Il vampiro al cinema ha la forza di un mito incontrastabile, inutile negarlo. Stavolta, però, nel limbo tra vita e aldilà non c’è il solito Dracula con tanto di frac e mantello nero o il bel faccino post adolescenziale di Edward Cullen di Twilight.
Il regista indipendente Jim Jarmush tesse la sua tela intorno agli eterei Tilda Swinton (Eve) e Tom Hiddleston (Adam), disegnandoli non più alla stregua di perfidi antagonisti contro i quali qualche “incauta mosca” deve combattere per salvarsi, ma come due amanti che hanno abdicato al titolo di principi della notte. Sparita la perturbante ombra dei lunghi e letali canini, l’autore accentua il gioco di erotismo tra la coppia di protagonisti. La frase che a suo tempo aveva caratterizzato il lancio del Dracula di Tod Browning «La più strana storia d’amore di tutte», potrebbe essere utilizzata anche per accompagnare la pellicola di Jarmush. Adam ed Eve risultano essere due anime concatenate l’una all’altra: il carattere depresso e malinconico del musicista si stempera unicamente nel mare di energia vitale della compagna, perché soltanto chi si nutre di vero amore riesce a sopravvivere. Per entrambi, il tempo non ha ormai più alcuna misura e scorre sempre uguale, al pari di una circonferenza finita. È proprio un moto circolare, lo stilema che più si ripete all’interno della pellicola, sia che si tratti di un elegante movimento di macchina sia che riguardi un vecchio vinile posto sul giradischi. Il continuo sentore di mutabile/immutabile avvolge come in un cerchio i due innamorati, isolandoli dal resto del pianeta e immergendoli in una esile atmosfera di eternità, garantita solo a costo di un incessante apporto di sangue. Infatti, il motto “Il sangue è la vita” vige ancora: tuttavia, il liquido purpureo che infonde potere nel XXI secolo è divenuto una merce da maneggiare con cura, a causa delle continue malattie e infezioni che colpiscono l’organismo umano. Per procurarsi le proprie scorte, Eve e Adam devono ricorrere a sangue D.O.C., debitamente filtrato in asettici ospedali. In tutto questo, solamente una persona è in grado di destabilizzare la loro magica unione protrattasi ininterrotta nel corso dei secoli, e questa persona risponde al nome di Ava (Mia Wasikowska), sorella minore di Eve, alla perenne ricerca di guai. Un punto cruciale nel film di Jarmush è lo scarto tra la passione vissuta senza remore dai due non-morti e la disaffezione verso il mondo circostante provata da quelli che Adam apostrofa sarcasticamente “zombie” (tutti noi). Se vogliamo, Solo gli amanti sopravvivono è un film di una politicità non gratuita, che riflette sullo squallore moderno di un’ex grande metropoli implosa per via della caduta del dollaro, dove a un lussuoso teatro dei primi del ‘900 non resta altro che riciclarsi come parcheggio di automobili. Per certi versi, la Detroit filmata di notte da Jarmush appare quasi più misteriosa e sconosciuta di quanto possa sembrare a prima vista una meta esotica come Tangeri, altro importante set dove si svolge l’azione. La bellezza delle immagini matura e acquista maggiore eco allorché si congiunge con le musiche del compositore olandese Jozef Van Wissem, grande collaboratore di Jarmush.
Presentato in anteprima alla scorsa edizione del Festival di Cannes, Solo gli amanti sopravvivono esce finalmente in Italia. Il nostro pubblico potrà finalmente godersi l’intensa performance dei britannici Tilda Swinton e Tom Hiddleston, quest’ultimo noto ai più per il ruolo di Loki, il perfido fratello di Thor.
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Scheda film
Titolo: Solo gli amanti sopravvivono (Only lovers left alive)
Regia: Jim Jarmusch
Sceneggiatura: Jim Jarmusch
Cast: Tom Hiddleston, Tilda Swinton, Mia Wasikowska, John Hurt, Anton Yelchin
Genere: Drammatico, Sentimentale
Durata: 123′
Produzione: Recorded Picture Company, Pandora Film Produktion
Distribuzione: Movies Inspired
Nazione: Gran Bretagna, Germania, Francia, Cipro, USA
Uscita: 15/05/2014
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