“Reflection”, il nuovo album degli Hooverphonic, l’ottavo della loro carriera, in uscita il 27 maggio 2014, è la conferma che Alex Callier, Raymond Geerts e Noémie Wolfs si stanno progressivamente affermando sulla scena musicale non solo belga ma internazionale. “Reflection” è senza dubbio uno degli album più vivaci ed energici che abbiano mai realizzato e segna anche un ritorno all’analogico. “What we play is what you get!”
Da “A New Stereophonic Sound Spectacular” del 1996 a “Reflection” del 2013, il percorso musicale degli Hooverphonic è stato travolgente ed eclettico. Dal trip-hop agli archi, dalla bizzarria psichedelica fino alla maestosità orchestrale, sono una band in eterno movimento, costantemente alla ricerca di un nuovo sound dotato di personalità propria. Un sound senza tempo.
Sono trascorsi diciotto anni da quando i belgi Hooverphonic pubblicarono il loro album d’esordio intitolato “A New Stereophonic Sound Spectacular”. Nello stesso anno il regista Bernardo Bertolucci inserì nella colonna sonora del suo film “Io Ballo da Sola” la canzone “2 Wicky”, contenuta nel primo disco della band fiamminga. E’ questo l’inizio della storia di un successo internazionale. Nel 2000 gli Hooverphonic pubblicano “The Magnificent Tree”, contenente la hit mondiale “Mad About You”, nel 2006 il ‘best of’ intitolato Singles 96–06, le cui vendite superano il milione di copie e nel 2011 esce “The Night Before”, dove era inserito il grande successo “Anger Never Dies”, che vede il debutto nella band della nuova cantante Noemie Wolfs.
Con “Reflection”, gli Hooverphonic hanno optato per un ritorno decisivo al sound analogico. “La standardizzazione tipica dei nostri tempi mi crea dei problemi”, dice Alex Callier. “Il computer ha reso ogni cosa alla portata di tutti. Tutto è preimpostato. Tutto ciò che sentiamo è prodotto in digitale e manca di profondità e naturalezza. Ogni effetto, ogni riverbero è a portata di plug-in. Quest’album rappresenta pertanto una reazione all’attuale modo di registrare e di pensare. Volevo incidere in stanze che non erano mai state utilizzate da altre band”.
Questa presa di coscienza ha dato origine al progetto “Hooverdomestic”, appello rivolto a chiunque amasse la musica affinché trasformasse la propria casa in uno studio di registrazione, nel quale la band avrebbe trascorso una settimana a incidere il nuovo album. Delle 180 case che sono state proposte agli Hooverphonic, quattro sono state ritenute idonee: un mattonificio di Boom trasformato in loft, due imponenti case a Gent-Brugge e nella regione della Champagne e un’antica fattoria di proprietà di un artista di Kermt. “In verità sono cinque, perché abbiamo registrato le voci anche in una chiesa… che in fin dei conti è la casa di Dio”, sorride Alex Callier.
L’acustica di uno spazio o di una stanza contribuisce in modo determinante a creare l’atmosfera. Il riverbero non è nient’altro che il riflesso delle onde sonore e “Reflection” è esattamente questo. Montare la batteria in sala da pranzo e microfonare l’organo da chiesa, installare le casse in soggiorno e all’altare, un po’ più distante, quindi registrare il riverbero naturale dello strumento e della voce in quello spazio. Una specie di camera d’eco degli anni ’50, insomma. Pannelli in legno, parquet, muri in mattoni, modanature, corridoi vuoti e soffitti alti… Il risultato è eterogeneo e contagioso, perfetto nella sua imperfezione. “Ne è uscito un disco ‘sporco’, grezzo, privo di fronzoli”, spiega Alex Callier. “Semplicemente puro e naturale, senza nessun taglia e incolla”.
Del nuovo album colpiscono l’assenza di archi e la presenza di tre nuove voci. “Su “The Night Before” Noémie cantava con una voce che suonava molto giovane, perché all’epoca aveva poca esperienza. L’intensa tournée che ha seguito l’uscita dell’album le ha permesso di crescere moltissimo come cantante. Per me stavolta è stato quindi naturale e fondamentale mettere la sua voce in primo piano, così che tutti potessero sentirla al meglio. Così abbiamo detto addio agli archi”. In Reflection la voce ha mille opportunità espressive e gli Hooverphonic hanno voluto cercare un’ulteriore sfaccettatura. L’hanno trovata in tre giovani che vivono per la musica, tre coristi che hanno contribuito a creare quell’”atmosfera anni Sessanta un po’ naïf”.
Gli Hooverphonic hanno voluto rendere omaggio a ogni casa in cui sono entrati utilizzando per le loro registrazioni alcuni strumenti trovati tra quelle quattro mura. Come ad esempio un vecchio pianoforte dell’Ottocento, così vecchio che nessuno è riuscito a trovare la chiave adatta per accordarlo. La band non ha avuto altra scelta se non quella di utilizzare l’unica nota che più o meno sembrava giusta. Nella regione della Champagne gli Hooverphonic hanno convertito un armonio giocattolo e alcune bottiglie in un organo improvvisato. A Boom hanno trovato un tamburo sciamanico artigianale, mentre a Kermt un megafono…
“Quando abbiamo proposto alla nostra casa discografica l’idea di Hooverdomestic, ci siamo sentiti rispondere che eravamo pazzi. Poteva andare tutto storto… e invece alla fine è andato tutto bene. Niente pensieri, niente stress, anche se a volte abbiamo semplicemente dovuto accettare la situazione: l’impianto elettrico della casa nella Champagne non aveva la messa a terra. Appena accendevamo i fornelli, i microfoni ronzavano. Non ci restava altro che fare un barbecue fuori ogni sera, in modo da poter registrare all’interno. Era così umido che i martelletti del pianoforte si sono bloccati. Per fortuna Noémie aveva portato con sé il phon…”
Umidità e ronzii a parte, è chiaro che la nuova direzione musicale intrapresa dagli Hooverphonic con Reflection ha davvero fatto centro. Il riscontro ottenuto da “Amalfi” e da “Boomerang”, primo e secondo singolo tratto dall’album, non avrebbe potuto essere più positivo. I brani hanno conquistato la vetta dell’airplay radiofonico belga e “Reflection” la classifica nazionale degli album più venduti. È l’inizio di un nuovo entusiasmante viaggio, una fedele e appassionata istantanea di ciò che gli Hooverphonic sono.
Reflection Tracklist
1. Amalfi
2. ABC of Apology
3. Ether
4. Radio Silence
5. Bad Weather
6. Boomerang
7. Devil Kind of Girl
8. Single Malt
9. Plasticine
10. Gravity
11. Wait For A While
12. Roadblock
13. Copper (CU)
14. Erased
15. Clouds
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