Ispirato dall’omonimo libro di Robert M. Edsel e Bret Witter George Clooney torna nel ruolo di regista e di attore per raccontare la storia vera dei Monuments Men. Un gruppo di storici e studiosi d’arte che hanno unito le forze per recuperare e salvare dalla definitiva distruzione i tesori culturali depredati dai nazisti.
Erano gli ultimi anni del secondo conflitto mondiale quando Frank Stokes (storico d’arte impersonato da Clooney) mise in piedi sotto l’approvazione del Presidente Franklin D. Roosevelt i Monuments Men. Un plotone insolito quanto autentico di “non soldati” (345 nella realtà): architetti, curatori di musei, mercanti d’arte, semplici uomini di valore che anteposero la salvaguardia di secoli di cultura alla propria vita. Clooney ne ritrae sette (più una Monument Woman Cate Blanchett che fu Rose Valland) e costruisce la storia, la sua impresa anzi, con la quale restituisce un avvenimento della guerra facilmente ignorato.
Non è un documentario o un dramma di feroci combattimenti Monuments Men, piuttosto un monito sobrio e lineare, con personaggi più o meno veritieri, senza che l’esagerazione prenda mai piede (o coraggio). Il Clooney regista palesa il personale amore per l’arte, si concentra sul gesto (una mano posata sul cuore della Madonna di Bruges), segna l’emozione dell’opera e per l’opera (in corso) con l’eleganza di chi di fronte alla scultura si toglie il cappello e rimane a bocca aperta. Sono tracce però della felicità, del rischio e della fatica mai davvero incisive, poste tra intervalli di scenette ironiche e una musica talvolta troppo invadente. L’intenzione è di concentrarsi sui retroscena dell’impresa, dalle indagini alle azioni sul posto, dallo sbarco in Normandia alle frazioni periferiche del Belgio e della Francia. Il regista percorre la strada fino alle Ardenne e termina entrando nelle miniere tedesche dove furono recuperati oltre sedicimila tesori nascosti e tonnellate di oro. Dettagli che realizza con una preziosa scenografia e appoggia a un leggero intrattenimento. La verità non è urlata contro il nemico, casomai appesa vittoriosa con una bandiera stelle e strisce o soffiata dentro il fumo di una sigaretta a tu per tu con il Tedesco.
Protagonisti bravi, eppure non tutti sentimentalmente coinvolti (così appare ad esempio Matt Damon con le sue fredde espressioni), ciononostante il film non scollega mai il suo filo conduttore e invita a riflettere sulla domanda sollevata dalle due ore di visione: un’opera d’arte vale una vita umana? La risposta gronda dalla memoria storica a cui il film conduce e, quando appare Clooney senior, si dà un altro e alto valore alle diapositive che aprono e chiudono la storia.
Sono i volti di quegli eroi che hanno permesso di contemplare (ancora) oggi milioni di sculture e di dipinti in tutto il mondo, di conservare con l’arte il passato, sopravvissuto alla barbarie ignorante e sanguinaria di chi, bruciando quadri e cultura, ha tentato di cancellare un popolo.
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Scheda film
Titolo: Monuments Men (The Monuments Men)
Regia: George Clooney
Sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov
Cast: George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Cate Blanchett, Hugh Bonneville, Bob Balaban, Dimitri Leonidas, Diarmaid Murtagh, Sam Hazeldine, Lee Asquith-Coe
Musiche: Alexandre Desplat
Genere: drammatico
Durata: 118’
Produzione: Smoke House, Sony Pictures Entertainment, Twentieth Century Fox
Distribuzione: 20th Century Fox
Nazione: Usa, Germania
Uscita: 13/02/2014.
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