Nel suo nuovo cd “Á la carte” Serazzi ci propone un menu di canzoni scritte nell’arco di alcuni anni, che abbracciano periodi diversi della sua vita. Gli ingredienti sono a dir poco variegati: dinamite, nebbie, arrembaggi lunari, carillon, orde barbariche mondi esotici, calciatori arredatori, dormiglioni felici… Dai testi traspare molta ironia e un’atmosfera fondamentalmente positiva, priva di malinconie d’ordinanza.
Svariati sono i mondi da cui Serazzi attinge suggestioni per le sue canzoni. La caleidoscopica “Con un salto” si ispira al racconto “La distanza dalla Luna” di Italo Calvino (da “Le Cosmicomiche”). In “Finalmente” gli orrendi edifici che soffocano il paesaggio vengono fatti saltare in aria con un sorriso (“guarda: si vedono le montagne! Chi mai pensava che fossero là?”). Se la delicata “Il silenzio in noi” ci conduce per mano in un’oasi di serenità, subito dopo dalle steppe dell’Asia irrompono i barbari in “Balkan”.Sia “Laundrette Soap” sia l’adorabile “Il portiere Fosco” sono state composte originalmente per il teatro, mondo che Serazzi ama particolarmente e in cui ha suonato molto, a fianco di attori come Michele Di Mauro, Lucilla Giagnoni, Massimo Giovara.
Gli arrangiamenti di “Á la carte”, com’è nello stile di Serazzi, sono ricchi e articolati. La Cucina soffrigge musica con un sound particolarissimo in cui spicca la scintillante sezione fiati. Tutte le sonorità del meraviglioso ensemble de La Cucina (una piccola orchestra!) sono sfruttate a fondo, mentre le canzoni scorrazzano divertite attraverso i generi musicali.
Tra un guizzo strumentale inaspettato e qualche sberleffo qua e là, la voce appassionata di Serazzi ci canta storie mai sentite. La sua varietà di registri e l’intensità interpretativa, di certo, sono anch’esse un lascito delle esperienze teatrali.
Le registrazioni in studio restituiscono perfettamente l’immediatezza dei concerti dal vivo, senz’altro la dimensione preferita di Serazzi & La Cucina.
Lascia un commento