Sta diventando una piacevolissima tradizione, quella di elencare i premi collezionati da Zoran il mio nipote scemo. E dopo la recente vittoria ai Globo d’Oro, appunto, Matteo Oleotto deve già fare altro spazio sullo scaffale dei trofei: il Cinéciak d’Oro 2014 (sezione “Colpo di fulmine”) è tutto suo, con buona pace di contendenti molto agguerriti come Smetto quando voglio, La mossa del pinguino, e La mafia uccide solo d’estate!
Ideati dalla rivista Ciak, e dedicati «ai titoli e ai protagonisti che hanno saputo sperimentare il tocco d’autore nel genere più popolare», i Cinéciak d’Oro festeggiano il meglio della commedia italiana, senza tracciare solchi fra i vecchi leoni e i nuovi talenti.
Proprio sui nuovi talenti e sulle opere prime si concentra la rassegna Bimbi belli, organizzata da Nanni Moretti, che il 17 luglio vedrà protagonisti (ebbene sì) Zoran e Oleotto. La giuria, composta da spettatrici e spettatori, assegnerà nella serata finale del 24 luglio i premi per il miglior film, il miglior attore, la migliore attrice e il miglior dibattito (appendice di ogni proiezione). Tra i titoli in lizza, La variabile umana di Oliviero, Spaghetti story di De Caro e Piccola patria di Rossetto.
Con 100 mila spettatori, 50 festival e 13 riconoscimenti all’attivo, tra cui il Premio Verdone («ironia, gusto letterario, poesia» le tre parole chiave della motivazione), Zoran prosegue dunque il suo cammino. Un cammino, tanto allegro quanto tenace, che ha coinvolto e coinvolge un team artistico e tecnico perfettamente in equilibrio tra Slovenia e Friuli: dagli attori alle maestranze, dal produttore Igor Prinčič (Transmedia) alla coproduzione
slovena (Staragara), fino alla Friuli Venezia Giulia Film Commission, il Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e la Tucker Film.
In molti si chiedono quale sia il segreto del successo di Zoran il mio nipote scemo, la sua forza supplementare, e forse la risposta è più banale di quanto si creda. Accanto al valore cinematografico, infatti, va preso in considerazione anche un valore puramente affettivo: il clima che Zoran ha saputo – e sa – creare attorno a sé. Un film capace di attirare, appunto, altissime soglie d’attenzione, come hanno dimostrato la risposta della critica e del box office, la trasposizione in romanzo (edito da Bur Rizzoli), il massiccio passaparola digitale (Twitter, Facebook, blog, siti specializzati) e l’affettuoso endorsement dei colleghi di Matteo Oleotto, fra cui Paolo Virzì, Checco Zalone e Rocco Papaleo.
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