Intervista
Il titolo del tuo nuovo disco può sembrare sentimentale, in realtà Insieme a te va letto osservando la copertina: tu insieme alla tua amata fisarmonica. È una lettura corretta?
È la lettura corretta, in modo spontaneo mi è venuto in mente questo che vuol sottolineare il mio viaggio nella composizione con questo eccezionale strumento che è l’accordion, e che vorrei far conoscere al grande pubblico con il mio stile.
Insieme a te è il tuo quinto album: che differenze ci sono rispetto ai precedenti?
È il terzo come fisarmonicista (ho inciso altri due album per pianoforte solo): per quanto riguarda la scrittura credo di essere riconoscibile sin dal primo disco, tutte le mie musiche parlano sinceramente di me e la maggior parte delle melodie prendono ispirazione dalla persona amata, ovvero la mia ragazza Fiorella.
La mia scrittura è il risultato del mio percorso artistico che non si è mai fossilizzato in un solo genere musicale ma, nel corso degli anni, sin da giovanissimo, ha assimilato tanti stili musicali, dalla classica al jazz con influenze di ritmi latini. Sicuramente ho acquisito una maturità anche come fisarmonicista, dopo anni che non suonavo questo strumento ho dovuto studiare per colmare qualche “difetto” (come la gestione del mantice) e da buon perfezionista spero di essere riuscito nell’intento.
Una delle novità di questo disco, oltre all’utilizzo delle percussioni, sono le bonus track cantate: tanti miei ammiratori mi hanno sempre consigliato di affiancare alle mie melodie dei testi e così ho voluto seguire il loro consiglio e devo riconoscere che avevano ragione!
Una cosa molto importante da segnalare è il contributo del pubblico: grazie al sostegno di MusicRaiser e dei tuoi ammiratori, Insieme a te ha visto la luce. Sei stupito o sotto sotto te lo aspettavi?
Grazie ai miei ammiratori, al pubblico che mi sostiene e mi segue ai concerti e agli amici (anche musicisti), ho avuto questo importante supporto per la realizzazione della stampa fisica del disco, tutta la fase che precede la stampa é stata autoprodotta così come é avvenuto per gli altri cd. Sinceramente non me l’aspettavo: viviamo in un momento di crisi e la musica, soprattutto quella indipendente, fatica molto ad andare avanti. È stata una stimolante esperienza che ha confermato l’affetto delle tante persone che mi vogliono bene: un segno del destino che mi consiglia di continuare su questa strada.
Cosa pensi di questo “azionariato dal basso” ormai così diffuso? Pensi che il crowdfunding possa essere una soluzione ai problemi della discografia?
Penso che condividere con i fan i propri progetti, anche economicamente, sia un’intelligente mossa per continuare a crederci e creare sempre musica nuova. L’azionariato dal basso è un test importante per l’artista che vuole produrre le sue idee, è come il test di fine concerto: ci sono persone che si avvicinano per farti i complimenti ed altre che, oltre a questo bel gesto, acquistano il cd, infatti con Musicraiser i raisers hanno acquistato il cd in anteprima.
Una caratteristica peculiare della tua musica è l’unione di due anime: da una parte quella più “classicamente” melodica e folk, dall’altra l’indole jazz. Quel è il segreto per tenerle in equilibrio?
Non c’e’ un segreto, nascono spontaneamente: da quando nasce la prima idea (sempre al pianoforte) riesco in poco tempo a scrivere tutto il pezzo ed a depositarlo già il giorno dopo in Siae… Penso che l’esperienza nei diversi generi musicali e la fortuna di aver suonato sempre con grandi talenti mi abbia arricchito e quello che scrivo è il risultato di tanti anni di live, di collaborazioni con grandi artisti e ascolto costante di dischi di altissima qualità, non solo per quanto riguarda il genere ma soprattutto per gli arrangiamenti che hanno sempre stuzzicato la mia attenzione. Mi é capitato spesso di trascrivere per delle composizioni che adoro le parti di ogni singolo strumento, con Charlie Parker e Michel Petrucciani per esempio. Ho ascoltato molti dischi di Gino Vannelli e Michael McDonald ed ho avuto la fortuna di ascoltarli dal vivo insieme a musicisti di strepitoso livello.
Come nasce solitamente un brano di Daniele Falasca?
Spontaneamente al pianoforte. Le musiche dei miei dischi sono state pensate e trascritte in massimo una settimana, dal 2010 ad oggi ho scritto un numero eccezionale di idee, potrei incidere altri album ma le tasche non me lo permettono… Sicuramente l’amore che provo per Fiorella incide molto nella mia scrittura, è sempre la prima ad ascoltare una mia composizione, tra l’altro stiamo incidendo un album con pezzi liturgici di sua creazione, è una brava cantante e ha un ottimo orecchio musicale, con lei sto molto bene ed ho la tranquillità ideale per comporre.
Per quanto riguarda la fisarmonica, quali sono stati i tuoi maestri, le figure che per te hanno rappresentato e rappresentano un punto di riferimento musicale?
Non ho avuto un modello di fisarmonicista, mentre per quanto riguarda la mia attività come pianista classico, il mio modello è stato Arthur Rubinstein, ho consumato le videocassette dei suoi concerti, seguivo in ogni suo gesto il suono delle sue dita, la musicalità; volevo fare il concertista classico, ho studiato molto per questo e ho ricevuto diverse soddisfazioni. Da bambino volevo fare il direttore d’orchestra, mi alzavo di notte per seguire i concerti che trasmetteva Rai 3: mentre ascoltavo le diverse sessioni di strumenti, dagli archi ai fiati, seguivo il direttore dirigendo anch’io con lui.
Tu e la tua fisarmonica non siete soli: Insieme a te nasce con un team di validi musicisti. Che caratteristiche deve avere uno strumentista per poter collaborare con te?
La prima caratteristica che deve avere un musicista che collabora con me è l’umiltà, ho sempre allontanato i presuntuosi e gli arroganti, ne troviamo tantissimi, troppi, anche tra i grandi. Oltre al talento e la musicalità, in ognuno dei miei musicisti cerco la professionalità, la sincerità. Chiedo spesso consigli a loro e mi fido delle loro idee perché li stimo, i musicisti che ho scelto hanno interpretato al meglio la mia musica, ero sicuro dell’ottimo risultato sin dall’inizio.
Ti occupi spesso anche di curare arrangiamenti per altri musicisti: quanto è importante per la tua attività confrontarti con la musica altrui?
Il pensiero che un artista mi affidi un arrangiamento mi rende felice ed orgoglioso, quindi lavoro al servizio della sua musica come se fosse la mia.
L’Abruzzo è una regione musicalmente un po’ defilata però ha donato alla musica italiana grandi nomi, da Ivan Graziani a Goran Kuzminac: oggi qual è lo stato di salute della tua terra?
In Abruzzo albergano tanti talenti, i musicisti che suonano nei miei dischi sono tutti abruzzesi. Chi governa questa regione dovrebbe aiutare i giovani musicisti, attivandosi di più per la cultura in generale.
Parallelamente alla tua attività di strumentista e compositore, sei molto presente con la tua scuola: pensi che la musica sia ancora un’arte importante e formativa oppure percepisci un diverso tipo di considerazione?
La musica è sempre un’attività educativa importante per una sana formazione del bambino, oltre all’attività pratica e teorica con lo strumento c’è anche il rapporto di rispetto per l’interpretazione e quindi un rapporto con l’anima del bambino, che può solo avere benefici dalla musica amplificando la sua sensibilità. La musica stimola il bambino ma anche l’adulto, fa bene ad ogni età avvicinarvisi perché tocca le corde del cuore facendoci conoscere parti sconosciute di noi stessi.
Insieme a te è un progetto solamente di studio oppure accadrà qualcosa anche dal vivo?
Tornando alla crisi, l’attività live oggi è sempre più difficile anche se io ancora mi difendo, spero di suonare tutte le sere, produco anche con l’intento di diffondere la mia musica a quante più orecchie sappiano apprezzarla e possano giovarsi di essa.
Cosa ti aspetti da questo disco?
Mi aspetto di arrivare nelle case di molti italiani e non, di regalare bei momenti di condivisione, di far conoscere un po’ di musica originale che abbraccia generi diversi e trasmette delle emozioni positive in un periodo dove abbiamo tutti bisogno di serenità e spensieratezza. E perché no? di estendere la mia musica oltre i confini nazionali.
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