Se la sua bellezza era già nota al grande pubblico italiano, l’incontro di mercoledì 18 giugno in occasione del TaorminaFilmFest ha fatto emergere anche la sua simpatia, seppur celata dietro un velo di apparente timidezza. Stiamo parlando di Vittoria Puccini che ha avuto modo di incontrare giornalisti e fan in occasione della TaoClass a lei dedicata.
“Da bambina non pensavo di diventare attrice, anche se comunque mi ha sempre appassionato e incuriosito questo mondo. – spiega l’attrice – Poi Sergio Rubini mi fece un provino per il film ‘Tutto l’amore che c’è’, mi scelse e dopo un mese iniziai le riprese. E’ stata una bellissima esperienza perché eravamo quasi tutti ragazzi alle prime armi e penso che il primo giorno sul set ho capito che quella fosse la mia strada, così mi sono trasferita a Roma concluse le riprese per intraprendere questa carriera.”
Il ruolo che ha segnato però la svolta della carriera di Vittoria Puccini è però quello della protagonista della serie ‘Elisa di Rivombrosa‘: “E’ stato il mio primo ruolo importante e arrivò dopo 2 anni circa. Fu una grande palestra per me, avevo solo 21 anni e pensate che la prima serie durò 10 mesi in cui si iniziava a lavorare la mattina e si terminava la sera, ogni giorno. Quella fu un’esperienza che ha rappresentato un duro banco di prova ma che mi ha dato anche una grande disciplina che penso sia fondamentale in questo lavoro”. Si continua poi a parlare di quella serie e l’attrice aggiunge: “Elisa l’ho fatto aggiungere come secondo nome all’anagrafe (ride ndr). Devo tantissimo a quel ruolo, non avevo la maturità artistica che ho oggi perché era la prima esperienza importante e mi sono lasciata trascinare dalla situazione e dagli attenti consigli della regista. Il fatto che fosse un film in costume mi ha aiutato perché per certi aspetti si crea l’atmosfera di quegli anni e ti rendi conto di ciò che stai per fare. E’ stato un successo inaspettato, anche la rete era la prima volta che puntava così forte su una fiction in costume quindi è stata una scommessa vinta. Mi ha colpito tanto l’affetto della gente che ha amato questo personaggio e si è creato addirittura un vero e proprio merchandising: penso ad esempio al pupazzo di Elisa che custodisco gelosamente a casa ma con cui mia figlia non gioca perché, voglio dire, sarebbe un po’ strano giocare con una bambola che ha le sembianze della mamma (ride ndr)”.
Una maturità artistica che ora le permette anche di giudicare meglio il mestiere dell’attore: “Quando vesti i panni di un personaggio indossi una maschera. Io da ragazza ero davvero molto timida, la classica ragazza che alle feste stava seduta in disparte, poi però sul set le inibizioni scompaiono. Che sia TV o Cinema per me è indifferente, cambia però ovviamente per il regista sia perché sono due linguaggi espressivi differenti e sia perché cambiano anche i tempi. Mi piace sempre sperimentare cose nuove nei film perché la sfida dell’attore è quella di avere un ruolo molto lontano da sé. Chiaramente però ci vogliono anche i registi coraggiosi che ti affidano ruoli molto diversi da quelli che hai già interpretato. Penso anche però che non è vero che un attore può fare tutto, però di certo può svariare in tutto ciò che rientra nelle sue corde”.
Infine si parla dei suoi impegni futuri: “Ho appena finito di girare una mini-serie per la Rai su Oriana Fallaci: è stata una grande sfida per me e sono molto contenta di averlo fatto. Non nascondo che non avevo letto i suoi lavori prima della preparazione del personaggio ma quando l’ho fatto ho scoperto una donna eccezionale che ha avuto una grande vita. Se proprio dovessi scegliere una delle sue opere direi ‘Un uomo’ “.
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