Diciassette anni dopo Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! Clint Eastwood non ha perso il suo smalto e anche per Scommessa con la morte (The Dead Pool, 1988), quinto e ultimo capitolo della serie sul celebre ispettore, conserva per il personaggio la proverbiale cinica ironia. Eastwood è diventato nel frattempo un regista dal talento riconosciuto, ha da poco realizzato l’apprezzato biopic Bird (1988) incentrato sul genio musicale e la personalità autodistruttiva di Charlie Parker, e continua con efficacia ad interpretare ruoli che lo hanno reso un paladino delle sale cinematografiche.
“Dirty Harry” questa volta deve vedersela con i tirapiedi di un gangster e, con le sue battute lapidarie e il suo decisionismo, s’imbatte in vari omicidi che portano alla furia di un serial killer ossessionato dalle celebrità. Il fantomatico assassino, dopo aver freddato anche una rock star californiana, se la prende con il regista Peter Swan e tra i suoi bersagli c’è lo stesso Callaghan.
Scommessa con la morte è un thriller che il regista Buddy Van Horn dirige senza particolare originalità, ma le punte più intriganti questa volta si ritrovano sul set di un film dell’orrore dove, tra le pause di lavorazione, si avvicendano episodi sconcertanti. Proprio sui teatri di scena di una produzione a basso costo avvengono morti misteriose come l’uccisione di un tossicodipendente durante una pausa. Più che mai il film si sostiene sulla popolarità dell’iconico ispettore, che il cinquantottenne Eastwood rende ancora una volta credibile: Callaghan si mette sulle tracce dell’assassino il quale, sui luoghi del delitto, lascia una scheda di nominativi che riportano ogni volta la dicitura “Riposi in pase”, fino a quando Callaghan ritroverà quella sinistra promessa a fianco del suo stesso nome.
Pur con una sceneggiatura piuttosto debole, Scommessa con la morte conserva un sicuro impatto spettacolare e tenta di rinverdire le gesta di un personaggio che la fotografia di Jack N. Green accompagna in eleganti immagini, tra gli interni e gli arredi curati di Carfagno. Anche le musiche dell’immancabile Schifrin omaggiano il tenente che dimostra di essere sensibile al fascino femminile, in questo caso quello della seducente giornalista Samantha Walker (Patricia Carkson). Il tentativo di dare nuova linfa alla serie si sorregge su elementi noti, e la nota sentimentale segue quel confronto con il femminile già avviato nei titoli precedenti, dove adesso è una giornalista e non una collega a conquistare gli interessi e l’ammirazione del personaggio.
L’ironia tocca punte scoperte come nell’inseguimento (teso e scoppiettante) con l’automobilina killer, e tra le ombre del mistero si colgono riferimenti al mondo cinematografico e al suo ambiente di finzioni. Fanno la loro apparizione volti che caratterizzeranno la scena a venire, come un giovane Jim Carrey in un piccolo ruolo (Eastwood lo apprezza talmente grazie a una sua imitazione fuori scena di Elvis da volerlo nuovamente con lui per il successivo Pink Cadillac) assieme ai Guns N’ Roses che possiamo ascoltare con la hit Welcome to the Jungle, il cui sound e l’immagine trasgressiva domineranno la scena musicale del periodo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta.
Callaghan si ritrova a fare la sua “sporca figura” in tempi di esibizionismo e il suo personaggio conclude la sua corsa cinematografica con l’episodio più debole che convince l’attore a lasciare “riposare in pace” l’ispettore, anche se di “Harry la carogna” le generazioni successive conserveranno il ricordo e per lo stesso Eastwood rimarrà un personaggio con cui confrontarsi. Il pistolero senza nome, anche grazie a Harry Callaghan e ai i cinque film della serie, ha potuto farsi conoscere come un individuo solo ma avvinghiato ai diritti e alla legge, con una sua etica molto più netta e autorevole rispetto a quanto potessero lasciar intendere i suoi modi fuori dalle regole sempre osteggiati dai superiori che finiscono immancabilmente per approfittare di lui.
Da San Francisco a Los Angeles, il personaggio è coinvolto in un’ultima/non ultima missione che lo vede una volta di più bersaglio di attentati, e Scommessa con la morte interroga Callaghan su chi possa essere il mandante. Nell’armadio personale dell’ispettore, ci sono evidentemente molti loschi personaggi che lui ha mandato in galera, come un boss della mala, ma tra gli indiziati c’è anche un paranoico fanatico del cinema horror. Liam Neeson, che sarà presto Darkman (id., 1990) è convincente nei panni del regista horror perseguitato sul quale convergono ambiguamente i sospetti mentre per il regista Baddy Van Horn, che fa rispettosamente il suo compito, Scommessa con la morte è il secondo film da regista. Lo si ricorda come uno stuntman e attore statunitense che nei suoi tre film da regista ebbe sempre Eastwood come protagonista e la cui carriera è indissolubilmente legata a quella del popolare attore e cineasta.
Il quinto film di Callaghan chiude un ciclo e si colloca in una nuova era di serializzazione, dopo gli anni Settanta espressione del cinema visionario di registi del calibro di Siegel e Cimino anche loro debitori dell’esperienza cinematografica con Eastwood. Il titolo originale The Dead Pool ispirerà il fumettista Rob Liefeld per la creazione di “Deadpool”, celebre super-eroe Marvel che avrà un giorno il volto cinematografico di Ryan Reynolds.
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