Il “Miglior libro dell’anno 2009” in Svezia era un certo romanzo di Jonas Jonasson dal titolo Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve. Se il nome suona familiare, è perché l’opera di Jonasson ha venduto qualcosa come 6 milioni di copie in tutto il mondo, di cui 200 mila copie soltanto in Italia. Essendo diventato in breve tempo un best seller dal respiro internazionale, era matematico che qualcuno prima o poi lo avrebbe adattato per il grande schermo. A portare alle sue logiche conseguenze questo ragionamento, è stato il regista Felix Herngren, forte di un budget di 20 milioni di dollari.
Il protagonista della pellicola è Allan Karlsson, un arzillo vecchietto con la passione per la dinamite, che in un secolo di vita ha vissuto un clima da isola felice, mentre la sua vita si interconnetteva per pura casualità con alcuni dei momenti più significativi e più dolorosi della Storia contemporanea. Ogni tassello della sua storia personale sprigiona tante piccole epifanie, segnate da incontri con gli uomini più influenti del pianeta: dai dittatori russi ai presidenti americani, passando per il fratello scemo di Einstein. Tutto si può dire, tranne che il signor Karlsson non sia un uomo davvero democratico in fatto di amicizie! Eppure, per il nostro uomo nessuna di queste esperienze è stata davvero eccezionale, divenendo alla fine parte del paesaggio della sua esistenza, da raccontare a chi capita con la stessa importanza che uno di solito utilizza nel descrivere cosa ha mangiato a pranzo. A chi lo considera ormai vecchio e “fuori orario” rispetto alla nostra epoca, Allan risponde aprendo la finestra dell’ospizio dove è rinchiuso per inseguire nuove avventure e altri cento di questi giorni. La verifica dell’umanità di questo personaggio risiede nel suo spirito puramente istintivo, per cui la sua unica convinzione non prevede lunghe riflessioni quanto la mera azione, come gli consigliò sua madre in punto di morte. Un personaggio così paradossale fa nascere in molti il sospetto che Allan inglobi molte delle caratteristiche dell’adorabile Forrest Gump di Zemeckis. L’intuizione, in fondo, non è errata; tuttavia, la personalità inconsueta del centenario in questione è mitigata dalla presenza di figure bislacche, anch’esse vittime di poca lucidità intellettuale. Se “stupido è chi lo stupido fa”, ne Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve è davvero difficile scegliere a chi spetti il primo premio in un’ipotetica competizione, volta a rendere omaggio al quoziente intellettivo. Per questo, la storia si agita, si contorce, dimenandosi per quasi 120 minuti, fino a lasciare il pubblico del tutto spiazzato da una banda assortita di “guitti” svedesi – elefante compreso – a cui il destino rimescola continuamente le carte, riservando anche delle magnifiche mani di poker.
Al di là di una comicità mai volgare, il film vorrebbe essere scoppiettante e brioso, ma non va oltre un umorismo dai risultati dignitosi. La costruzione dell’intreccio è alquanto farfugliata, con continui flashback che imboccano il vissuto personale del protagonista, quantunque sia il presente in stile road movie ad avere la meglio nell’orchestrazione generale. Insomma, un Posto delle fragole a guisa di «prêt-à-porter» consumistico, per un film non tanto memorabile.
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Scheda film
Titolo: Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve (Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann)
Regia: Felix Herngren
Sceneggiatura: Felix Herngren, Hans Ingemansson
Cast: Robert Gustafsson, Alan Ford, Mia Skäringer, Iwar Wiklander, Miglen Mirtchev, Kerry Shale
Genere: Commedia, Drammatico, Avventura
Durata: 114′
Produzione: Nice Drama, Buena Vista International (Sweden), FLX Comedy AB
Distribuzione: Eagle Pictures
Nazione: Svezia
Uscita: 24/04/2014
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