Torino. Capoluogo sul 45° parallelo: punto equidistante fra il polo nord e l’equatore, a metà del mondo. Alcuni passano su questo equilibrio senza rendersene conto, altri avvertono la sua incertezza e vivono i ritagli di un’apparente stabilità. Sono i protagonisti dell’ultimo lavoro di Davide Ferrario: Manuela Parodi (Maria), Walter Leonardi (Ugo) e Eugenio Franceschini (Dario), coinquilini perplessi tra le attese e i bisogni. Maria aspetta l’uomo giusto mentre prenota lune di miele nell’agenzia di viaggi dove lavora, Ugo si rivede nei sonetti di Leopardi e girovaga per la città sulla sua mountain bike, Dario, il più giovane, sbarca il lunario lavorando al bioparco. La quiete e l’inerzia che li manda avanti sta però giungendo a un bivio: l’ipoteca sulla villa ereditata da Ugo è prossima alla scadenza e i tre amici sono obbligati a guardare in faccia prospettive diverse e nuove direzioni.
Davide Ferrario vuole bene alla sua città d’adozione e già nel 1997 aveva scritto e diretto una dichiarazione d’amore in Tutti giù per terra, seguita poi dai simbolismi urbani (la Mole, la periferia della Falchera) di Dopo mezzanotte (2004). I bozzoli umani ed estetici che ama fondere sbocciano questa volta sotto scenari notturni densi di luci artificiali e sguardi da altitudini vertiginose. L’assunto di base: il “parallelo” filo conduttore che sospende la città e chi la popola è un incipit interessante, fulcro di un film-sentimento, sinonimo dell’inespresso e del precario essere e non essere. Ferrario però arranca nell’incrocio con la trama e, superate le presentazioni, inizia a rifocillarsi dentro momenti citazionisti e un esile umorismo.
Senza aggiungere altri elementi alla caratteristica metafora del parallelo la narrazione muta in un loop monotono. Il suo elogio urbano si rivela romantico, ma vano, gli squarci fotografici della città appaiono surrogati dell’ineffabile universo della mente, suggestivi sì, ma di una bellezza sterile di evocazioni. Accanto all’amore per il cinema (sottolineato dalle aspirazioni di Maria), la vaghezza e il piacere, la poesia e la realtà si nutrono della gravità malinconica leopardiana, sono tutti buoni ingredienti, attuali e generazionali, carenti però di magia e direzione.
Sarà un risultato persino voluto, un po’ come gli interpreti naufraghi di desideri e di paure, forse potrebbe bastare questo per godere della “luna”, perché ognuno trovi la felicità nel proprio angolino segreto, oppure sulla via segnata del destino. La linea immaginaria percorsa dai funamboli di Ferrario è in fondo l’orizzonte di conoscenza che attrae sia mistici, sia pratici, ma qualche grammo in più di linfa emotiva e alcuni tagli alle ripetizioni avrebbero giovato allo spirito e al paesaggio.
<<Io me ne immagino tante di cose, ma se poi non succede niente mi deprimo>>.
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Scheda film
Titolo: La luna su Torino
Regia: Davide Ferrario
Sceneggiatura: Davide Ferrario
Cast: Walter Leonardi, Manuela Parodi, Eugenio Franceschini, Daria Pascal Attolini, Aldo Ottoboni, Benedetta Perego, Franco Maino, Giulia Odori, Franco Olivero, Gianni Bissaca, Stefano Scherini, Diego Casale, Leonardo Lidi, June Bellamy, Alice Spisa
Musiche: Fabio Barovero
Genere: commedia
Durata: 90’
Produzione: Rossofuoco in associazione con Banca Stella/ FIP/ Fargo Film con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte
Distribuzione: Academy Two
Nazione: Italia
Uscita: 27/03/2014.
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