animale uno sviluppo in armonia con le leggi naturali, oggi la presenza delle carni nella nostra alimentazione è continua ed eccessiva, e le povere creature dall’altra parte del muro non vedono mai la luce del sole. Sono animali feriti, resi folli dal dolore e dalla reclusione al punto da mutilarsi, ammalati, gonfi di antibiotici e quelli che non crescono abbastanza velocemente, come da documentazione, vengono uccisi a calci. Questo sistema, che nuoce agli animali, al pianeta e minaccia gravemente la salute umana, non sarà cambiato dai leader politici, ma potrà essere modificato solo da noi, che ne assumiamo la consapevolezza, che abbiamo il coraggio di guardare, che non facciamo finta di niente. Ciò che non vediamo, non esiste, quello che è nascosto ai nostri occhi, non ci sembra reale, solo perchè è coperto da un muro. Non si richiede necessariamente di essere compassionevoli di fronte al massacro di massa di chi è indifeso e soffre (l’etologo Peter Singer, studioso da decenni dell’intelligenza animale interviene nel documentario) – ma di essere, noi, abbastanza intelligenti da non autodistruggerci.
Regia: Pablo D’Ambrosi, Giulia Innocenzi.
Genere: Documentario.
Italia, 2024, durata 90 minuti.
Uscita cinema: martedì 27 febbraio 2024
Distribuzione: Mescalito Film.
Dove trovare il film:
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