Dopo il bellissimo Shin Godzilla (2016) di Hideaki Anno, prodotto dalla giapponese Toho, in tanti avrebbero voluto vedere Shin Godzilla 2, che non è mai stato realizzato, sacrificato al progetto di seguire un modello di universo condiviso simile al Marvel Cinematic Universe. Pochi mesi fa (2023) è passato però al cinema, per un tempo così breve che bisognava fare le corse per vederlo, il nuovo live action giapponese, Godzilla Minus One, che si è aggiudicato un Oscar per gli effetti speciali ed una nomination.
Godzilla e Kong – Il nuovo impero è il sequel del film Godzilla vs. Kong (2021), è il quinto capitolo del MonsterVerse, nonché trentottesimo film su Godzilla e tredicesimo su King Kong. Se può sembrare difficile tenere il conto delle apparizioni di Godzilla, rettilone che nasce nel 1954 con l’omonimo film, lo stesso si può dire per il gigantesco primate, che inizia a calcare le scene nel 1933.
Che i due “mostri” finissero col confrontarsi era inevitabile – anche Maciste aveva dovuto combattere, cinematograficamente parlando, contro Ercole – e che, essendo una produzione americana, tutte le simpatie sarebbero state per King Kong, era prevedibile. Nei due film di Wingard infatti se Godzilla protegge il mondo, King Kong fa la stessa cosa ma in modo empatico, nobile e vulnerabile, facendo mostra di tutte le qualità umane e operando in tandem con una bambina.
In questo ultimo capitolo la storia si infittisce: in seguito alle terribili lotte del film precedente, il Super Primate è stato relegato al mondo della Terra Cava, splendido retaggio dello scrittore H.G. Wells, che in alcuni dei suoi romanzi abbraccia questa fantasiosa teoria ancora in voga alla fine del 1800. In questo mondo primordiale e fantastico, Kong si immalinconisce, soffre di mal di denti e di solitudine. Ma nel frattempo sulla superficie qualcosa sta per cambiare, perchè Godzilla, avvertendo l’arrivo di un pericolo, ha iniziato a caricarsi di energia e a mangiare mostri, aumentando la sue potenza, proprio come un Pokemon. A quel punto sarà tutto uno scatenarsi di antiche forze, nemici terribili dal passato, che culmineranno con il risveglio di Mothra, un altro kaiju dell’universo Godzilla, dotato di sommi poteri spirituali.
Ma niente paura di confonderci, la storia ci verrà spiegata in modo elementare e senza ombre, così facilitata che perfino al momento del massimo scontro, i mostri buoni e quelli cattivi si troveranno in posizioni simmetriche e faranno un balzo all’unisono, a scanso di equivoci.
Tra un epico scontro e l’altro, appare in primo piano la storia di una madre adottiva, la primatologa Ilene Andrews (Rebecca Hall), e della sua bambina, di stirpe Iwi, alle soglie dell’adolescenza, difficile da capire, non solo per l’età ma perchè la piccola comunica attraverso gesti e potere del pensiero, in simbiosi con King Kong. La vicenda emotiva del rapporto genitore-figlio ci regala qualche emozione. Anche vedere che Godzilla dorme accoccolato dentro al Colosseo a Roma, trasformato in cuccia, con buona pace di una volante dei Carabinieri, ce ne regala qualcuna, anche perchè il celebre Anfiteatro viene immaginato cavo come la Terra, vuoto all’interno.
Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero è un film interamente girato in CGI, a differenza delle produzioni della giapponese Toho, e questo comporta delle conseguenze. Se infatti la libertà creativa è sconfinata, si rischia non solo di eccedere, ma anche di annoiare. A tratti, per lunghi tratti, il film si trasforma in un videogioco. Chi pensa che questo sia stato fatto per piacere ai ragazzini, che ci sono abituati, sbaglia. Anche e soprattutto loro sono capaci di distinguere le emozioni di uno stop motion o di un live action, seppur imperfetto, da quelle date da uno schermo verde. Se ben dosata, la CGI funziona, ma quando lo spettatore inizia, durante un combattimento, a chiedersi se ha scongelato la sogliola per cena, significa che se ne sta facendo un uso eccessivo.
Nel complesso Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero è un film piacevole che si lascia guardare, con tante scene di menare fra mostri come è giusto che sia, e guarnito di tocchi anni 80, tutti portati dai co-protagonisti maschi, il nerd pauroso Brian Tyree Henry, e il bel veterinario coraggioso Dan Stevens.
Secondo le indiscrezioni la saga di Kong e Godzilla si arricchirà sempre di più strada facendo, in questo multi-verso meta-verso dove si può saltare impunemente da una storia all’altra, da una dimensione all’altra, da un film all’altro.
Ma cosa si perde nel salto? Tante piccole briciole di identità. Intanto la colonna sonora dei film targati Toho di Godzilla, derivanti dall’unica iconica traccia di Akira Ifukube. Godzilla, che non è un malvagio, ma rappresenta la potenza indomabile e distruttiva dell’universo, perde quella nota malinconica che lo ha da sempre legato alla catastrofe nucleare e diventa un guardiano della razza umana. Non ci ricorda più quanto siamo piccoli, ma che siamo anzi così importanti da meritare un dio preistorico come cane da guardia. King Kong, addomesticato, diventa il mostro della porta accanto, un Re al quale viene donata una enorme e bellissima gabbia, uno zoosafari nel quale è bene che rimanga. Il mondo che ci riportano i Godzilla Vs Kong è pieno di magie che non stupiscono, di meraviglie che non meravigliano, di immagini prive di ombre. Divertenti, sul momento, ma pagherà tutto questo al botteghino, a lungo andare?
Godzy dice
Stupidaggini.
Sono assolutamente non d’accordo con questa recensione. Trovo questo nuovo capitolo il degno e perfetto seguito del precedente, con numerose “chicche” cinematografiche perfette per il genere.
Il botteghino? Beh, il botteghino a 5 giorni dall’uscita mondiale parla chiaro: attualmente è il film più visto con incasso, ad ora, di 2 miliardi di dollari.
Saluti da Godzy
Emanuela Di Matteo dice
Godzy, grazie per il tuo commento! Si può non condividere la stessa opinione su un film ma l’importante è amare Godzilla e ti posso assicurare che noi lo adoriamo. A presto