Siamo nel 2977 e il famigerato pirata Harlock si ritrova a dover difendere la terra dall’indifferenza del suo stesso governo e dalla minaccia aliena più terrificante di sempre; l’esercito delle mazoniane, potente e spietata razza aliena che ha deciso di fare propria la Terra. Ad aiutarlo una ciurma di circa 40 uomini tra cui i fidatissimi Yattaran, Yuki, Met e il giovane Tadashi, inizialmente unitosi alla ciurma per vendicare il padre e che poi si rivelerà tra i più leali al Capitano.
A fare da contorno a questa linea base, già di per se affascinante, troviamo la storia di Mayu, la figlia del più caro amico di Harlock, colui che si è sacrificato per L’Arcadia. La piccola, molto affezionata al Capitano, verrà spesso utilizzata per tenere sotto scacco Harlock, tanto dalle mazoniane, quanto da quei pochi del governo terrestre che ancora reagiscono, sebbene non abbiano davvero capito che Harlock non è in alcun modo un nemico della Terra.
Molte storie s’intrecciano e creano una trama complessa e offrono uno spunto per approfondire molti aspetti e personaggi, regalandoci una vera e propria perla nel panorama dell’animazione giapponese.
Oppure…
Stesso protagonista e stessi amici di un tempo ma trama completamente capovolta.
Se nei nostri ricordi di bambini Harlock si muoveva in un universo dove il governo non si curava di nulla se non dei propri hobby, in questo nuova storia è il suo principale ostacolo. Dell’Harlock che ricordiamo è rimasta la traccia dell’eroe sostanzialmente solitario, molto più silenzioso e scostante di come lo ricordavamo nella versione animata e che nasconde molto di più il suo lato umano.
In questo film perdiamo la figura di Mayu, di cui il nostro tenebroso pirata si è preso la responsabilità e che infatti difende come fosse sua. La bambina ha, inoltre, il “compito” di addolcirne il carattere particolarmente duro per svelarne quello più tenero, quasi paterno, e fondamentalmente più umano. Perdiamo anche l’interessante passato di Harlock, che s’intrecciava con quello dell’Arcadia e del suo creatore, rivelandoci particolari che ancora adesso ci farebbero saltare dalla poltrona.
Un nuovo inizio, insomma, per il pirata che ha alimentato i nostri sogni più vivaci. Ottima mossa cercare di discostarsi dalla storia originale; ma non perché non più attuale, le tematiche affrontate a suo tempo sono più attuali che mai, ma perché è giusto non ripetersi in questi casi, purché si faccia con coerenza e lasciandone inalterato lo spirito che ci ha catturati fin dall’inizio.
Considero questo film in parte un omaggio ad un grande personaggio degli anni ’70 e in parte uno spiraglio su quella che potrebbe essere una nuova produzione, una nuova genesi. In fondo non è una scelta nuova, quella di riprendere un personaggio e calarlo in altri contesti, la Marvel lo fa da diverso tempo e ne abbiamo sempre apprezzato tutti gli incipit.
Ma la critica maggiore che viene mossa al film riguarda il non aver approfondito il personaggio, non aver detto molto sull’Arcadia e sul suo “creatore” e non aver approfondito tutti gli aspetti che vengono accennati nel film. Credo che in un film del genere non si possa avanzare la pretesa di sapere tutto, apprezzo anzi che venga lasciata allo spettatore la possibilità di immaginare, cosa che con gran parte dei film attualmente in circolazione non è possibile fare. Inoltre non è detto che questo film sia autoconclusivo, potrebbe piuttosto essere uno modo per ridare vita al personaggio e costruire qualcosa di nuovo, con una nuova serie.
Mi sento insomma di premiare questo film sotto molti punti di vista, dalla realizzazione alla sceneggiatura e, anzi, a sperare che sia solo l’inizio di un più grande progetto che riuscirà a farci tornare bambini.
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