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The Oscars 2014 | 86th Academy Awards – Articolo

Marco Alocci Notizie Mar 3rd, 2014 0 Comment

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Tornano gli Oscar, tornano le critiche e le decisioni che faranno discutere per molto tempo. Gli 86th Academy Awards regalano sorprese, gioie e amarezze sovvertendo in parte i pronostici della vigilia. Affidata ad Ellen DeGeneres (già presentatrice nel 2007), la cerimonia scorre tra simpatici sketch e battute che coinvolgono attori e attrici. Tra distribuzione di gratta e vinci ai perdenti e tranci di pizza agli “affamati” (Meryl Streep su tutti) la formula è vincente, l’umorismo è una costante, ma mai banale o pesante. La DeGeneres si dimostra nuovamente all’altezza di condurre in modo spigliato e con un certo polso una cerimonia sempre molto sentita, con un discorso iniziale divertente che non risparmia nessuna star in prima fila.

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La prima statuetta della serata, vede il trionfo come miglior attore di Jared Leto come Miglior Attore non Protagonista per il suo ruolo in Dallas Buyers Club sbaragliando la feroce concorrenza di Bradley Cooper, Jonah Hill, Michael Fassbender e Barkhad Abdi. E’ il primo Oscar per la voce dei 30 Seconds to Mars che commuove il pubblico con un profondo discorso sia sul tema caldo del film, l’AIDS, sia sulle tensioni in Ucraina. Non vuole far passare la cerimonia come un qualcosa di slegato da eventi che stanno segnando il pianeta ma anzi, vuole essere vicino a queste realtà e lo fa in modo serio e convincente.

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Dopo una parentesi con Jim Carrey sui film d’animazione e la travolgente esibizione di Pharrell Williams con la sua Happy (nominata per la Miglior Canzone), che vede il cantante e producer duettare con le star in prima fila, è il momento di nuove premiazioni. The Great Gatsby si prende la statuetta per i Migliori Costumi superando anche American Hustle, The Grandmaster, The Invisible Woman e 12 Anni Schiavo. Non passa molto tempo per l’annuncio della seconda statuetta per Dallas Buyers Club, è il film di Jean-Marc Vallèe a trionfare per i Migliori Trucchi.

Sulle note di Indiana Jones fa poi il suo ingresso Harrison Ford, che presenta le prime tre pellicole candidate al Miglior Film, ma la scena è tutta di Ellen DeGeneres che offre un “Gratta e Vinci” con relativa moneta per grattare ad uno sconfitto Bradley Cooper destando l’ilarità generale. Il Miglior Corto Animato va a Mr. Hublot, annunciato da Matthew McConaughey e Kim Novak. Continua la rapida sequenza di statuette “minori” con Frozen che cavalca l’onda del successo nelle sale superando i ben quotati Si alza il vento del maestro Miyazaki, la cui ultima vittoria agli Oscar risale ormai al lontano 2003 con La città incantata, e Cattivissimo Me 2, quarto nella classifica dei film campioni di incassi nella scorsa annata cinematografica. Al film Disney va quindi la statuetta come Miglior Film d’Animazione.

Primo premio per Gravity. Le previsioni di James Cameron vengono rispettate e come il suo Aliens: Scontro Finale del 1986 è proprio il film di Cuaròn (indicato dallo stesso Cameron come miglior film ambientato nello spazio) a guadagnarsi la statuetta per i Migliori Effetti Speciali. Sbaragliati The Lone Ranger, Star Trek: Into Darkness, Lo Hobbit e Iron Man 3.

Dopo l’esibizione di un altra canzone candidata, The Moon Song, direttamente dal film Her, viene assegnato il premio per il Miglior Cortometraggio Documentario, in cui trionfa The Lady in Number 6: Music Saved My Life mentre il premio per il Miglior Cortometraggio è vinto dal commovente Helium. La DeGeneres ne approfitta per ordinare della pizza, mentre è Bradley Cooper a presentare il premio per il Miglior Documentario, che va a 20 Feet from Stardom. Molto criticata ma piacevole la performance della protagonista che ringrazia e saluta mettendo in mostra le sue doti canore che le valgono la standing ovation del Dolby Centre.

86th Annual Academy Awards - Show

Sono le 3.40 del mattino qui in Italia e dopo gli Honorary Oscar si passa al momento tanto atteso. La concorrenza è spietata soprattutto con la presenza degli agguerriti Il sospetto e The Broken Circle Breakdown, ma la busta parla chiaro ed è La Grande Bellezza (The Great Beauty in terra statunitense) a riportare la statuetta di Miglior Film Straniero in Italia dopo Mediterraneo nel 1993 e La vita è bella nel 1999. Tanti applausi e una grande accoglienza per Sorrentino e Servillo, ma è proprio il discorso del regista a far discutere. Ad un italiano decisamente maccheronico si aggiungono dubbie citazioni a Maradona (ben più azzeccate quelle a Fellini e Scorsese, ma se ne potevano fare altre) e una parlata stentata e senza enfasi che non coinvolge affatto il Dolby Theatre. “The filmmakers… very Italian” si legge oggi per il web, per un discorso definito al limite del banale che poco è piaciuto sia alla critica che in conferenza stampa e che in parte oscura l’enorme successo della pellicola già trionfante ai BAFTA e ai Golden Globes. E’ un grande momento per il cinema italiano che ritrova i fasti delle produzioni nostrane esportate anche oltreoceano.

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Ancora una candidata a Miglior Canzone. Gli U2 cantano Ordinary Love tratta dal film Mandela: Long Walk to Freedom, fortemente acclamata dalla platea, ma è il selfie delle star di Hollywood a generare il panico. L’idea nasce dalle DeGeneres e da Meryl Streep, ma ben presto arrivano Cooper (a dare una mano ad Ellen in difficolà con il suo smartphone), Lupita Nyong’o, Jennifer Lawrence, Julia Roberts, Brad Pitt in una foto che manda letteralmente in tilt Twitter. Record di retweet sul celebre social network ed un’altra trovata geniale della DeGeneres in questa serata.

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Sia Miglior Sonoro che Miglior Montaggio Sonoro finiscono a Gravity, che sale in rapida successione a tre statuette. Arriva poi una statuetta di primissimo rilievo, infatti è Lupita Nyong’o a sconfiggere l’agguerrita concorrenza di Jennifer Lawrence, Sally Hawkins, Julia Roberts e June Squibb e a portare a casa la statuetta per la Miglior Attrice non Protagonista. Primo premio della serata per 12 Anni Schiavo ed emozione grandissima per la Nyong’o che quasi non trattiene le lacrime nei ringraziamenti e i saluti.

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Vi ricordate che Ellen DeGeneres aveva promesso la pizza? Beh finalmente arriva e molti attori non fanno complimenti di fronte all’offerta della conduttrice. Meryl Streep, Matthew McConaughey e molti atri accettano volentieri, mentre un gentleman impassibile come DiCaprio rifiuta con garbo. Coinvolti nell’ “abbuffata” anche Harrison Ford e Julia Roberts. Piccolo sketch, ma ci vogliono due minuti per vedere un doppio colpo devastante ancora per Gravity che sale a cinque statuette aggiudicandosi Miglior Montaggio (dove ritira la statuetta lo stesso Cuaròn che lo ha curato) e Miglior Fotografia. Le Migliori Scenografie vanno invece a The Great Gastby.

Idinza Menzel annunciata (male) da Travolta canta Let It Go, tratta da Frozen. Mentre Jamie Foxx annuncia la Miglior Colonna Sonora insieme a Jessica Biel. E’ la sesta statuetta di questa serata per Gravity. E’ invece proprio Let It Go a stupire tutti e a trionfare come Miglior Canzone sconfiggendo l’agguerrita concorrenza di Pharrell Williams e degli U2.

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E’ il momento poi delle sceneggiature. Un po’ a sorpresa trionfa Her come Miglior Sceneggiatura Originale, mentre la Miglior Scneggiatura non Originale a 12 Anni Schiavo che sale quindi a 2 statuette. Ancora a zero invece The Wolf of Wall Street e American Hustle che puntano sul gran finale, ma c’è poco da fare per Scorsese e Russell perchè è Cuaròn che con la 7 statuetta viene premiato alla Miglior Regia per il suo sperimentalismo e le sue innovazioni.

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Arriva il momento decisivo. Cate Blanchett lascia indietro una favorita Sandra Bullock e si aggiudica il premio come Miglior Attrice Protagonista in Blue Jasmine, seguito da un discorso al limite della commozione e con gli omaggi a tutte le altre nominate, ma è il duello DiCaprio – Matthew McConaughey a lasciare l’amaro in bocca al plurinominato e mai vincente “Jordan Belfort” che si vede strappare la statuetta di Miglior Attore Protagonista dall’interprete principale di Dallas Buyers Club. Un altra fortissima delusione per Di Caprio che era molto favorito, ma finisce insieme a Bale Ejiofor e Dern tra gli sconfitti.

Director and producer McQueen jumps after accepting the Oscar for best picture for his work in "12 Years a Slave" at the 86th Academy Awards in Hollywood

Il gran finale vede Steve McQueen e Brad Pitt acclamati vincitori. 12 Anni Schiavo toglie ogni possibile soddisfazione a Russell e Scorsese grandi favoriti, che rimangono quindi a secco, aggiudicandosi il premio di Miglior Film. 10 nomination e zero statuette per American Hustle, 5 nomination e zero statuette anche per The Wolf of Wall Street. Senza premi anche Saving Mr. Banks (non nominato per il miglior film) e Captain Philips insieme a Nebraska e Philomena. E’ stata una cerimonia emozionante, divertente e molto sentita da tutti i protagonisti, che ricorderemo sicuramente a lungo. Dalla gioia di Lupita Nyong’o e Cate Blanchett, alla compostezza di Leto, fino alla muta delusione di Di Caprio e un discorso non emozionante Matthew McConaughey che dimentica sul più bello il tema forte del suo film, l’AIDS, non citandolo affatto. Molti premi hanno rispettato le previsioni ma siamo stati felici di ottime sorprese come Her, stupefatti dall’incetta di statuette non solo sul lato tecnico di Gravity, e del forte impatto di 12 Anni Schiavo e Dallas Buyers Club.

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