Ci sono voluti vent’anni per realizzare Dallas Buyers Club, come venti sono le ore di interviste registrate dallo sceneggiatore Borten quando incontrò Ron Woodroof. Malato di AIDS a cui diagnosticarono un mese di vita e arrivò con cure non approvate a vivere sette anni.
Presentato al Toronto Film Festival e approdato al Festival del Cinema di Roma 2013 il film di Jean-Marc Vallée (C.R.A.Z.Y. – 2005) rappresenta il calvario di tutti quei fantasmi sieropositivi che negli anni Ottanta cadevano come mosche. Periodo in cui l’AIDS era “la malattia dei gay”: nascosti tra disco, angoli di strada e ospedali, tenuti alla larga come lebbrosi e destinati a una lenta e straziante fine. Il texano Ron li scansava con il livore omofobo dell’ignoranza e della paura collettiva, fino a quando anche lui non divenne parte di quel mondo. Una delle tante anime consumate e spezzate da uno stile di vita pericoloso.
Emarginato dagli amici e abbandonato a se stesso Matthew McConaughey incarna con la mente e con il corpo il protagonista di Dallas, dimagrito di ventidue chili per interpretare il ruolo e trasformato in un’enciclopedia vivente di antivirali, sperimentazioni farmacologiche e brevetti. Dato per spacciato, ma mai per vinto Ron è un toro da rodeo che alla scoperta di avere contratto il virus HIV non riceve il sostentamento del sistema sanitario americano e decide di oltrepassare il confine. In Messico trova alcuni trattamenti alternativi che comincia a esportare di contrabbando insieme all’amico più improbabile che avrebbe mai pensato di avere: la transessuale Rayo (Jared Leto).
Attaccamento spassionato alla vita per due personaggi che si muovono scheletrici e dolenti, carichi di lacrime e devastati dalla stessa energia condannata a cedere. Vallée racconta la storia vera di Ron Woodroof senza ostentare il dramma né volgere lo sguardo sulla pietà. Crudo dove serve e sentimentale dove occorre Dallas Buyers Club mostra corpi ancora in piedi che bramano più tempo, inquadra la sopravvivenza di una comunità vessata (anche) dalle case farmaceutiche e riconduce l’uomo alla ricerca della propria dignità, quella di chi vuole avere il diritto di scegliere come curarsi.
Sul piatto (cinematografico e sociale) verità silenti e valori universali: dall’uso e abuso di pazienti terminali per mano del business scientifico alla libertà di vivere e morire, di controllare ciò che avviene all’interno del proprio corpo.
I nominati all’Oscar McConaughey e Leto regalano prove eccellenti per due antipodi che vivono la medesima sofferenza, un cowboy e una queen: due strabilianti sagome di rabbia, disperazione e forza. Un film di pianti strozzati, abiti sgualciti, whiskey, droga, sangue, abbracci e sorrisi. E poi ideali, rassegnazioni e speranze che nascono dall’ultimo reietto e arrivano a sfidare la Corte Federale in tribunale. Dallas Buyers Club si supera però nei silenzi dei due protagonisti, laceranti e commoventi, capaci più di ogni altra parola di raccontare il peso infinito di una lotta stroncata in partenza.
Girato in soli venticinque giorni a causa del budget limitato, senza prove per gli attori né luci artificiali sul set. Non ci si crede.
<<Un bel ristorante, una splendida donna, mi sento di nuovo un essere umano>>.
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Scheda film
Titolo: Dallas Buyers Club
Regia: Jean-Marc Vallée
Sceneggiatura: Craig Borten, Melisa Wallack
Cast: Matthew McConaughey, Jared Leto, Jennifer Garner, Denis O’Hare, Steve Zahn, Griffin Dunne, Dallas Roberts, Kevin Rankin
Genere: drammatico
Durata: 117’
Produzione: Truth Entertainment, Voltage, Evolution Indipendent, R2 Films
Distribuzione: Goog Films
Nazione: Usa
Uscita: 30/01/2014.
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