L’amore è invisibile è il nuovo album di Mango in uscita il 27 maggio, un titolo bellissimo per un lavoro fatto di canzoni conosciute e riviste e di nuove autentiche perle.
Parlare di cover è, nel caso di Mango, uno sproposito ignorante, perchè l’artista lucano, così come in “Acchiappanuvole” del 2008, prende una manciata di successi della musica italiana e internazionale, ne dipana la matassa e li riaggomitola in una visione assolutamente nuova in termini di personalità e carattere.
Così “L’amore è invisibile”, è un caleidoscopio di intenzioni musicali, un dipinto cubista nel quale si abbracciano De Andrè, i Beatles, Pino Daniele, gli U2, Battisti e molti altri. In questo stratificato abbraccio Mango inserisce anche tre nuovi autografi, tre vibranti terremoti emotivi che confermano una scrittura ispirata e uno spiccato gusto per gli arrangiamenti.
“L’amore è invisibile”, brano che regala all’album un titolo di grande poesia, apre il disco con il sound di una ballad americana, intrecci di pianoforte e chitarre, parole che rincorrono l’impalpabilità del concetto di amore, l’anelito eterno dell’essere umano nei confronti del sentimento. Segue “Una giornata uggiosa”, piccolo mosaico che destruttura il capolavoro firmato Mogol-Battisti, con inserti di elettronica e chitarre processate, una voce che scava un animo a metà tra il turbato e l’arrabbiato, una voce che per quattro minuti esprime tutti i suoi colori e si staglia imponente sotto un cielo pieno di pioggia. La traccia 3 è il romantico De Andrè di “Amore che vieni, amore che vai”, che qui diventa quasi caraibico ma rimane aggrappato a una rara malinconia. Un’autentica invenzione di Mango riesce a riproporre un colosso della musica italiana, che sulla carta sembrava intoccabile, e che invece acquista nuova linfa e si candida a diventare un nuovo classico. Non è azzardato parlare di capolavoro, con la voce di Mango guidata da un istinto brillante e sostenuta da una corposità eccellente, frutto di tecnica e emozione. Altro capolavoro “Fields Of Gold” di Sting, quasi irriconoscibile eseguita a cappella in un saliscendi armonico squarciato nel mezzo da un assolo di chitarra dal sapore acido alla Prince. Una versione sorprendente in cui la voce conquista nuovi spazi battagliando con sé stessa strofa dopo strofa, in cerca dell’assoluto. Poi arriva “Scrivimi”, il singolo che in queste settimane promuove il disco nelle radio. L’acquerello di Buonocore non perde la natura acustica, ma acquisisce freschezza grazie a un movimento accelerato e pimpante, sul quale la voce limpida di Mango scorre serena e gioiosa, offrendo esperienza a una nuova emozione. “Non Potho Reposare” è il tradizionale sardo cantato da Mango in coppia con Maria Giovanna Cherchi, astro nascente della Sardegna musicale. Le due voci si sposano amabilmente e si inseguono nel descrivere l’amarezza della lontananza. Anche qui chitarre acustiche e sonorità quasi etniche, una pietanza dal disarmante sapore di terra. Arrivati alla traccia 7 Mango scardina i Beatles, dando una frustata ai due accordi di “Get Back” e facendoli correre in una prateria di tamburi, chitarre elettriche e voci. Tamburi pestati con maestria dal figlio Filippo, e voci interpretate anche dalla figlia Angelina, talenti enormi che crescono in famiglia in modo naturale e spontaneo, ma che si esibiscono senza alcuna presunzione. Ad aprire una seconda ipotetica facciata, ci pensa, alla traccia 8, un altro inedito, “Ragazze delle canzoni”, scritto a quattro mani con Pasquale Panella. Un banjo suonato in stile gitano è lo sfondo sonoro per una poesia che Mango canta quasi sognante, perdendosi in cerca delle protagoniste delle canzoni. Un gioiello di discrezione e sensibilità, un sodalizio, quello con Panella, che sforna un altro capolavoro. C’è spazio anche per “L’immenso” di Amedeo Minghi, . Chitarre a dodici corde che suonano come organi celestiali e sulle quali Mango si appoggia per descrivere il proprio infinito interiore. Non deve sorprendere l’idea di recuperare “Canzone” di Don Backy, anche questa ricostruita dalle fondamenta. Chitarre morriconiane si accoppiano a una voce potente, un cantato dall’intenzione puramente rock, quasi alla Mick Jagger. Il terzo inedito è “Fiore Bel Fiore”, di nuovo Panella- Mango, una sorta di contemporanea Imagine dal punto di vista musicale, e un affresco letterario di rara bellezza, impreziosito nel finale dai cori di Laura Valente e Angelina Mango. L’amore di vecchia data per Pino Daniele trova sfogo in una psichedelica versione di “A Me Me Piace ‘O Blues”; loop elettronici, chitarre distorte, improvvise virate in mondi rarefatti di pianoforte e voce; un singolare e avvincente viaggio in cui la voce è ancora protagonista assoluta. Non un semplice omaggio, anzi, uno stimolo per una visione diversa. Chiudono l’album due mostri sacri della musica internazionale. Il primo è “One” degli U2, accompagnata da Mango in un territorio di mistica introspezione, voci che si arrampicano e si aggrappano una sull’altra in un avvicendarsi di intuizioni melodiche di grande originalità. Il secondo è “Heroes” di David Bowie, mutuata dalla versione orchestrale fattane da Peter Gabriel. Mango vi aggiunge una vocalità ineguagliabile, la propria abilità di arrangiatore di archi, la propria passione per il rock vero in una seconda parte chitarrosa e ruggente.
“L’amore è invisibile” è un disco di una bellezza cristallina, proposto da un cantante innamorato della musica, un uomo che non si sottrae alle sfide che la sua natura di artista gli impone. Lo smalto di questa voce è di una purezza immacolata, la capacità di offrire nuove emozioni è in continua progressione.
Non un disco di cover, ma un disco di Mango, prodotto egregiamente da Mango stesso assieme a Rocco Petruzzi(tastiere e programmazione) e Carlo De Bei(chitarre).
Un altro capitolo di ricerca, che nel caso di Mango è sempre ricerca della bellezza.
TRACKLISTING
1. L’amore è invisibile (inedito)
2. Una giornata uggiosa
3. Amore che vieni amore che vai
4. Fields of gold
5. Non potho reposare
6. Get back
7. Scrivimi
8. Ragazze delle canzoni (inedito)
9. L’immenso
10. Canzone
11. Fiore bel fiore (inedito)
12. A me me piace ‘o blues
13. One
14. Heroes
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