Una premessa…
Prima di addentrarmi in una analisi più approfondita dell’ultimo film di Terrence Malick, è necessario fare una premessa.
The Tree Of Life è un film particolare e di sicuro effetto, una di quelle opere più rapportabili alla poesia che alla cinematografica. Un titolo che trasmette emozioni e sensazioni che spiazzano in un certo senso lo spettatore. L’atmosfera che si respira è quasi eterea, non ben identificabile. E alla conclusione, lo spettatore rimane immobile, immerso ancora in quella culla di pensieri.
Se sia stata una esperienza gradevole o spiacevole forse nemmeno lui lo sa dire. Ma rimane, e forse è questo ciò che per il regista conta.
Il ricordo di qualcosa assolutamente indefinito.
Una storia di crescita
Al centro del film troviamo il giovane Jack, cresciuto da una madre affettuosa e da un padre, uno strepitoso Brad Pitt, che invece lo istruisce in maniera autoritaria.
Mentre il mondo intorno a lui ruota come uno splendido parco giochi, il giovane ragazzo si trova ad un certo punto in bilico, diviso tra gli insegnamenti del padre e quelli della madre. In un lungo percorso di crescita giunge alla maturità come un uomo che ancora non ha trovato dei valori saldi a cui legarsi, per comprendere solo alla fine che è la famiglia la prima forza su cui fare affidamento.
Le scene estremamente evocative non mancano e sono dense di significati metaforici che lo spettatore deve comprendere e interpretare.
Non mancano infine sequenze di Kubrikiana memoria, dove effetti di luce sorprendenti si susseguono accompagnati da tracce classiche capaci di far breccia nel cuore di chi le osserva.
Forse sono scene un po’ troppo abusate, ma di sicuro effetto.
Con questo film Malick riesce ad indagare la complessa sfera degli affetti, e lo fa con un tocco di malinconia e di speranza. Il ritmo con cui prosegue il film è certamente molto lento e non tutti saranno disposti a sopportarlo, ma la forza di The Tree Of Life è certamente una delle sorprese degli ultimi anni.
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